sabato 18 giugno 2016

#FAVOLE & RACCONTI / Il commesso (M. Ferrario)

Un giovane disoccupato, abituato a vivere in un piccolo paese senza grandi occasioni di lavoro, decide di tentare fortuna nella grande città. 
Si presenta in un grande magazzino e si offre come commesso. 
Il proprietario lo intervista. 
«Hai già avuto qualche esperienza come venditore?». 
Il giovane lo rassicura:
«Ma certo! Ho fatto il venditore per una piccola azienda. Poi però l’azienda è fallita e io mi sono ritrovato a spasso. Però ho bisogno di lavorare. Le assicuro che se mi assumerà non se ne pentirà».

Il proprietario trova il giovane simpatico: gli crede e concorda un contratto di prova di due settimane. Lo informa che non lo potrà seguire da vicino direttamente nel suo inserimento perché ha un altro negozio da avviare, ma che si farà vivo ogni sera per discutere con lui su come è andata la giornata. Poi gli promette che, se si dimostrerà capace, potrà fare carriera: anche la concessionaria di auto all’angolo, della quale lui è socio, ha bisogno di venditori.

Passa il primo giorno di lavoro e il giovane, la sera, è soddisfatto. 
Dopo la chiusura del magazzino, il proprietario va a trovare il ragazzo e lo interroga:
«Allora, quante vendite hai realizzato oggi?».
Il giovane sorride:
«Una!». 
Il proprietario sobbalza. 
«Una? Come una? Appena una vendita? E me lo dici così, ridendo? Lo sai che i nostri commessi in un giorno realizzano dalle venti alle trenta vendite? Non andiamo niente bene, caro ragazzo. Bisognerà che tu ti dia una mossa, altrimenti non arriviamo neanche ai tre mesi del contratto di prova… Mi sa che ho sbagliato a fidarmi di te.»

Il ragazzo continua a sorridere.
Il proprietario è infastidito. 
«E sorridi per giunta… Mi prendi anche in giro? Non so proprio cosa ci sia da continuare a sorridere…».
Il giovane lo interrompe: 
«Non mi chiede di quanto è stata la vendita?».
Il proprietario lo incalza, distrattamente: 
«Avanti, sentiamo: di quanto è stata la vendita?».
Il commesso è preciso: «501.237 euro e 64 centesimi!».
Il proprietario crede di aver frainteso.
Rifà la domanda, ma riottiene la risposta di prima. 
Il ragazzo ha lo sguardo raggiante. 
«Ma è impossibile. Cosa hai venduto per una cifra di quel genere… ?!».
Il giovane racconta: 
«Beh, è entrato un cliente. L’ho squadrato e non c’è voluto molto per capire che era uno che poteva spendere. Un riccone, insomma. E poi…»
«E poi?», lo incalza il proprietario.
«Mi è sembrato un po’ triste e anche un po’ arrabbiato. E forse anche per questo aveva voglia di divertirsi in questo fine settimana. Ho capito che da anni non andava a pesca e che la pesca era la sua grande passione da ragazzino. Allora ho iniziato a vendergli un piccolo amo, quindi gli ho venduto quello medio, poi sono riuscito a vendergli quello grande, e quello gigante. Alla fine gli ho venduto anche una canna da pesca. Poi gli ho chiesto dove sarebbe andato a pescare e lui mi ha detto di voler andarsene al mare: l’aveva appena deciso, sarebbe passato da casa, qui a un chilometro, per informare la moglie e poi avrebbe proseguito. Allora gli ho detto che avrebbe avuto bisogno di una barca. Cosi siamo scesi al piano imbarcazioni e gli ho fatto comprare un Chris Craft cabinato da otto metri con due motori da 1000 cavalli. A quel punto gli ho chiesto che macchina avesse e lui mi ha risposto che aveva un’auto vecchia che avrebbe dovuto cambiare da almeno un anno ma non trovava mai tempo per farlo: allora gli ho detto che forse la sua auto non era proprio l’ideale per trainare quella barca, lui si è convinto, e io l’ho informato che il nostro magazzino è socio di una concessionaria presso cui abbiamo sconti particolari, così siamo andati qui accanto e sono riuscito a fargli comprare un Pajero 4x4 a iniezione.

Il proprietario trasecola. 
«Mi stai dicendo che un cliente è entrato per comperare un amo da pesca e tu sei arrivato a vendergli una barca a motore e un fuoristrada… ?!».
Il giovane scuote la testa. 
«Veramente non è andata proprio così».
Il proprietario sembra tranquillizzato. 
«Ah, ecco, volevo ben dire. Mi hai raccontato delle panzane. E come è andata allora?».

Il commesso riprende la spiegazione. 
«Lui per la verità era entrato per comperare una scatola di assorbenti per la moglie».
Il proprietario sbotta. 
«Senti, caro il mio venditore, ne ho abbastanza. Hai finito di prendermi in giro. Da domani puoi cercarti un altro posto in cui andare a raccontare le tue frottole. Con me hai chiuso».

Il giovane, calmo, prende lo scontrino con il dettaglio degli acquisti e le fatture della barca e dell’auto e lo passa all’uomo.
Il proprietario si strofina gli occhi per essere certo di non sognare. 
Legge: "amo piccolo, amo medio, amo grande, amo gigante, canna da pesca". Poi, in basso: "una confezione di assorbenti". E infine, allegate, due fatture: "una barca Chris Craft" e "un’auto Pajero 4x4". C’è anche un biglietto, scritto a mano dal ragazzo: 501.237 euro e 64 centesimi. 
Si passa la mano sulla fronte, sudata. 
Poi come parlando con se stesso bofonchia: 
«Ma come hai fatto…?».

E il commesso, serafico. 
«E’ stato semplice. Lui è entrato e mi ha chiesto degli assorbenti e io glieli ho dati. Poi, mentre lo accompagnavo alla porta, l’ho preso sotto braccio e, guardando il pacchetto degli assorbenti, gli ho sussurrato: “Allora questo fine settimana andiamo in bianco, vero?!”. Lui ha sorriso e ha ammesso, scuotendo il capo un po’ tristemente, che effettivamente, questo fine settimana… Poi, proprio mentre stava per uscire, ha gettato l’occhio sulle canne da pesca in bella mostra in vetrina: ho colto uno sguardo di nostalgia... Io sono subito intervenuto. “E allora, scusi, perché non se ne va a pescare?”». 

*** Massimo Ferrario, Il commesso, 2013-2016, per Mixtura - Riscrittura di un racconto-barzelletta diffuso in internet.

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