venerdì 2 dicembre 2022

#FAVOLE & RACCONTI / Amico e 'mezzo' amico (Massimo Ferrario)

- Fammici pensare. Li dovrei contare: ma, così, a spanne, direi che ne ho una trentina.
- Una trentina? Ma come è possibile?
- Perché: sono troppo pochi?
- Al contrario: io ne ho uno e mezzo. E credo di essere fortunato.

Il principe girava per il mercato in veste non ufficiale. Gli piaceva ogni tanto curiosare, vestito da suddito, per le strade della città. Era anche un modo per cogliere la vita vera, fuori dalla finzione dei palazzi reali.

La conversazione che aveva rubato davanti a una bancarella era tra un giovane e un vecchio. 
Il vecchio proseguì:
- Ma sei sicuro di quello che dici?
- Sicurissimo.
- Impossibile. Ti auguro di non doverli mai mettere alla prova: saresti deluso. Gli amici veri non sono come le foglie di un albero.

Il principe rimase stupito. Non tanto dal fatto che il ragazzo vantasse una trentina di amici: i giovani, si sa, tendono a confondere le conoscenze di una notte di baldoria con le amicizie che durano una vita. Ma di quel ‘mezzo’ amico del vecchio mercante. Si fissò bene in mente il suo volto: immaginò che l’avrebbe rivisto.

A corte i consiglieri vennero subito incaricati di scoprire il significato nascosto nel termine ‘mezzo’ premesso al sostantivo ‘amico’. Furono sentiti i pareri degli esperti e sondati i libri anche più antichi: il tema dell’amicizia fu affrontato in ogni suo aspetto, ma nessuno sapeva cosa fosse un ‘mezzo amico’. 

Il principe ordinò che il vecchio mercante venisse trovato e convocato.
L’interessato venne accompagnato a corte dalle guardie e non si stupì della domanda.
- Principe, volete sapere il significato di ‘mezzo amico’? Non so spiegarvelo. Ma posso farvelo vedere.
- Vedere? E come?
- Chiedete ai vostri araldi di girare per il regno: che annuncino la mia condanna a morte e la data dell’esecuzione per domenica prossima.
Il principe era sbigottito.
- La tua condanna a morte?
- Sì, principe: fatelo e capirete ciò che volete sapere.

Così fu fatto. 
La domenica la piazza della ghigliottina era gremita. 

A un certo punto un uomo si fece strada urlando. Pregava di poter salire sul palco, allestito per l’occasione, per parlare con il principe. 
Venne lasciato passare.
- Principe, non so se quell’uomo è innocente o colpevole. Ma non importa. Pago qualsiasi somma. Liberatelo. 
Il principe rifiutò: 
- Non posso. La sua colpa non si sana con i soldi. 
- Vi supplico. E’ mio amico. Vi lascio metà del mio patrimonio.
- Neppure il patrimonio intero potrebbe bastare. 
L’uomo scese dal palco, avvilito e visibilmente addolorato, e si avvicinò alla ghigliottina. Si rivolse al condannato. 
- Hai visto, amico, non sono venuto meno alla nostra amicizia. Ero disposto a pagare con metà del mio patrimonio per liberarti. 
Il mercante rispose:
- Sei stato un amico fedele, vai in pace.

Trascorsero pochi minuti: la ghigliottina era stata approntata ed era ormai pronta per fare il suo lavoro.
Si udì un urlo straziante nella piazza. Era una donna, che si faceva il vuoto attorno pur di arrivare dal principe. 
Quando se la trovò davanti, sul palco, era una furia.
- Principe, non potete fare una cosa simile. Ignoro cosa abbia fatto il mercante. Ma in ogni caso la colpevole sono io. Decapitate me. 
Il principe voleva essere sicuro delle parole della donna. 
- Donna, bada: se davvero sei colpevole, giustizieremo te al suo posto suo. 
La donna confermò.
Il mercante, già legato e pronto per essere decapitato, venne scambiato con la donna.
Il principe faticava a credere a quanto stava accadendo. Fece un cenno al boia, perché attendesse prima di procedere.
Mentre il mercante stava per essere liberato e condotto dal principe, la donna lo guardò in viso. 
- Amico, hai visto: non ti ho tradito. Ci conosciamo da una vita e l’affetto, se è vero affetto, bisogno essere disposti a pagarlo. Io ci metto la vita. Ora puoi andare e tornartene alla tua famiglia. 

Il principe, trasecolato, diede ordine che venisse smontata la messa in scena. 
Il suo Grande Consigliere spiegò alla folla cosa era accaduto. 
E anche la folla imparò qualcosa sull’amicizia.

Intanto il mercante, mentre ancora si accarezzava le braccia indolenzite per i legacci con cui era stato assicurato alla ghigliottina, sorrideva, compiaciuto. 
- Principe, non c’è bisogno di parole. Ciò che dovevi vedere, l’hai visto. Chi sacrifica soldi è ‘mezzo’ amico, chi sacrifica la vita è amico. Come vedi: avercene. Di amici. Ma anche di ‘mezzi amici’. Ti auguro di averne.

*** Massimo Ferrario, Amico e ‘mezzo amico’, per ‘Mixtura’. Libera riscrittura di un testo di autore anonimo, forse origine araba, e diffuso anche online.


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