Sì, ormai il giochino è stucchevole.
Non c'è la parola 'antifascista', dovete dirla, cosa vi costa dirla, perché non la dite, non l'avete ancora detta.
E se finalmente venisse detta? La vorremmo in grassetto. E poi a tutte maiuscole. E poi...
Basta. Prendiamo atto di quello che sappiamo e non vogliamo sapere: come volessimo consolarci/rassicurarci per averli mandati al governo. 'Loro' sono quello che sono perché vengono da dove vengono. Nella migliore delle ipotesi sono 'a-fascisti'. Nella peggiore, se non sono fascisti (solo qualche squinternato potrebbe credere di avere un 'progetto di regime fascista' da realizzare), sono beatamente e beotamente preda, e spesso orgogliosi di esserlo, di 'pulsioni fascistoidi'. Ambiscono a ispirare, con queste pulsioni, i 'camerati', loro colleghi a-fascisti, e le cose che fanno e vogliono fare: le politiche già in atto e quelle che attueranno.
Si collocano nella Costituzione? Giuridicamente, per ragioni di ovvia convenienza politica, fanno e faranno il possibile per esserci: lo deciderà, come sempre, su questioni singole, se e quando verrà interpellata, la Corte Costituzionale. Politicamente, sono e saranno sempre 'borderline': più centrifughi che centripeti.
La ragione è scontata: non hanno dentro di sé la Costituzione. Alla cui scrittura, peraltro, i loro padri non hanno partecipato (non a caso erano fuori dal cosiddetto 'arco costituzionale') e alla quale si sentono in qualche modo soltanto costretti a obbedire sul piano formale se vogliono continuare a sopravvivere.
Facciamocene una ragione. Perché, 'loro', è vero che rappresentano una minoranza minima di italiani, essendo stati votati da poco più del 25% degli aventi diritto, ma è un fatto che sono stati mandati al governo non dallo spirito santo, ma da italiani 'a-fascisti' come e più di loro.
Quindi?
Mantenere alta la guardia; incalzare il loro 'a-fascismo' sui fatti e sui valori o disvalori in questi incarnati; pretendere una costante e ferrea congruenza dei loro atti alla Carta Costituzionale; abbandonare l'antifascismo di maniera, celebrativo e ripetitivo, e immettere, finalmente, i principi antifascisti della Costituzione nelle politiche sempre declamate e poco attuate (diritti civili, ma soprattutto diritti sociali). Insomma: più che invocare la Costituzione ad ogni piè sospinto o dai palchi delle giornate che commemorano la Resistenza, far vivere Costituzione e Resistenza ogni giorno, ridando all'una e all'altra corpo e spirito, nell'attualità dei tempi che stiamo vivendo.
E poi, se non si è d'accordo con il loro rozzo e volgare 'a-fascismo', smettere di votarli. Chiedendo a noi stessi di essere, una buona volta e sul serio, 'anti-fascisti'.
Non dobbiamo firmare nulla, in grassetto o in maiuscolo. Ma, semplicemente e finalmente, senza gridare a tutti l'atto che compiamo, dovremmo scriverci 'antifascisti' dentro: anche in piccolo, ma a caratteri indelebili. Nell'anima. Perché poi si veda, nitido e brillante, in ogni nostro comportamento.
Banale. Eppure. Un salto di cultura che non abbiamo ancora fatto.
*** Massimo Ferrario, Antifascisti dentro, per 'Mixtura'
In Mixtura ark #Spilli di Massimo Ferrario qui
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