domenica 9 marzo 2025

#SPILLI / Manifestare per l'Europa? (Massimo Ferrario)

La manifestazione del 15 marzo programmata per l'Europa o è inutile o è pericolosa. E' inutile se si limita a comunicare un'ambiguità: si declama l'Europa nella sua astratta idealità senza precisare quale Europa concreta si vuole. E' pericolosa se comunica l'adesione a 'questa' Europa: con l'elmetto e con i missili, convinta di doversi difendere da una aggressione futura che si dà per certa e indiscussa predisponendo un riarmo di 800 miliardi (e la distruzione di welfare conseguente). Noi abbiamo urgenza di un'Europa che, prima delle armi, da subito e, senza eccezioni, continuativamente per ogni domani, metta in campo, come è nel suo spirito originario, una diplomazia che faccia della negoziazione 'win-win' l'unica arma possibile.
Non è una linea 'buonista' cara alle 'anime belle'. E' un'opzione concreta, realistica, pragmatica: basata non su un'ideologia 'pacifista', ma su un'analisi logica e fattuale della realtà. Della realtà presente e di quella, potenziale e probabile, prossima futura. Perché nell'attuale momento storico, il passaggio da missili a bombe nucleari più o meno 'tattiche' o addirittura 'strategiche', è un'ipotesi che non è nascosta dietro l'angolo: l'abbiamo di fronte. Ed è impossibile non vederla, vivida e a tutte maiuscole, se non si è ideologicamente ciechi, prigionieri del fascino suicida ben reso dal famoso grido biblico di "muoia Sansone con tutti i filistei". La guerra inizia ben prima del lancio di missili. Comincia con due passi, percorsi in successione: (1) quando costruiamo la controparte come 'il nemico', e (2) quando ci convinciamo che 'il nemico' abbia già deciso di farci la guerra e non c'è altro modo che fargli la guerra per difenderci. Con la manifestazione del 15 marzo, volenti o nolenti, consapevoli o inconsapevoli, stiamo creando le condizioni, oggi negate ma domani, se non cambiamo subito direzione, più fondate che mai, per arrivare alla guerra. Pur continuando a ripeterci che noi non vogliamo la guerra e che è il nemico che ci costringe a metterla in conto, rischiamo domani di ritenere la guerra l'unica scelta possibile. Naturalmente, come sempre nella Storia, diremo poi che noi la guerra non l'abbiamo voluta, che l'abbiamo fatta per autodifesa e che la colpa è del nemico.
Sempre che la guerra non sia diventata nucleare e noi si sia ancora vivi per dire qualcosa. 

*** Massimo FERRARIO, Manifestare per l'Europa?, 'Mixtura', 9 marzo 2025


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giovedì 6 marzo 2025

#SPILLI / Il Potere che rende uguali uomini e donne (Massimo Ferrario)

Un tempo, quando ero giovane, speravo che le donne, per ragioni bio-culturali più orientate alle relazioni, all'empatia e alla cura, potessero proteggere il mondo dalle guerre.

Oggi ho decisamente perso questa illusione.

Vedo che le donne, sempre più arrembanti e in 'similmaschio' (forse arrembanti proprio perché in 'similmaschio), sono belliciste come gli uomini. E spesso ancora di più.

Ammetto che questa mia visione possa essere frutto di una percezione distorta dovuta al mio pregiudizio favorevole dell'età giovanile. Ma a me sembra un dato oggettivo. E per confermarlo, basta contare il numero delle donne leader, non solo di istituzioni, ma anche di imprese, che non fanno mistero delle loro orgogliose affermazioni/scelte quotidiane, ispirate a una visione del mondo 'aggressivamente armata'. 

Cosa le ha cambiate? La mia ipotesi è il Potere. 

Quando raggiungono il Potere - e oggi, sia pur sempre in minor quota rispetto agli uomini, le donne sono al Potere in molti tavoli dai quali possono esprimere una leadership netta e di forte impatto su ampi contesti - le donne non hanno remore ad indossare l'elmetto, con sicurezza e sicumera. E non hanno difficoltà a competere con gli uomini su chi, senza apparenti problemi di coscienza, è più tranquillamente orientato ad assumere scelte aggressive, finanche belliche, in linea con una visione del mondo sempre più polarizzata. Divisa tra innocenti e colpevoli. Tra buoni e cattivi. Dove, naturalmente, chi polarizza si colloca sempre, con orgogliosa nettezza, tra i primi.

Forse il femminile agisce ancora, intaccato, tra le donne 'senza-potere': favorendo mediazione, diplomazia, accoglienza dell'altro, e ricordando l'interdipendenza di persone, strutture, sistemi come fattore cruciale di tenuta-insieme del mondo. Ma tra l'élite che conta, prevale il maschile orgogliosamente 'alfa': e la differenza donne-uomini, se non è già del tutto persa, sfuma sempre più. 

Insomma: l'alternativa al vecchio 'homo homini lupus' (lo speranzoso 'homo homini homo': dove 'homo' va inteso ovviamente come comprendente tutti noi, uomini e donne) sembra definitivamente accantonata. Anzi: chi ancora la evocasse, uomo o donna che sia, sarebbe guardato come il solito 'buonista' che non ha capito come gira il mondo. 
 
Perché il Potere, evidentemente, rende tutti uguali.
E questo credo sia la più grande perversione che il Potere, nei tempi attuali, ha operato. Ci sta mostrando, come unica opzione di vita, un bellicismo incontrollato come sola via di sopravvivenza: una falsa potenza che, se realizzata, concorrerà al suicidio generale. 

*** Massimo Ferrario, Il Potere che rende eguali uomini e donne, 'Mixtura', 6 marzo 2025


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