In questo momento (ore 11.30 del 28 gennaio 2022) nessuno sa chi sarà eletto Presidente della Repubblica.
Ma ai fini di quello che scriverò, non importa: non saranno righe datate. Almeno per me, varranno anche dopo: chiunque sia l'eletto, o l'eletta.
Quanto è successo nel Parlamento italiano, giunto ormai alla quinta votazione per la scelta del nuovo Capo dello Stato, è già più che sufficiente per fissare una certezza.
Non sono un tifoso dell'articolo 278 del codice penale che prevede il reato di vilipendio del Presidente della Repubblica. Ma se lo accettiamo (e ci sono fondate ragioni, specie di questi tempi, per non gettarlo al macero, pur continuando, in parallelo, a difendere a spada tratta la sacrosanta libertà di stampa), e se dunque condividiamo che sia reato l'offesa all'onore e al prestigio di una simile figura istituzionale, la più alta per la nostra Repubblica, il vilipendio si è già consumato.
L'hanno consumato tre-quattro sedicenti leader che giocano a fare i sedicenti 'kingmaker', avendo scambiato il Parlamento per una partita di poker.
La girandola di nomi, bruciati nel giro di pochi minuti, poi ripresi e rilanciati e di nuovo bruciati e l'ottusa prova di forza machista di una parte contro l'altra (di più parti contro le altre e di tutti contro tutti), con l'intento dichiarato di violentare la possibilità di una scelta condivisa di un presidente super partes, sono di per sé vilipendio.
Vilipendio di una funzione, se non di una persona specifica. E vilipendio inferto alla reputazione e alla dignità di tutti noi italiani. Che stiamo assistendo, impotenti, a questa vergognosa e drammatica farsa teatrale. Una farsa-tragedia, che sta bellamente sprofondando nella melma più scivolosa e maleodorante quel che resta di una democrazia anche soltanto formale.
Aggiungo: se poi dovessero risultare elette talune candidature tra quelle fin qui 'lanciate' con lo stile del 'tiro al piccione', per godere dell'orgasmo stupido di una prova di forza dalle conseguenze autodistruttive per tutti, il vilipendio sarebbe ancora meglio compiuto. Perché sarebbe incorporato nella persona dell'eletto stesso, uomo o donna che sarà: l'onore e il prestigio della figura presidenziale sarebbero violati di per sé, anche senza che nessuno, commentando l'elezione del nuovo Presidente ed eccedendo in libertà di critica, finisca per compiere il reato.
*** Massimo Ferrario, Elezione di un Presidente e vilipendio, per 'Mixtura'
In Mixtura ark Spilli di Massimo Ferrario qui
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