Secondo i più recenti studi scientifici, l’Universo ha un’età di 13,8 miliardi di anni e i primi segnali di vita sulla Terra risalgono a 3,8 miliardi di anni fa.
Homo Sapiens pare essere comparso circa 200 mila anni fa: prima in Africa e poi, con migrazioni successive, in ogni punto del globo.
13,8 miliardi. 3,8 miliardi. 200mila.
Sono numeri difficili da fare propri: le loro dimensioni ce li rendono troppo lontani. Concettualmente inafferrabili.
Per visualizzarli meglio, possiamo riportare tutto al calendario di 1 anno.
Con questa metafora possiamo fissare almeno 5 eventi storici fondamentali:
* il Big Bang dell’intero Universo si colloca al 1 gennaio;
* il 20 settembre si hanno i primi germogli di vita sulla Terra: batteri unicellulari e alghe azzurre;
* il 25 dicembre si diffonde Homo Sapiens;
* il 31 dicembre, 1 minuto prima della mezzanotte, si affermano industrializzazione e capitalismo;
* sempre il 31 dicembre, 5 secondi prima della mezzanotte, Internet fa i suoi primi passi sui nostri computer.
Il calendario di 1 anno sarebbe un riferimento utile da non dimenticare. Anche per tentare di tenere sotto controllo, ogni volta che ci ricordassimo questi pochi dati, l’hybris onnipotente che ci caratterizza e che a troppi fa anteporre la D al proprio Io.
Già: siamo esseri insignificanti.
Come umani, abbiamo fatto e facciamo cose incredibili.
Ma siamo un pulviscolo invisibile nel Tutto: immersi in un Universo dal diametro di 93 miliardi di anni luce.
E questo almeno per quella parte di Universo che riusciamo ad osservare.
Perché alcune speculazioni teoriche sul Multiverso di cosmologi e fisici ipotizzano che il nostro Universo sia solo uno tra i molti che possono esistere.
Un Tutto che non finisce mai.
E noi un infinitesimale, miserevole e trascurabile, di cui.
*** Massimo FERRARIO, 1946, Un anno di calendario, ‘Mixtura (masferrario.blogspot.com’), 18 luglio 2023
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