martedì 4 febbraio 2025

#FAVOLE & RACCONTI / Il desiderio di un bambino (Massimo Ferrario)

La maestra Flavia e il marito Fabio finiscono la cena. Il marito sparecchia la tavola e mette i piatti in lavastoviglie, mentre la moglie estrae dalla borsa i compiti dei suoi alunni. Sono temi che ha dato in classe due giorni fa. Con l'amica Chiara, maestra di un'altra sezione frequentata anche dal loro figlio Marco di otto anni, aveva deciso di dare un tema comune alle due classi, dal titolo 'Il mio desiderio': ambedue le maestre volevano sondare il vissuto di un gruppo numeroso di bambini circa i loro più importanti desideri, soddisfatti o insoddisfatti. 

Flavia sta leggendo con attenzione tutti i temi.
A un certo punto si fa più seria. Le si scurisce il volto, si tocca più volte la fronte come per scacciare ciò che ha letto e le cade la penna. 

Fabio, che sta scrollando lo smartphone in poltrona, alza il capo e gli sembra di cogliere nella moglie, seduta di fronte a lui al tavolo, una preoccupazione particolare.
«Che è successo, cara?».
«L'altro giorno io e Chiara abbiamo assegnato un tema in classe, dal titolo 'Il mio desiderio'». 
«E allora?».
«Ai bambini è piaciuto. Hanno scritto pagine intere. Hanno risposto con sincerità, dicendo cose interessanti: qualche volta sorprendenti. E' la conferma che noi adulti abbiamo molto da imparare da loro. Anche se ascoltarli può sconcertarci».
«Addirittura?»
«Ti leggo un tema». 
Fabio è curioso. 
«Ascolto».
Flavia si schiarisce la voce, perché le risulta essere stranamente velata.
«E' di un maschietto. Scrive: 
"I miei genitori sono sempre occupati con i loro telefonini: leggono e scrivono in continuazione e qualche volta si mettono pure gli auricolari per ascoltare indisturbati. Il mio papà più della mia mamma, ma è una bella gara tra loro due. Quando papà torna dal lavoro e io gli chiedo di giocare dice sempre di essere stanco: non ha mai tempo per me, ma per il suo telefono è sempre disponibile. Anche la mia mamma, se è impegnata e il telefono squilla, smette qualunque cosa e risponde subito. Se invece io le chiedo qualcosa, mi dice che devo aspettare. Io aspetto, ma lei non smette mai di fare le cose sue, soprattutto se si tratta di leggere o inviare messaggi alle amiche. Insomma: tutti e due fanno quello che vedo fare sempre dagli adulti. Sono sempre lì con il telefonino al guinzaglio. Anche se veramente mi sembra che siano loro ad essere al guinzaglio dei loro telefonini. Sì, lo lo so che i miei genitori non sono cattivi: non è che non mi vogliono bene, è che sono indaffarati a fare sempre le cose loro, soprattutto quando hanno in mano il telefonino. Cioè quasi sempre. Perciò il mio desiderio è molto semplice ed è uno solo: diventare un telefonino. Così avrei la loro attenzione."»

Fabio si alza di scatto, facendo cadere l'iphone che aveva poggiato sulle ginocchia. Si dirige al tavolo dalla moglie, come per farsi consegnare il tema. 
«Chi l'ha scritto?», chiede con la voce un po' tremante. 
«Sì, l'hai capito. E' Marco, nostro figlio».

*** Massimo Ferrario, Il desiderio di un bambino, riscrittura di un testo diffuso in rete, 'Mixtura' (masferrario.blogspot.com), 4 febbraio 2025 - Illustrazione creata da GROK-AI


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