In guerra spariscono non solo le sfumature, ma proprio il diritto alla complessità - e un po' anche la libertà di pensiero.
Sembra che sia necessario mettere l'elmetto non solo sulla testa, ma proprio sulla mente. Sennò è intelligenza con il nemico.
Però è curioso: è proprio la nostra cultura occidentale e democratica - quella che affonda le sue radici nella classicità ateniese e poi nell'idea illuminista di sottoporre tutto il reale al vaglio della ragione - che ci suggerirebbe l'opposto.
In sostanza, qui sembra che difendiamo l'Occidente rinnegando i suoi principi fondanti - il dubbio, non la certezza; la laicità e pluralità di pensiero, non l'adesione acritica a una chiamata alle armi intellettuale; la salvaguardia di spazi comuni anche nel conflitto (come nelle Olimpiadi dell'antica Grecia) non la cancel culture verso chiunque, direttore d'orchestra o calciatore, abbia la colpa di essere cittadino dello Stato nemico.
Per chi come me ama davvero i valori su cui abbiamo fondato la nostra civiltà europea non è affatto una buona notizia.
*** Alessandro GILIOLI, giornalista, direttore di Radiopopolare, facebook, 1 marzo 2022, qui
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