Secondo gli scienziati dell'IPBES (Intergovernamental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services) l’uomo sta causando la sesta estinzione di massa cento volte più velocemente rispetto al passato.
I dati ci dicono che dall'inizio del 1900 il numero degli animali che popolano il Pianeta si è più che dimezzato. Il Living Planet Index del 2018 ha confermato una perdita del 60% della popolazione di vertebrati, del 41% degli insetti e del 21% di uccelli e mammiferi.
Pesca e caccia intensive, bracconaggio (che è aumentato durante la pandemia), desertificazione e sfruttamento eccessivo del suolo sono le principali cause umane che provocano la perdita di biodiversità. Ma a questi vanno aggiunti anche i cambiamenti climatici e il surriscaldamento degli oceani causati da stili di vita poco sostenibili.
La biodiversità è un requisito fondamentale del benessere dei viventi e se viene a mancare crolla tutto. Ora più che mai, nella ripartenza mondiale post Covid-19 e nell'anno della biodiversità, è fondamentale creare politiche a breve e lungo termine per affrontare il cambiamento climatico e rallentare la scomparsa definitiva di molte delle specie animali che conosciamo.
*** WILL_ita, instagram, 22 maggio 2020, qui
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