giovedì 8 dicembre 2022

#FAVOLE & RACCONTI / Non solo cameriera (Massimo Ferrario)

Mezzogiorno di sabato in un piccolo paese di campagna. Tavolo in angolo di un vecchia trattoria, rinomata per la buona cucina e il servizio accogliente. La mamma e il bambino di 8 anni stanno per ordinare. 
La cameriera si avvicina. Chiede alla madre.
“Ha trovato qualcosa di suo gusto, signora?”
“Per me un brasato con polenta, grazie”. 
Il bambino ha voluto il menù: ha imparato a leggere da più di un anno e vuole far vedere che anche lui sceglie come un grande. Però non ha bisogno di leggere. Sa già ciò che vuole: è il suo piatto preferito. 
“E tu?”, chiede la cameriera.
“Un hamburger. Col ketchup. E tante patatine fritte, grazie.”
La mamma interviene brutalmente: fa capire che non ammette discussioni. 
“No, a lui porti una frittata. Con un contorno di verdure: cotte o crude, ma verdure”. 
La cameriera si blocca. Guarda alternativamente la mamma e il bambino: non sa che fare. 
Il bambino sbuffa: non sembra tipo da capricci e forse la frittata gli piace pure. Come tutti i bambini ama l’hamburger. Ma probabilmente il punto in questo momento non è né la frittata né l’hamburger. 
La mamma non vuole tergiversare. Cerca di essere dolce, ma ribadisce: con nettezza e in modo definitivo. 
“Frittata, signorina. Gli porti la frittata. Per lui decido io.”
La cameriera sorride. Fissa il bambino, con una lacrima che sta per scendergli. Si lascia coinvolgere.
“Posso sapere il tuo nome?”
Lui risponde impettito. 
“Leo.”
“Posso dirti una cosa, Leo?”
“Certo.”
“Sono una mamma anch’io. E tu mi sei simpatico: ti voglio dire quello che penso, perché mi sembri un bambino già grande, maturo, capace di capire e ragionare. Vedi, io credo che i bambini non hanno diritto di scegliere al ristorante ciò che vogliono: perché sono le mamme che conoscono le diete e ciò che fa più bene per loro. Quindi io non posso portarti l’hamburger, se la mamma non vuole. Tu, come ogni bambino, hai però diritto di essere preso in considerazione: i tuoi desideri contano e devono essere discussi. E questo tutte le mamma lo sanno fare. Ritorno tra un attimo: così tu e la mamma decidete con calma.”
Trascorre qualche minuto e la cameriera torna al tavolo. 
“Allora, cosa posso portare a questo bel bambino che si chiama Leo?”
La mamma ha il viso rilassato e fa cenno al ragazzino di ordinare.
“D’accordo per la frittata. La mamma dice che sto mangiando troppa carne e non mi fa bene. Ha ragione, anche se mi spiace rinunciare all’hamburger. Però c’è una cosa che volevo dire.”
La cameriera, incuriosita, guarda la madre: alla quale si è increspato un sorriso sulle labbra. 
“Dice che glielo vuole dire.”
“Dimmi, allora, Leo. È una cosa brutta che mi riguarda?”
“No, affatto, anzi. Volevo dire che tu mi piaci”. 
“Ti piaccio? E posso sapere perché ti piaccio?”
“Perché hai detto che noi bambini abbiamo il diritto di essere presi in considerazione. E l’hai detto a me e alla mamma insieme.” 
La cameriera sposta lo sguardo sulla signora. È un sussurro, ma lei ha un orecchio fine e il suo grazie lo sente benissimo. 
Quel sabato la cameriera sa di non aver fatto solo la cameriera.

*** Massimo FERRARIO, Non solo cameriera, per ‘Mixtura’ – Rielaborazione creativa di un breve racconto di autore ignoto.


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