I miei cani aspettano il panettiere anche nei giorni di festa.
Loro non lo sanno mica che è Santo Stefano, ieri Natale, fra sei giorni domenica, non capiscono che il panettiere oggi non passerà a depositare il sacchetto del pane nella piccola cassetta metallica fuori dal cancello. Non lancerà loro il bocconcino che li rende felici ogni volta, la ragione più importante di tutte le loro giornate. Lo attendono lo stesso fuori al freddo, gli occhi rivolti all'inizio della salita, ricolmi di aspettative, fermi come sentinelle. A dire il vero, non sono nemmeno sicuro che non lo sappiano del tutto, è che forse ci sperano e basta, anche di fronte all’evidenza.
Il fatto è che se piegare la speranza è difficile, quello che da piegare è quasi impossibile è: la fiducia. E’ la fiducia che ha a che fare col prendersi il freddo, naso in su, fregandosene delle apparenze o delle circostanze avverse. Ciò che in definitiva significa: prendersi un rischio. Li guardo dalla finestra e mi fanno un misto di rabbia e rimpianto. Rabbia perché non riesco a spiegar loro che il panettiere oggi non passerà. Rimpianto perché, a guardarli, mi viene da pensare che in fondo io non sono e non sono mai stato molto diverso.
Ho passato lunghi anni al cancello, in attesa di non ho mai saputo bene cosa, mi sono preso paccate di freddo. Poi un giorno il panettiere è arrivato proprio quando meno me lo aspettavo, ma per fortuna avevo gli occhi aperti e stavo guardando nella direzione giusta. Capita a un sacco di persone, tutti i giorni, perché alla fine non sappiamo mai quando una promessa potrebbe essere mantenuta, o una sorpresa manifestarsi, o la vita portarci ciò di cui non sapevamo nemmeno di avere bisogno, finché non arriva a dirci: sono qui. Infatti, penso ora, io non potrei mica giurarci che il panettiere oggi non passerà. E' un lunedì, l'Esselunga è aperto, ci sono anche persone che lavorano, in fondo chi può dirlo veramente?
Forse hanno ragione loro, ci sono cose che si meritano il fatto di prenderci tutto il freddo che siamo in grado di sopportare. Forse quando la vita passa l’unica cosa che conta è farsi trovare pronti, anche fuori al freddo, il giorno dopo Natale, mentre tutti quelli che non ci credono se ne stanno alla finestra al caldo delle proprie certezze. A guardarci con un misto di rabbia e rimpianto, nel preciso momento in cui ci prendiamo i rischi che abbiamo scelto per noi.
*** Matteo BUSSOLA, 1971, scrittore, fumettista, conduttore radiofonico, facebook, 26 dicembre 2019, qui
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