Quando sentiamo dire, per lo più urlare, che 'gli italiani
ci hanno votato' e 'noi abbiamo la maggioranza', ricordiamoci solo tre cifre:
26,8%, 15,9%, 10,3%.
Scolpiamocele bene in mente: sono tre percentuali cruciali dei
voti espressi dagli italiani aventi diritto al voto.
La
prima cifra riguarda il totale Centro-Destra (26,8%), la seconda riguarda FdI (15,9%)
- il partito del nuovo fenomeno Giorgia, sempre più osannato da chi è abituato a
correre, con la velocità di un olimpionico, sul carro dei vincitori - e la terza cifra
(10,3%) riguarda la somma di Lega (5,35%) e FI (4,95%).
Sarebbe bene girare sempre con un biglietto in tasca che ci
riportasse questi numeri: da consultare in caso cominciassimo davvero a credere
nel successo travolgente della destra, chiamata a fuor di popolo a salvare la nazione
(parola che ha sostituito quella di Paese, termine ritenuto non abbastanza patriottico).
Un biglietto da conservare come anticorpo: che naturalmente non inficia il diritto
della destra di governare, ma ne circoscrive (dovrebbe) gli entusiasmi e i
deliri di onnipotenza.
Perché c'è un dato che, come sempre, viene velocemente accennato
alla chiusura dei seggi e poi è subito rimosso. Ed è un numero: in picchiata drammatica.
E' il dato degli astenuti: 36,2%. Che si conferma di gran lunga il primo partito.
Cioè, tanto per essere sicuri di mettere il dito nella piaga e capirci ancor meglio: è andato alle urne
soltanto il 63,8% degli italiani.
Il primo grafico qui sotto segnala la progressiva caduta
negli anni, da quando i nostri genitori sono morti per consegnarci la Repubblica
antifascista che oggi abitiamo: cioè quella Repubblica, questa, che stiamo sempre più rendendo,
se non anti-antifacista, quanto meno a-fascista.
Come si vede, la curva manca poco
che cada dritta in verticale verso il basso.
Ancora
più parlante è l’immagine che mette a confronto, dal 1948 al 2022, i voti assoluti
espressi dal ‘primo’ e ‘secondo partito’ (i due partiti più votati, rispettivamente in blu e giallo) e il ‘partito
del non voto’ (in verde): comprendente astenuti e schede bianche.
Il 25 settembre 2022 17 milioni 159.014 italiani hanno così espresso la loro ‘assenza’. Ripetiamolo:
oltre 17 milioni.
E questi 17 milioni sono ben oltre i 12,3 milioni del centro-destra che complessivamente rappresentano il 26,7% dell'elettorato.
Questo,
alla data odierna, è lo stato della nostra ‘demo-crazia’.
Il ‘demos’ se ne sta
andando a rotta di collo: ad ogni elezione sempre di più. Quel che resta,
imperturbabile, è la ‘crazìa’.
La domanda, ovvia, è: ma se la 'crazìa' (il governo)
non è più del popolo, che non si sente più rappresentato e manda segnali, disperanti,
di protesta e/o disinteresse, di chi è?
Resta una ‘crazia’ per cosa, per chi, in nome
di chi?
Solo
per completezza di informazione, riportiamo anche il quadro, miserevole, dei
voti degli aventi diritto espressi per gli altri partiti non di destra:
* Centro-Sinistra:
14,42% (Pd: 11,6%; Verdi-Sinistra: 2,21%; +Europa: 1,7%; Impegno Civico: 0,6%)
* 5Stelle: 9,4%
* Calenda-Renzi: 4,7%
* Schede bianche: 1,1% (pari a oltre 900mila)
***
Massimo Ferrario, Quando il demos se ne va, ‘Mixtura’, 20 ottobre 2022 - I dati sono tratti da Openpolis, L'astensionismo e il partito del non voto, 11 ottobre 2022, qui
In Mixtura ark #Spilli di Massimo Ferrario qui
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