Caro Babbo Natale,
le mie figlie ormai sanno che non esisti, perciò ti scrivo io.
Capiamoci: anch'io so che non esisti, però questa non mi pare una buona ragione per non scriverti. Perché le lettere, in fondo, più che per ricevere una risposta, si scrivono perché si ha qualcosa da dire a qualcuno. O non si spiegherebbero i milioni di missive mai spedite che giacciono nei cassetti di tutto il mondo.
Comunque, ecco, ti volevo scrivere solo per farti sapere un'idea che mi frulla da un po'.
In pratica, ho l'impressione che la tua (non) esistenza, da quando eri San Nicola prima a Santa Claus poi a quando sei diventato un santino sponsorizzato dalla cocacola - da lì vengono il rosso e il bianco del tuo vestito, anche se magari non tutti lo sanno - serva nella sostanza a due sole cose. E che quelle due cose siano però fondamentali e siano, in fondo, la ragione vera del tuo successo planetario.
No, non c'entrano niente con l'essere più buoni per statuto. No, non hanno a che fare con l'albero e i parenti e il cenone e tutto il repertorio. E non c'entra niente nemmeno quella camionetta del Big Jim che tu sai.
Facciamo che te le dico subito, dai, che anche se non esisti so che in questi giorni, e oggi in particolare, non hai molto tempo da perdere.
Te la spiego così, te la dico da genitore.
Tu sei quello che ufficialmente porta i regali ai più piccoli, ma in realtà i regali li facciamo noi.
Tu sei quello che, con i nostri bambini, si prende il merito di fatiche solo nostre.
Mi sono chiesto spesso perché lo permettiamo.
E credo sia perché questa piccola "ingiustizia" consente a ogni madre, a ogni padre, di ricordarsi che essere genitori significa, a volte, farsi da parte. Rendersi invisibili. Lasciare spazio. Perché la felicità vera ha bisogno di aria.
E questa è la prima cosa.
La seconda cosa, invece, che poi è forse quella più importante, è quella di ricordarci che dietro alle magie ci sono sempre le persone, anche quando magari crediamo di no. Ci sono i nostri occhi, le nostre mani, il nostro tempo, il nostro impegno. Che quella magia possiamo decidere di metterla a disposizione degli altri, che sia sotto un albero, in un pacchettino colorato, dentro un abbraccio, in un piatto di minestra o in un gesto gentile.
Ecco, secondo me è per quello che tu non esisti.
Perché, se esistessi, sarebbe indubbiamente tutto più facile.
Invece, così, dipenderà solo da noi.
Con stima,
*** Matteo BUSSOLA, 1971, scrittore, fumettista, conduttore radiofonico, facebook, 24 dicembre 2019, qui
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