Spiove; e dispare di là dal colle
l’ultima ombra del temporale.
Tutto immoto, dentro un’eguale
dolcezza, pallida e molle.
Ma tutto vivo con gioia nuova:
l’albero aperto all’immenso cielo,
il fiore drizzato sullo stelo,
l’erba ingemmata dalla piova,
e quel nuvoletto color di gaggia
che beve il sole calato tra i monti,
e questo parlio modulato di fonti
che invisibili scorrono via.
Non c’è più un alito di vento;
più non si vede ombra di morte.
Tutte le cose ferme ed assorte
nel prodigio d’un ricreamento.
Tutto immoto, dentro un’eguale
dolcezza, pallida e molle.
Ma tutto vivo con gioia nuova:
l’albero aperto all’immenso cielo,
il fiore drizzato sullo stelo,
l’erba ingemmata dalla piova,
e quel nuvoletto color di gaggia
che beve il sole calato tra i monti,
e questo parlio modulato di fonti
che invisibili scorrono via.
Non c’è più un alito di vento;
più non si vede ombra di morte.
Tutte le cose ferme ed assorte
nel prodigio d’un ricreamento.
*** Diego VALERI, poeta, 1887-1976, Sereno, da Poesie, 1962, in 'il canto delle sirene', 15 agosto 2021, qui
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