Il sole viaggiava in cielo, allegro e glorioso sul suo carro di fuoco, gettando i suoi raggi in tutte le direzioni, con grande rabbia di una nuvola di umore temporalesco, che borbottava:
– Sciupone, mano bucata, butta via, butta via i tuoi raggi, vedrai quanti te ne rimangono.
Nelle vigne ogni acino d’uva che maturava sui tralci rubava un raggio al minuto, o anche due; e non c’era filo d’erba, o ragno, o fiore, o goccia d’acqua, che non si prendesse la sua parte.
– Lascia, lascia che tutti ti derubino: vedrai come ti ringrazieranno, quando non avrai più niente da farti rubare.
Il sole continuava allegramente il suo viaggio, regalando raggi a milioni, a miliardi, senza contarli.
Solo al tramonto contò i raggi che gli rimanevano: e guarda un po’, non gliene mancava nemmeno uno. La nuvola per la sorpresa si sciolse in grandine.
Il sole si tuffò allegramente nel mare.
*** Gianni RODARI, 1920-1980, scrittore, pedagogista, giornalista e poeta, Il sole e la nuvola, da Favole al telefono, Einaudi, 1962
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