Culturalmente il "cattivismo" non arriva da ieri.
Forse qualcuno ricorda le prime volte di Sgarbi (ma non solo lui) in televisione che sdoganava i toni accesi, le parolacce e molti (tutti?) a dire che era ora che si parlasse chiaro, confondendo l'educazione col perbenismo e la cafonaggine con la trasparenza...
Ora con i social molti (tutti?) credono (crediamo?) di poter essere lo "Sgarbi" di turno e di poterla sparare grossa, anche più degli altri.
"Buonista" è diventata un'offesa mentre "cattivista" è colui che le dice chiare e tonde.
Pensano di essere senza remore e coraggiosi invece sono solo senza cervello e dannosi.
Tocca rimboccarsi le maniche e ricostruire un modo civile di confrontarsi e confliggere se non vogliamo scontrarci, combatterci o rinunciare...
*** Stefano FACHERIS, consulente e formatore, facebook, 5 luglio 2018, qui
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