All'approssimarsi delle festività di fine anno
si sente l'incessante e immancabile scampanìo
dei Buoni Sentimenti:
facili e fatui, perché di nessun costo.
Sarebbe ora di contenere
la gratuita e sdolcinata retorica ripetitiva
sull’Amore
e anche di moderare le promesse rituali
- apparentemente meno impegnative,
ma altrettanto futili –
sul Volersi Bene.
Basterebbe, ogni tanto,
propiziare la grazia di un moto di
reciproca empatia:
‘io mi metto nei tuoi panni e tu nei miei’.
Basterebbe, ogni tanto,
deporre le distanze e finalmente
davvero ‘vederci’ e ‘sentirci’:
diversi e uguali quali siamo,
ci scopriremmo
uguali e diversi quali siamo.
E sarebbe già miracolo
‘ritrovarsi’ e ‘com-prendersi’
un po' di più.
Non si tratta di abbracciare il mondo
con mozioni di stucchevole Amore
e parole di sterile Pace,
disturbando le solite maiuscole che muovono aria inutile:
servirebbe piuttosto che ci adoperassimo
per rendere prossimo il prossimo
e vivere più comune il destino che ci diamo.
Più umano, soprattutto.
*** Massimo Ferrario, Contro i Buoni Sentimenti, per 'Mixtura'
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