e malsani. Non perché siano
belli, certo (questo lo sapete
tutti), ma perché fanno parte
della vita, di quello che ho passato
e mi è rimasto tra le mani.
Un giardino a Martinengo, per esempio,
di una casa colonica ammuffita
e puntellata di pali. Il ponte
sul Brembo a Ponte San Pietro
per andare alle scuole elementari.
La prima volta che ho attraversato
il Neckar c’era qualcosa di bagnato
e occulto: mi avvolgeva, ma non era
nebbia. Ci si affeziona anche alle cose
sgradevoli e sgraziate se sono
foriere del senso che cerchiamo,
di una luce asciutta e polverosa.
*** Paola LORETO, 1964, poetessa e docente di letteratura angloamericana, Affezione, in cctm.website, Centro Cultural Tina Modotti, 29 novembre 2019, qui
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