mercoledì 28 settembre 2022

#FAVOLE & RACCONTI / Cadere non è perdere (Massimo Ferrario)

Era il bullo del quartiere. Giovane, arrogante, sempre pronto a competere e a umiliare gli altri. Si vantava di essere uno che non perdeva mai. E al bar, anche in quel momento, scolando un wiskey, si gloriava dei suoi successi. Naturalmente inventati.

«E’ semplice», ripeteva con la faccia da sfrontato. «Il segreto è essere sempre in tiro. Pronti a colpire. Accettare ogni sfida. Mai abbassare la guardia. Se c’è da fare a cazzotti, sono qua.» 

Un avventore, nuovo del locale, all’altro lato del bancone, scuoteva in maniera visibile la testa.
Il giovane lo vede. Sente il bisogno di aizzarlo.
«C’è qualcosa che non ti persuade, amico? Perché se è così, ti convinco in un attimo…».
L’avventore lo guarda in un silenzio lungo e ostentato. E’ tranquillo.

Il giovane riprende.
«Tu forse ami perdere. Io no. Sono un vincente. Mi sono costruito così fin dalla nascita. Non sono mai caduto, io. Io non cado mai. Dicono che quando cadi poi ti puoi anche rialzare. E magari pure vincere. Sono sciocchezze. Messe in giro da chi è debole. Ma i deboli non fanno per me. L’unico modo per non perdere è non cadere. Sia psicologicamente che fisicamente. Se stai cadendo hai già perso. Giusto, forestiero?»

L’avventore si lascia tentare da un commento. 
«Vuoi proprio sapere come la penso, amico? Puoi cadere. Capita. A tutti. Ma se cadi, non hai ancora perso.»
«Ma cosa stai dicendo?»
«C’è un errore nel tuo ragionamento.»
«Un errore? E quando mai? La gente in genere sta zitta e mi ascolta. E ha solo da imparare da me. Mi pare che invece tu te la tiri un po’ troppo. Che ne sai di quello che dici?»
«Sei stato tu a chiedere e ti stavo rispondendo. Pensavo di essere cortese. Ma se vuoi, non c’è problema: me ne stavo già andando…»

Il giovane, con la mano, lo invita sbrigativamente a proseguire. 
Il forestiero riprende. 
«In un combattimento a due, ad esempio, mentre stai cadendo, se sei abile e riesci a non cedere alla spinta contraria dell’altro, controbilanciandola con la tua, puoi ancora mettere in atto una mossa ben diretta che destabilizzi l’altro e magari con questa puoi addirittura conquistare la vittoria. Dipende. Dalla forza che in quel momento sei capace di esprimere; ma soprattutto dalla intelligenza. E dal livello di bravura, frutto di addestramento e di esperienza. In quel caso proprio la possibile incipiente caduta diventa un momento cruciale che si trasforma in opportunità. Certo, non sono cose facili e non sempre ti riescono: c’entra anche la buona sorte».

«Chiacchiere, forestiero. Tutta teoria. Che mestiere fai nella vita?»

Il forestiero paga la consumazione e si avvia alla porta. Prima di uscire, fa un cenno di saluto al giovane.
«Sono cintura rossa di karate, amico. Alleno campioni. Non bulli». 

*** Massimo Ferrario, Cadere non è perdere, rielaborazione in forma di breve racconto di uno spunto contenuto in Alejandro Jodorowsky, Cabaret mistico, 2006, Feltrinelli, 2008


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