Ora è la Solitudine, e non il Sonno,
che viene la notte a sedersi vicino al mio letto.
Distesa come una bimba stanca attendo il suo passo,
e la guardo spegnere la luce con un soffio lieve.
Salendo immobile, non si volge né a destra
né a sinistra, ma stanca, stanca abbassa il capo.
Anche lei è vecchia, anche lei ha combattuto tanto
da meritare la corona d’alloro.
Nella triste oscurità lenta rifluisce la marea
e s’infrange sull’arido lido, inappagata.
Soffia un vento insolito: poi il silenzio. Sono pronta
ad abbracciare la Solitudine, a prenderle la mano,
ad aggrapparmi a lei, aspettando che l’arida terra
si imbeva della terribile monotonia della pioggia.
*** Katherine MANSFIELD, 1888-1923, scrittrice e poetessa neozelandese, Solitudine, Quando ero uccello e altre poesie, Passigli, 2009, a cura di F. Mazzocchi, in 'interno poesia', 11 gennaio 2022, qui
In Mixtura ark #SguardiPoIetici qui
Testo originale (Loneliness)
Now it is Loneliness who comes at night
Instead of Sleep, to sit beside my bed.
Like a tired child I lie and wait her tread,
I watch her softly blowing out the light.
Motionless sitting, neither left or right
She turns, and weary, weary droops her head.
She, too, is old; she, too, has fought the fight.
So, with the laurel she is garlanded.
Through the sad dark the slowly ebbing tide
Breaks on a barren shore, unsatisfied.
A strange wind flows… then silence. I am fain
To turn to Loneliness, to take her hand,
Cling to her, waiting, till the barren land
Fills with the dreadful monotone of rain.
Nessun commento:
Posta un commento