'Autososospeso' dal Pd, mentre continua a essere al centro di intercettazioni che definire volgari è un apprezzamento estetico, ieri ha aperto il convegno della ‘sua’ corrente di partito.
Logico, no?
“Perché non dovrei farlo?”, domanda con finto stupore e sostanziale iattanza.
Ha ragione.
Poi magari ci si chiede perché il Pd non riesce a esistere: l’estinzione è un giusto destino quando i dirigenti sono di questo calibro.
Quando esiste uno come Luca Lotti.
Quando il segretario attuale del partito, scivoloso come una saponetta sotto la doccia, brilla per la capacità di non prendere posizione con il solo fine di tenere insieme tutto-e-tutti e anche quando parla non emette contenuti perché, come ripete, ha “l’ossessione dell’unità”.
Oppure quando il più grande perdente della storia, grazie alla caterva di pentole bucate rifilate al pubblico osannante nelle convention a base di slide intonate all’insulso ‘pensiero positivo’, critica la politica passata del Pd dimenticando che all’epoca lui ne era ancora l’infausto segretario.
In Mixtura ark #Spilli di Massimo Ferrario qui
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