sabato 6 gennaio 2024

#FAVOLE & RACCONTI / Il vecchio, le uova, la giovane signora (Massimo Ferrario)

Al mercato, un vecchio seduto su una sedia sgangherata e coperto di poveri stracci, mostra alcuni cesti per terra davanti a sé: contengono in tutto una cinquantina di uova. Un cartello ne indica il prezzo: ogni uovo 50 centesimi, 5 uova 2 euro.

Una giovane signora, tutta ingioiellata e con un pellicciotto alla moda, percorre le bancarelle, curiosando. Si ferma davanti al vecchio e con voce assertiva, come stesse sparando un comando, annuncia: "Ne compro otto. Però a non più di 2 euro. Se ti va bene, vecchio, d’accordo. Se no pazienza: troverò un'altra bancarella".
Il vecchio scuote la testa: “Se ne compra 10, sarebbero 4 euro. Ma per lei posso fare 3 euro”. 
La donna si irrita: “Ho detto 8 uova a 2 euro. Prendere o lasciare. E non farmi perdere tempo”.
Il vecchio, umiliato, china il capo: "Sono costretto ad accettare. Finora non ho venduto neppure un uovo e a casa ho una famiglia da mantenere. Mi auguro che il suo acquisto sia di buon auspicio perché altri clienti vogliano comprare le mie uova. Sono freschissime: le ho tolte stamattina presto alle mie galline."
La giovane signora paga, visibilmente soddisfatta: come se, imponendo lo sconto deciso da lei, avesse vinto una grande partita della sua vita. Poi si incammina verso il ristorante più famoso e caro della città, dove ha prenotato un tavolo per lei e la sua amica.

Il pranzo dura almeno due ore: il maitre ha proposto ogni ghiottoneria, lei e la sua amica hanno detto sì a tutto e le portate non finivano più. Le due donne, mentre chiacchieravano confessandosi i pettegolezzi della settimana, avevano piluccato qualcosa da ogni piatto, alla fine lasciando la maggior parte del cibo. Il maitre, subito allertato dallo stuolo di camerieri dedicati al loro tavolo, si era preoccupato che qualcosa potesse non essere di loro gradimento e si era detto pronto a intervenire con lo chef perché provvedesse a riparare in base ai loro gusti. Le donne l’avevano tranquillizzato: era tutto più che perfetto. Solo che - ma questo non lo dissero - erano ambedue convinte che le ‘vere signore’ devono sempre limitarsi ad ‘assaggiare’ il cibo che hanno di fronte e mai devono mostrare di ‘mangiare’ con piacere tutto ciò che è servito nei piatti.

Il conto alla fine è salato, anche perché, per ogni portata, le due amiche hanno scelto etichette diverse di vino pregiato, che si sono limitate a centellinare in calici speciali, lasciando nei secchielli tutte le bottiglie appena aperte. Al momento di pagare i 400 euro richiesti, si compie il solito rito: tutte e due esibiscono la carta di credito per offrire all'altra il pranzo, ma la giovane donna che ha comprato le uova si impone. E al maitre, con un sorriso soddisfatto e compiaciuto, lascia cento euro in contanti come mancia. 

All'uscita la giovane donna è bloccata da un ragazzino che le si para davanti e non la fa proseguire. Con piglio sbrigativo, il ragazzo le intima: "Cara signora, lei ora mi deve spiegare perché".
La giovane donna è sbigottita. "Cosa significa che ‘ti devo spiegare perché’? E poi, tu chi sei? Io non ti conosco e non ti permetto di chiamarmi cara signora".
“L’ho seguita fin dal mercato: quando si è fermata ad acquistare le uova da quel vecchio. E poi, dopo essere entrato al ristorante da un angolo riparato della sala ho assistito al momento del conto. Ho visto che lei ha sfilato dal portafoglio un bigliettone da cento euro come mancia per il maitre. Immagino che il conto sarà stato in proporzione.” 
“E con questo? Ho fatto qualcosa di male?”
“Sì.”
La donna strabuzza gli occhi. “Ma stai scherzando? Chi sei tu, povero ragazzino, per decidere il bene e il male e valutare il mio comportamento? Non posso andarmene a mangiare dove voglio e lasciare la mancia che voglio a chi voglio?”
“Certo che può. Così come può continuare a esibire arroganza con un vecchio che vende uova a pochi centesimi per sfamare la sua famiglia, sfruttando la sua posizione di ricchezza e di potere e facendo la taccagna per il puro gusto di imporre la sua volontà…”.
“E allora, cosa vuoi da me? Lasciami passare. O chiamo la polizia.”
“La chiami: non le ho fatto nulla. Lei è libera di comportarsi come crede: non è la prima e non sarà l’ultima che sfrutta e umilia, imitando chi è forte coi deboli e debole coi forti. Ma anch’io sono libero: almeno di dire la mia e di esprimerle tutto il mio schifo. Poiché lei ha trovato un ragazzo educato, mi trattengo dallo sputarle in faccia: se lo meriterebbe, cara signora”.

*** Massimo Ferrario, Il vecchio, le uova, la giovane signora, 'Mixtura', 6 gennaio 2024. Libera riscrittura di un testo diffuso in diversi siti web.


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