ora trionfa la sterpaglia. Il prato,
ricco di trifoglio e di radicondra,
è stato divorato da un fungo misterioso
che ha trasformato la distesa verde
e riposante in una landa di paglia
desolante. Le corti delle case
contadine sono invase da pezzi
di ferraglia, vecchie reti arrugginite,
nailon strappati dalle serre
e abbandonati a terra, casette
per le api marcite, scolorite, sfrante.
Scomparso un minimo di ordine,
è scomparsa anche qualunque
idea di cura e Dio non voglia
che sia un presagio di sventura:
il riflesso esterno di uno sconquasso
psichico interiore diffuso ed allarmante.
Il mondo va in rovina? Ebbene,
si risponde, mi accodo alla deriva.
Al diavolo la forma, la grazia,
la cura, l’armonia.
Mi arruolo volentieri nell’esercito
montante del rancore, dell’odio, della rabbia –
d’ora in avanti spargerò veleni
a destra e a manca, all’impazzata.
*** Franco MARCOALDI, 1955, giornalista, scrittore, poeta, da Tutto qui, Einaudi, 2016.
https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Marcoaldi
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