C’era una bambina
che era uno sgorbio.
I bambini li ammorbo,
si diceva. Li distolgo
dal bello, li disperdo
al volo, li scorgo
e li perdo alla velocità
del ghepardo, ci vuole
un tizio che non abbia
il morbo dello sguardo,
uno che arde
di tocco e di tatto,
uno che ama
lo schietto contatto
dei polpastrelli:
i palpeggi belli,
i baci trasferelli,
i giochi fringuelli
a occhi chiusi
e sensi schiusi,
che vive della pelle
e scrive sulla schiena,
che non si dà pena
per l'estetica scema
della più bella
della più piena,
uno che sente
con le mani,
uno che vede
cosa pensi,
uno che cede
con i sensi.
C'era una bambina
che era uno sgorbio:
trovò un bambino orbo
e l'avvenenza fu
un ricordo.
*** Veronica RAIMO e Marco ROSSARI, da Le bambinacce, Feltrinelli 2019. Testo riprodotto da Luca Mastrantonio, Le monelle son tornate! (e una ha la barba), rubrica ‘Ufficio Poesie Smarrite’, ‘Sette’, 27 settembre 2019
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