Quando mi lascerai tu, a me più caro
oggi d’ogni parola che io scriva,
né più sarai il guardiano del mio cuore
di cui sarà ridata a me la chiave –
e non sarai – come mi sembri ora –
il sole, da cui muove ogni splendore
in un cerchiato nimbo, né un infranto
raggio di luna che si tuffa in mare,
di questo istante mi ricorderò
e piangerò, come mi vedi ora,
la tua pena d’amore, come un fiore
timoroso di morte ma assonnato
che osserva un poco languido e sgomento
il vento in cui disperderà i suoi petali.
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