Volevo scrivere qualcosa sulla primavera.
Anche un solo verso.
Volevo scrivere una rima resistente all’orrore.
Usare parole piccole per ingannare la vergogna.
Il sole.
Un fiore.
Niente.
Sono arrivate parole scomode.
Sono arrivate grida di donne
e sangue rappreso sulla fronte che imbratta i capelli
e la mia coscienza.
Ho provato a mettere insieme
la parola risveglio
con qualcosa che fosse caldo
e profumasse di vita
e facesse luce.
Non è arrivato niente.
Quest’anno niente cambi di stagione
e il cuore è tornato vecchio
a servizio della rabbia.
È una primavera che finge la pace
e intanto va a fare la spesa di armi al buio per non farsi vedere
e al semaforo abbassa il volume al dolore,
finge che siamo salvi
almeno noi.
Niente prati odorosi
e giornate che allungano la luce.
Qui si allungano solo le ombre.
*** Manuela TOTO, psicoterapeuta, facebook, 'sotto le scale', 21 marzo 2022, qui
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