Mio caro figlio e compagno,
sii forte per poter consolare tua madre, e quando vorrai farle dimenticare la scoraggiante solitudine voglio dirti quel che facevo io. Portala a fare una lunga passeggiata in campagna, cogliete qua e là dei fiori selvatici, riposatevi all’ombra degli alberi. Sono certo che lei ne godrà e anche tu sarai felice.
Ma ricordati sempre, Dante, nel gioco della felicità, non prendere tutto per te, ma scendi un gradino e aiuta i deboli che chiedono soccorso, aiuta i perseguitati e le vittime perché sono i tuoi migliori amici… In questa lotta della vita troverai molto amore e sarai amato.
*** Nicola SACCO, anarchico, condannato a morte negli Usa con Bartolomeo Vanzetti, dalla lettera al figlio Dante prima della uccisione, 18 agosto 1927, in Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, Lettere e scritti dal carcere, a cura di Lorenzo Tibaldo, Claudiana, 2012
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