sabato 10 febbraio 2018

#SGUARDI POIETICI / All'armi siam fascisti! (Franco Fortini)

Sulle piazze delle città, nelle vie dei vecchi borghi,
ecco gli importanti, i dignitari, i fiduciari,
i potenti, le eccellenze, gli eminenti,
gli autorevoli, gli onorevoli, i notabili,
le autorità, i curati, i podestà,
gli uomini dell’autorizzazione, dell’intimidazione,
dell’unzione e della raccomandazione;
ecco quelli che fanno il prezzo del grano e delle opinioni,
che hanno in pugno il mercato del lavoro e quello delle coscienze,
e ci sono quelli che aprono gli sportelli,
baciano la mano a “voscenza”, e ringraziano sempre
perché non sanno mai i propri diritti.
Eccoli dire di sì: 
di sì
perché lo fanno tutti, 
di sì
perché lo ha detto monsignor vescovo
e il commendatore che ha studiato, 
di sì
perché hanno quattro creature, 
di sì
perché bisogna far carriera, 
di sì
perché non vogliamo più essere morti di fame, 
di sì
perché ho un credito, 
di sì
perché ho un debito, 
di sì
perché ci credo, 
di sì
perché non ci credo.
Perché tanto nulla conta.
Perché io non conto nulla…

Di sì
perché non ho più compagni.

*** Franco FORTINI, 1917-1994, poeta, critico letterario, All'armi siam fascisti, 1961.
Versi dal film All’armi siam fascisti! realizzato da Lino Del Fra (1927-1997, romano, regista e sceneggiatore), Cecilia Mangini (1927-, pugliese, regista e fotografa) e Lino Miccichè (1934-2004, siciliano, storico e critico cinematografico). Musica di Egisto Macchi (1928-1992, toscano, compositore). Da 'Canzoni contro la guerra', qui

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Sempre in 'Canzoni contro la guerra, qui, dal libretto che accompagna il dvd del film, pubblicato a cura di Rarovideo; recensione sul sito della Scuola di cinema documentario intitolata a Cesare Zavattini:
“All’armi siam fascisti!” rivoluzionò il cinema documentario in Italia e fu da subito una spina nel fianco di un paese che, ancora saldamente in mano a molti degli stessi protagonisti e conniventi del Ventennio, si affacciava sull’epoca radiosa del boom economico, ben disposto a stendere un velo pietoso sul recente, interminabile passato di dittatura, di sangue e di guerra. I registi Del Fra, Mangini e Miccichè penarono non poco nel realizzare questo capolavoro: prima, l’Istituto Luce, detentore dei diritti su tutti i cinegiornali e documentari girati durante il Ventennio, di punto in bianco revocò l’autorizzazione d’accesso ai propri archivi e all’estrazione di copia delle sequenze individuate; poi fu il Ministero dello Spettacolo a negare permessi ed autorizzazioni… Ma intanto il film era approdato alla Mostra del cinema di Venezia del 1961 ed era evidente che nessuno e nulla avrebbe potuto fermarlo, perchè non c’era fotogramma che non fosse tratto da documenti autentici dell’epoca e quindi ogni immagine era inequivocabilmente vera, difficile vietarne la libera ed integrale visione se non per motivi indicibili, inconfessabili.
Eppure per mesi fu ritardato il visto della censura. Solo in seguito alla coraggiosa iniziativa personale del sindaco di Firenze Giorgio La Pira, democristiano ma illuminato, che decise di proiettarlo comunque pubblicamente al Festival dei Popoli, finalmente nel marzo del 1962 “All’armi siam fascisti!” ebbe l’autorizzazione a circolare. Tuttavia molte copie già nelle sale vennero tagliate (la sequenza dei preti che fanno il saluto romano e quella dei matrimoni e dei parti di massa per fornire “figli alla patria”) e ad un festival in Cecoslovacchia il film non venne proiettato a causa delle sequenze sul culto della personalità di Stalin e sul patto Molotov-Ribbentrop e per via di un passaggio in cui Fortini paragona la guerra di Spagna alla repressione in Ungheria.
E poi “All’armi siam fascisti!” provocò le reazioni, diciamo, “scomposte” dei missini. A Roma, dopo la proiezione al cinema Quattro Fontane, i fascisti scaraventarono dalle finestre sedie e tavoli sopra al pubblico in uscita dalla sala, causando decine di feriti. E non fu un episodio isolato… Come scrive Fortini: “Questo film non vuole persuadere nessuno. Questo film vuole dire soltanto che noi siamo i figli degli eventi riassunti da questo schermo, ma che siamo anche i responsabili del presente. In ogni momento, in ogni scelta, in ogni silenzio come in ogni parola, ciascuno di noi decide il senso della vita propria e di quella altrui.”


All'armi siam fascisti!
testo di Franco Fortini, dal film omonimo, 1961
video 1min13

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