Il giovane Zhou Fu si presenta dal grande maestro Yang Jun: gli comunica che vorrebbe essere assunto come allievo per un periodo speciale di meditazione e per questo ha ottenuto l’autorizzazione dal suo maestro attuale, Zhao Zhi.
Il maestro guarda il discepolo come volesse leggergli l’anima.
Zhou Fu china il capo e pone sul tavolo una ciotola: è l’offerta tradizionale.
Yang Jun è serio in volto: ha bisogno di un’informazione cruciale.
- Perché questa offerta?
- E’ la tradizione, maestro: in segno di rispetto per la vostra saggezza.
Yang Jun agguanta il bastone appoggiato alla parete e, in silenzio, senza dare spiegazioni, gira intorno al discepolo e gli percuote per cinque volte la schiena: sono colpi secchi, precisi, che mirano a fare male.
Zhou Fu cerca di difendersi, ma non riesce a evitare le bastonate. Tutto dolorante e confuso, si sforza di trattenere la rabbia.
«Ma perché, maestro? Perché mi picchiate?»
Sempre senza parlare, il maestro riprende a colpirlo per altre tre volte. Quindi lo caccia via, gettandogli dietro la ciotola, che finisce in frantumi.
Il discepolo prende la via del ritorno, umiliato e disorientato: cosa ha fatto di male?
Va dal suo maestro, Zhao Zhi, e gli racconta l'accaduto, sperando che lui almeno gli spieghi perché Yang Jun l'ha picchiato.
- Forse si è sentito offeso per l’offerta che gli ho portato? Ma io l’ho fatto perché è nella tradizione: lo sapete anche voi, maestro.
Zhao Zhi si mostra irritato anche solo ascoltando l’ipotesi formulata dal giovane e si limita a dire poche parole, che vogliono essere definitive.
- Conosco Yang Jun e Yang Jun, come ogni maestro di saggezza, non conosce l’offesa.
Poi recupera anche lui un frustino e lo batte cinque volte sulla schiena del discepolo.
Zhou Fu, sempre più costernato, si ritira nella cella e si sdraia sul pagliericcio. Non chiude occhio per tutta la notte: un po’ per la schiena che continua a dolergli, ma ancora di più perché trova del tutto incomprensibile quello che gli è capitato. Cerca di analizzare i due episodi, ma invano.
La mattina, alle prime luci dell’alba, quando anche il cervello finalmente riposa e sembra dare campo libero alle emozioni, Zhou Fu ha un lampo.
E a mezzogiorno torna dal maestro Yang Jun: ha con sé una seconda ciotola, che offre con sicurezza al maestro, ponendola sul tavolo davanti a lui e accompagnandola con un sorriso.
Si inchina.
- Ti prego, maestro, questa volta accetta l’offerta: è mia e viene dal cuore. Lo faccio per il rispetto sincero che io provo verso di te e perché il tuo rifiuto di ieri mi ha fatto apprendere. Ti sono grato per il tuo insegnamento e sono certo che molto altro apprenderò se mi vorrai come discepolo.
Yang Jung finalmente allarga il viso in un sorriso sereno, comunicando al giovane allievo la sua affettuosa benevolenza. E accetta l’offerta.
*** Massimo FERRRIO, L’insegnamento doloroso, libera riscrittura di un famoso testo in forma di koan, riportato anche in Alejandro Jodorowsky, Il dito e la luna. Racconti zen, haiku, koan, 1997, Mondadori, 2006-2016.
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