Papa Francesco non ha detto “Meglio atei che cattivi cristiani”, come titolano i giornali. Ha detto “Meglio vivere come atei che andare in Chiesa e poi vivere odiando”.
La differenza è enorme: non sta lodando alcuni atei ma sta criticando alcuni cristiani.
Il punto del suo discorso non è che certi atei siano migliori di certi cristiani, ma che certi cristiani non vogliono incarnare il fulcro del messaggio evangelico (l’Amore), ed è allora inutile che vadano in Chiesa. Meglio che vivano come atei, piuttosto, e cioè senza ritualità e cerimonie. Senza la protezione della comunità di cui non sanno incarnare i valori.
Sta cioè dicendo tra le righe: “Voi che odiate il diverso e che non aiutate il prossimo, voi che sostenete governi xenofobi che giocano sul vostro odio, voi che giurate sui Vangeli ma siete razzisti e violenti, sappiate che la vostra definizione di buonista è un altro modo per dire cristiano. Quella che per voi è un’offesa per me è un complimento. Non siete i benvenuti nella mia Chiesa. Non posso e non voglio togliervi Dio, ma posso impedirvi di usare il Cattolicesimo per veicolare le vostre bassezze. In campana”.
*** Andrea COLAMEDICI, filosofo, editore di Tlon, facebook, 3 gennaio 2018, qui
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