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domenica 31 marzo 2019
#VIDEO / Gli angeli esistono...
Gli angeli esistono...
video, 2min26
Ogni tanto è bello lasciarsi toccare da momenti toccanti... (mf)
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#NATURA_MORTA / Adriaen Coorte
Adriaen COORTE, 1665ca-1707ca
pittore olandese
via facebook, 29 marzo 2019, qui
° ° °
Adriaen COORTE, 1665ca-1707ca
pittore olandese
via facebook, 29 marzo 2019, qui
° ° °
Adriaen COORTE, 1665ca-1707ca
pittore olandese
via facebook, 29 marzo 2019, qui
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Adriaen COORTE, 1665ca-1707ca
pittore olandese
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#SGUARDI POIETICI / Nella mia classe c'è un ragno elegante (Massimo Salvadori)
Nella mia classe c'è un ragno elegante
dalle zampette lunghe lunghe e sottili.
Si cala dall'alto, me lo ritrovo alle spalle
dopo che ho scritto alla lavagna.
Appeso compìto al suo filo, mi verrebbe da dire
"cosa ne pensi, mi sono spiegato?
*** Massimo SALVADORI, poeta e insegnante, facebook, 25 marzo 2019, qui
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dalle zampette lunghe lunghe e sottili.
Si cala dall'alto, me lo ritrovo alle spalle
dopo che ho scritto alla lavagna.
Appeso compìto al suo filo, mi verrebbe da dire
"cosa ne pensi, mi sono spiegato?
*** Massimo SALVADORI, poeta e insegnante, facebook, 25 marzo 2019, qui
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#SENZA_TAGLI / La famiglia non la imbrigli e l'amore non lo imbrogli (Marianna Aprile)
Ok. Allora parliamo di famiglia.
Vivo tra due città, mettendocene in mezzo decine di altre ogni anno, per lavoro o per passione. In ciascuna delle due città, e in alcune delle altre, vivono persone che hanno in mano un pezzo del mio cuore.
I miei genitori, mia sorella, quel gran figo di mio nipote, gli amici di sempre, quelli nuovi con cui però ti sei sentita a casa da subito (e hai fatto bene), quelli rimasti in dono da storie finite, quelli che non se ne sono mai andati nonostante le liti, quelli da cui sono riuscita a tornare, quelli che magari non li senti per mesi (e quasi sempre è colpa mia) ma ci sono e ne hai conferma alla prima telefonata.
La mia famiglia d'origine vive a 600 km da me, ma ce n'è un'altra, naturale come l'amore e la cura che la tengono insieme, che è sparpagliata e nulla ha a che vedere con il sangue, i concepimenti, le gestazioni.
Ha a che fare con l'amore, la comprensione (soprattutto dei difetti), i consigli, i rimproveri, il sostegno, i “no”, le reprimende, gli incoraggiamenti, le parole messe al posto giusto anche nei momenti sbagliati, i progetti in comune, specie quelli irrealizzabili.
Non c'è un unico posto che io possa definire “casa” senza fare torto ad altre case che sento mie: quella dei miei, quelle di Alessio, Lavinia, Alessandra.
E mi basta un'occhiata a questo puzzle pazzo di amori e luoghi, che sfugge a qualsiasi definizione, per avere la certezza che chi ha in testa uno schema fisso in cui incarcerare cuori e anime e diritti non può che essere destinato a perdere, anche se vince un'elezione.
Chi pensa di poter insegnare, anzi no, imporre a chiunque altro un solo modo di amare e sentirsi a casa, è votato all'estinzione. Perché la vita, con tutto quello che la rende tale, tende alla complessità, da sempre. E l'unico vero modo per tutelarla è celebrare tutte le forme che riesce a prendere, stupendoci ogni volta e confermandoci che ha sempre molta più fantasia di quanta potrà mai averne ciascuno di noi.
La fantasia, specie quella della vita, con quel suo scartare di lato senza preavviso, può far paura. E io lo capisco che chi ha paura cerchi di difendersi con regole e diktat in cui imbrigliare la propria, di vita, perché non faccia troppe sorprese. Lo capisco e lo rispetto.
Io però paura non ne ho. E non ne hanno le persone della mia famiglia strampalata e sparpagliata, che le sorprese della vita le hanno sempre accolte, talvolta cercate e sempre difese. Amandosi senza chiedere il permesso o chiedersi se fosse giusto. Decidendo di fare un figlio o di non farlo. Di amare una, nessuna o mille persone. Facendo l'amore per amore, per gioia, per non sentirsi sole o perché altri non lo fossero. Battendosi perché la loro libertà fosse accessibile anche ad altri, raccontandogliela, insegnandogliela, mostrando loro quanto vicina possa essere.
Come definizione di famiglia è un po' lunga, mi rendo conto. Ma, come dicevo, la famiglia non la imbrigli, neanche nelle frasi corte. E soprattutto l’amore non lo imbrogli con regole che servono solo chi ha paura.
*** Marianna APRILE, giornalista, facebook, 30 marzo 2019, qui
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#VIGNETTE / Pro-life (MotoKa.)
sabato 30 marzo 2019
#HUMOR / Attenzione alle persone posate
dalla rete
Anche le persone posate possono smettere di fare le posate (mf)
#FUMETTI / No, è uno spaventapasseri (Fabio Coala)
#SENZA_TAGLI / Essere famiglia (Cecilia Sarti Strada)
Famiglia, per me, è quel posto dove ci si scambia pane, amore e cultura. "Essere una famiglia" non ha niente a che fare con il genere o l'orientamento sessuale dei suoi componenti, né con la biologia. Ha molto a che fare con il rispetto, la solidarietà, il prendersi cura, il chiedere "Hai mangiato?".
Così, a occhio, penso che a Verona ci sarà molta più "famiglia" fuori, alla manifestazione, che dentro le sale del congresso. E buon fine settimana, con tanto pane, amore e cultura.
*** Cecilia SARTI STRADA, sociologa, già presidente di Emergency, facebook, 29 marzo 2019, qui
In Mixtura i contributi di Cecilia Strada qui
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#VIGNETTE / Regalare un feto di plastica (Mauro Biani)
#SGUARDI POIETICI / Può essere bello lo stesso (Gabriella Leto)
Può essere bello lo stesso
un mondo che non ha colore
che si svigorisce che langue
che indossa un vestito dismesso.
Ma io vorrei ritrovare
il verde mutante del mare
il blu da parata d’onore
il rosso fiottante del sangue
col dolce perverso suo odore.
un mondo che non ha colore
che si svigorisce che langue
che indossa un vestito dismesso.
Ma io vorrei ritrovare
il verde mutante del mare
il blu da parata d’onore
il rosso fiottante del sangue
col dolce perverso suo odore.
*** Gabriella LETO, 1930, scrittrice, poetessa, traduttrice, da L'ora insonne, Einaudi, 1997, in 'larivistaintelligente.it', 22 febbraio 2019, qui
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#SPILLI / Ma in che anno siamo? (Massimo Ferrario)
Ma se sei per la famiglia tradizionale, chi ti impedisce di esserlo?
Ma se sei per il no all’aborto, chi ti obbliga ad abortire?
Ma se sei per il no al divorzio, chi ti obbliga a divorziare?
Ma se sei per il no alla fecondazione artificiale, chi ti obbliga a farti fecondare artificialmente?
Ma se sei contro le unioni civili, chi ti obbliga a unirti civilmente?
Ma se sei per il no al testamento biologico, chi ti obbliga a fare testamento biologico?
Ma se sei per il no all’eutanasia, chi ti obbliga domani a scegliere per te l’eutanasia?
Ma se credi nel tuo dio, chi ti autorizza a imporlo a chi segue un'altra religione, oppure vive tranquillamente bene senza dio e non pretende di convertire nessuno al suo pacifico ateismo?
Domande banali. Che dovrebbero essere retoriche. Con la risposta scontata incorporata: niente e nessuno ti impedisce di fare ciò che vuoi.
Invece, non so se questo è un ritorno all’epoca dell’Inquisizione, delle streghe, delle crociate e del missionarismo cattolico prepotentemente integralista, quando non omicida, ma certo, in Italia e in molte parti del mondo, è come se non fossimo, come siamo, nel 2019. E la rivoluzione francese, l’illuminismo, le faticose e travagliate conquiste dei diritti civili siano fatti storici mai esistiti.
Basta seguire il Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona, 29-30 marzo 2019, ed ascoltare un intervento a caso tra i tanti.
Divorzio, aborto, testamento biologico, unioni civili, fecondazione artificiale, proposte di eutanasia: tutto da smantellare, secondo la furia devastatrice di Gianfranco Amato, presidente nazionale dell’organizzazione Giuristi per la Vita, membro del Comitato Difendiamo i nostri figli, cofondatore e presidente dell’Associazione Scienza & Vita di Grosseto. (qui)
Aggiunge Massimo Gandolfini, il fondatore del Family Day, equiparando feti e bambini: «In Italia, dal 1978 a oggi, sono stati uccisi 6 milioni di bambini e ne sono stati salvati 200mila. Li ha salvati ad esempio il Movimento per la vita. Ecco, lo Stato ha tradito se stesso.» (Ansa, qui)
Si vuole uno Stato etico. Ma in che anno siamo?
*** Massimo FERRARIO, Ma in che anno siamo?, per 'Mixtura'
ellekappa
'la Repubblica', 29 marzo 2019
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#MOSQUITO / Famiglia come 'società naturale', il ruolo di Togliatti e Iotti (Federico Bardelle)
La Costituzione italiana dedica diverse disposizioni al tema della famiglia: l’art. 29, comma 1, Cost., in particolare, sancisce che «la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio».
La previsione si traduce in un riconoscimento esclusivo della famiglia legittima, una valvola di chiusura – e parametro di costituzionalità – per le evoluzioni legislative tese al riconoscimento di forme di famiglia diverse da quelle fondate sul matrimonio legittimo; tale orientamento, tuttavia, seppure attraversi tutti i colori del Parlamento, appare ingiustificato per svariate ragioni.
Accogliendo una simile interpretazione, infatti, il dato letterale di cui all’art. 29 Cost. dà vita ad un ossimoro: come può qualcosa di naturale, spontaneo e prestatuale, come la famiglia, fondarsi unicamente su un’istituzione giuridica artificiale, come il matrimonio? Si tratta di una proposizione impossibile: munita di senso, ma priva di significato. Tale contraddizione può essere sciolta solo ritenendo che il matrimonio sia una delle forme che la famiglia può assumere, una forma storicamente determinata – all’epoca dell’Assemblea Costituente – ma non la sola forma possibile.
Approfondendo l’intenzione del legislatore storico, inoltre, si scopre come l’art. 29 Cost., ed in particolare l’inciso «famiglia come società naturale fondata sul matrimonio», non sia stato frutto di un mero compromesso tra la parte cattolica e la sinistra. Nel seno dell’Assemblea Costituente, difatti, l’espressione “società naturale” non fu proposta da un cattolico, bensì da un noto e dichiarato esponente della sinistra, Palmiro Togliatti, mentre le riserve sul testo definitivo furono avanzate proprio dalla parte cattolica; questa inversione di ruoli – solo apparente, però – aveva una motivazione profonda: i cattolici, dopo aver perso la battaglia per inserire in Costituzione il principio dell’indissolubilità del matrimonio, avversarono fortemente l’uso dell’espressione “società naturale” per evitare di lasciare pericolosi spazi interpretativi, che avrebbero aperto il campo ad istituti giuridici potenzialmente nocivi per il matrimonio.
Nell’intento dei Costituenti, l’art. 29 Cost. non aveva una portata giusnaturalistica: la disposizione, infatti – per riprendere il pensiero di Nilde Iotti -, mirava ad evitare la pratica, diffusa nel precedente periodo fascista, dell’ingerenza dello Stato nell’autonomia della famiglia, palesata, ad esempio, nell’obbligo di improntare l’educazione familiare al sentimento nazionale fascista, nel divieto per gli ebrei di sposarsi in terra italiana o nel divieto di matrimoni tra italiani ed ebrei per non contaminare la razza; ne consegue – come affermato da Aldo moro – che l’art. 29 Cost. non è una definizione che ammette solo la famiglia legittima fondata sul matrimonio, ma è una determinazione di limiti all’ingerenza dello Stato, possibile solo in determinati casi eccezionali, come l’assicurare l’uguaglianza tra i coniugi o l’educazione della prole. In tal senso “naturale” significa “razionale”: la conformazione interna della famiglia, pertanto, non si deve esaurire fatalmente nel matrimonio, ma è rimessa alla razionalità dello sviluppo storico. (...)
*** Federico BARDELLE, 1988, avvocato, Famiglia come “società naturale fondata sul matrimonio”, il ruolo di Togliatti e Iotti, 'diritto.it', 16 maggio 2012, qui
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venerdì 29 marzo 2019
#QUADRI / Cats Night Painting (Jean-Jacques Sempé)
#VIGNETTE / Il futuro è fuori che ci aspetta (Migneco&Amlo)
#SPOT / Un tranquillo week end di paura (Luca Garonzi)
#SGUARDI POIETICI / Assenze (Salvatore Ronga)
Quel che ci separa
finisce sempre per unirci.
Il sasso,
la siepe,
l’oceano,
l’infinito siderale,
ogni prossimità
è smentita
per chi misura
con il palmo della mano
tra mignolo e pollice.
Ma io so pensarti lontano
quando mi sei vicino,
e viceversa,
quasi per gioco.
Io ti amo perché so pensarti assente
con ribelle acquiescenza.
finisce sempre per unirci.
Il sasso,
la siepe,
l’oceano,
l’infinito siderale,
ogni prossimità
è smentita
per chi misura
con il palmo della mano
tra mignolo e pollice.
Ma io so pensarti lontano
quando mi sei vicino,
e viceversa,
quasi per gioco.
Io ti amo perché so pensarti assente
con ribelle acquiescenza.
*** Salvatore RONGA, 1969, scrittore, poeta, Assenze, in 'larivistaintelligente.it', 10 febbraio 2019, qui
foto di Giovanna Nuvoletti
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#SENZA_TAGLI / Quelli che (Anna Mallamo)
Quelli a cui la famiglia tradizionale piace talmente tanto che ne hanno due, o tre. Oh yeah.
Quelli che inorridiscono "per il maschilismo dell'Islam", ma solo perché il maschilismo deve essere il loro. Oh yeah.
Quelli che no all'aborto, il feto deve avere inviolabili diritti, ma, quando diventa bambino o uomo, se viene da luoghi sgraditi con un barcone può tranquillamente affogare. Oh yeah.
Quelli che invitano a parlare delle donne il presidente della "Commissione patriarcale per la famiglia e la maternità" russo. Oh yeah.
Quelli che i diritti delle donne è meglio che li decidano gli uomini. Oh yeah.
Quelli che sono in maggioranza, anzi in stragrande maggioranza, ma si sentono minacciati dalle minoranze, e quindi vorrebbero sopprimerle. Oh yeah.
Quelli che non ricordano che anche l'orda primitiva era una società naturale, ma questo non la rende legittima. Oh yeah.
Quelli che se due dello stesso sesso si amano e vogliono stringersi in una relazione non hanno diritto alla stessa protezione e tutela degli altri perché sono contro natura anche se sono nati così. Oh yeah.
*** Anna MALLAMO, giornalista e blogger, facebook, 28 marzo 2019, qui
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#VIGNETTE / Allora, Rami, qualche idea? (Natangelo)
giovedì 28 marzo 2019
#COSE_PASSATE / All'Onestà
foto di Mauro Sessa
via facebook, 26 marzo 2019, qui
E' stata una catena italiana di grande distribuzione al dettaglio (abbigliamento, telerie, casalinghi e giocattoli) attiva nel secondo dopoguerra principalmente a Milano e dintorni, ma anche in Piemonte orientale (Biella e Novara), in Liguria (Sanremo e Ventimiglia) e a Rimini. Nata nel 1948, sopravvisse di poco al terzo millennio, quando ormai il suo momento migliore era da tempo finito: chiuse nel 2003
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#VIDEO / Danzare nel tempo (1920-2000)
Dancing Through Time, 1920-2000
video 3min26
Da Lindy Hop, Charleston, Tap, Rock n Roll, Swing, Disco, Breakdance, Hip Hop alle tendenze del 2000.
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#VIGNETTE / Allora, Ale, mi aiuti con le europee? (Natangelo)
#SGUARDI POIETICI / Crescere senza rumore (Giuseppe Caliceti)
C’è il sole.
Che bella giornata!
Sottoterra,
senza far rumore,
nel piccolo orto
della scuola,
cresce,
beata,
una patata.
Che bella giornata!
Sottoterra,
senza far rumore,
nel piccolo orto
della scuola,
cresce,
beata,
una patata.
*** Giuseppe CALICETI, insegnante, scrittore, Crescere senza rumore, 'strisciarossa', 22 marzo 2019, qui
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#SENZA_TAGLI / Famiglie, sinistra, destra (Paola Ronco)
La mia famiglia è composta da un amato compagno di vita, un figlio piccolo e una gatta grassoccia, oltre ad alcuni meravigliosi amici.
Non siamo sposati, lavoriamo tutti e due, nostro figlio va alla scuola materna. Probabilmente di figli ne avremmo fatti volentieri più di uno, se fossimo stati in condizioni economiche migliori.
Le cose di cui avrei avuto bisogno, se mi avessero chiesto, sono semplici:
- Un congedo di maternità decente, possibilmente più lungo, sicuramente non decurtato al 30%. A me è andata bene perché ho un datore di lavoro davvero invidiabile, ma per tutte ci vorrebbe la possibilità di scegliere, senza essere ricattate, senza il rischio di perdere il lavoro. Servirebbe, per tutti i padri, anche un congedo di paternità umano, non di quindici ridicoli giorni.
- Un contributo economico decente per le spese indispensabili. Per esempio pannolini non tassati al 22% come i diamanti (Edit, avevo scritto tartufi in origine, ma giustamente mi fanno notare che loro sono tassati al 5%), magari una fornitura di pannolini lavabili, che aiuterebbero anche l’ambiente.
- Un numero congruo di asili nido, prezzi decenti, una certa flessibilità nella scelta.
- Un’assistenza più umana anche dopo il parto, per esempio con delle visite a domicilio, anche a prezzi agevolati, per consigli sul benessere della madre, sull’allattamento, sulle tante domande dei primi giorni.
- Per tutte ci vorrebbero la possibilità di tornare al lavoro a tempo parziale se così si desidera, un aiuto economico concreto se si preferisce liberamente restare a casa per curare i figli, una maggiore semplicità nel reperire le informazioni su quello cui si ha diritto e su come si può ricevere aiuto.
Non apro nemmeno il capitolo dei genitori con figli disabili, perché so che la situazione è piuttosto drammatica.
Le cose di cui non ho mai sentito il bisogno, per aiutare la mia famiglia, sono ugualmente semplici:
- Non mi serve e non mi aggiunge niente negare ad altri tipi di coppie gli stessi diritti, che siano persone sposate in chiesa, coppie omosessuali, madri o padri single, famiglie arcobaleno.
- Non desidero una piccola mancia per aver fatto il mio ‘lavoro’ di madre per la patria, né mi interessa un ‘reddito di maternità purché me ne stia a casa’. Quello che mi serve è poter scegliere se, come e quando avere figli, e poterlo fare senza andare in rovina, perdere il lavoro o essere costretta a parcheggiare mio figlio in un asilo per dodici ore perché devo per forza lavorare per vivere.
- Non mi serve negare il diritto di tutte le donne alla loro autodeterminazione. Se una donna decide di abortire deve poterlo fare in sicurezza, secondo le leggi di uno stato laico, con medici non obiettori, senza ramanzine, predicozzi e giudizi morali. Se una donna decide di avere dieci figli o decide di non averne nessuno, è e rimane una questione sua. Se una donna ha delle difficoltà ad avere figli e ne vorrebbe, dovrebbe poter essere assistita in un percorso medico, senza spenderci i risparmi di una vita. Se una famiglia, qualunque sia la sua composizione, desidera adottare dei figli ed è idonea a farlo, dovrebbe poterlo fare senza le assurde tempistiche, i costi apocalittici e le difficoltà che ci sono ora.
Vedete, sarebbe stato semplice pensare alla famiglia in maniera normale. Un partito di sinistra, se esistesse, ci farebbe le barricate, per aiutare chi nonostante tutto, incredibilmente, tra milioni di difficoltà e in un tripudio di giudizi altrui non richiesti, decide di far nascere nuove vite e di prendersi cura degli uomini e delle donne di domani.
Sarebbe stato semplice, ma in Italia il battaglione della destra riconosce un’unica famiglia, bianca, italiana, cattolica, sposata, eterosessuale. Non fa niente nemmeno per lei, ma in compenso si affanna a negare diritti a tutte le altre, e per farlo meglio si riunisce insieme ai peggio oscurantisti mondiali e alle altezze reali. Un partito di sinistra normale, d'altro canto, in Italia non esiste.
*** Paola RONCO, facebook, 27 marzo 2019, qui
illustrazione di Marco Melgrati
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#VIGNETTE / Penso che questi valori della famiglia tradizionale (Danilo Maramotti)
mercoledì 27 marzo 2019
#VIDEO / In giro per New York, 1911 (MoMA)
Un giro per New York, 1911
dalla collezione del MoMA
youtube, 26 giugno 2017
video, 8min54
Poco meno di una decina di minuti per vivere, oltre Oceano, l'atmosfera di un secolo fa.
Immagini perfettamente conservate e proiettate con ritmo 'naturale'... (mf)
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#PUBBLICITA' / Contro l'inquinamento (NRDC)
#VIGNETTE / Lo so, dovrei amarmi (Fabio Magnasciutti)
#SGUARDI POIETICI / Preghiera della sera (Massimo Salvadori)
Fammi restare in silenzio
concedimi di scendere in strada
di camminare da solo
senza ammalarmi, senza sudare
tenendo l’angustia vicina alla gioia
nelle tasche di un cappotto invernale
e custodirle in silenzio
ugualmente lontane dalle mani
e dal cuore.
Dammi uno, due giorni
non altro, per portare insonne qui in giro
il rumore profondo che fanno
perché ho un inquieto bisogno di continuare a sperare
di sapere che da qualche parte mi aspetta
qualcuno
che forse lo merito ancora.
Fammi una seconda domanda
e se non rispondo
domandami ancora
concedimi questo miserevole tempo
senza pensare al giudizio che si accompagna alla morte.
Se non rispondo, comprendi
è solo paura, paura che sia troppo tardi
che tutto rimanga innamorato
incompiuto
per sempre
lontano.
*** Massimo SALVADORI, poeta e insegnante, Preghiera della sera, 'larivistaintelligente.it', 14 marzo 2019, qui
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concedimi di scendere in strada
di camminare da solo
senza ammalarmi, senza sudare
tenendo l’angustia vicina alla gioia
nelle tasche di un cappotto invernale
e custodirle in silenzio
ugualmente lontane dalle mani
e dal cuore.
Dammi uno, due giorni
non altro, per portare insonne qui in giro
il rumore profondo che fanno
perché ho un inquieto bisogno di continuare a sperare
di sapere che da qualche parte mi aspetta
qualcuno
che forse lo merito ancora.
Fammi una seconda domanda
e se non rispondo
domandami ancora
concedimi questo miserevole tempo
senza pensare al giudizio che si accompagna alla morte.
Se non rispondo, comprendi
è solo paura, paura che sia troppo tardi
che tutto rimanga innamorato
incompiuto
per sempre
lontano.
*** Massimo SALVADORI, poeta e insegnante, Preghiera della sera, 'larivistaintelligente.it', 14 marzo 2019, qui
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#SENZA_TAGLI / Quando l'albatro se la ride delll'arciere (Enrico Galiano)
Ma la cosa che adoro di più, forse, la più bella, è quando un ragazzo che ai tempi delle medie era preso in giro anche dai sassi perché strambo, perché goffo, perché brutto o anche solo perché diverso, lo incrocio per strada o sui social e adesso quella stranezza l'ha trasformata in qualcosa, in musica, in arte, o anche solo in un modo di essere fiero di esserlo, mentre quelli che ai tempi lo prendevano in giro e lo facevano stare male sono ancora fermi lì, dentro vite medie e destini medi, in replay infinito ancora a ridere dell'albatro che catturavano e scimmiottavano non si sono neanche accorti che quell'albatro, ora, vola nella tempesta e se la ride dell'arciere.
*** Enrico GALIANO, insegnante e scrittore, facebook, 25 marzo 2019, qui
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#VIGNETTE / E così è arrivata la primavera (Natangelo)
martedì 26 marzo 2019
#VERSETTI SATIRICI / La tartaruga (Trilussa)
Mentre una notte se n’annava a spasso,
la vecchia tartaruga fece er passo più lungo
de la gamba e cascò giù
cò la casa vortata sottoinsù.
Un rospo je strillò: “Scema che sei!
Queste sò scappatelle che costeno la pelle…”
Lo so – rispose lei – ma prima de morì,
vedo le stelle.
In Mixtura i contributi di Trilussa qui
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la vecchia tartaruga fece er passo più lungo
de la gamba e cascò giù
cò la casa vortata sottoinsù.
Un rospo je strillò: “Scema che sei!
Queste sò scappatelle che costeno la pelle…”
Lo so – rispose lei – ma prima de morì,
vedo le stelle.
*** TRILUSSA (Carlo Alberto Salustri), 1871-1950, poeta, scrittore, giornalista, da Cento Favole, Mondadori, 1934, Oscar Mondadori, 2003
https://it.wikipedia.org/wiki/TrilussaIn Mixtura i contributi di Trilussa qui
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#VIGNETTE / Valanga leghista (Vauro)
#SGUARDI POIETICI / La speranza (Giovanna Nuvoletti)
La speranza fa così male anche a te?
Ti si ficca come uno spunzone nel petto
Nello stomaco – che blocca la emorragia –
Ma se lo tolgono. Ma se lo tolgono muori.
La speranza è un buco
è un vuoto con la vita intorno
non è una caramella
non è dolce
non è un salvagente alla tua vita
la speranza è tutto quello che non hai –
la bugiarda bellezza.
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Ti si ficca come uno spunzone nel petto
Nello stomaco – che blocca la emorragia –
Ma se lo tolgono. Ma se lo tolgono muori.
La speranza è un buco
è un vuoto con la vita intorno
non è una caramella
non è dolce
non è un salvagente alla tua vita
la speranza è tutto quello che non hai –
la bugiarda bellezza.
*** Giovanna NUVOLETTI, 1942, fotografa, giornalista, scrittrice, direttore di 'La Rivista intelligente', La speranza, 'larivistaintelligente.it', 16 marzo 2019, qui
#SENZA_TAGLI / Odio, la droga del momento (Andrea Colamedici)
L'odio è la droga del momento.
Crescono a dismisura le fila dei drogati di odio, che quotidianamente ricevono la propria razione di rabbia quotidiana da sfogare sul prossimo.
L'assunzione costante di odio, esattamente come accade con le droghe, genera tre conseguenze: dipendenza, tolleranza e assuefazione.
Dipendenza, perché si desidera compulsivamente un nemico e non si riesce a vivere un solo giorno senza prendersela con un migrante, con un rom, con uno scrittore, con il "buonista" di turno.
Tolleranza, perché le dosi di odio devono aumentare progressivamente per garantire all'odiatore la soddisfazione iniziale, e al manovratore il controllo sulla massa di odianti. Bisogna odiare ogni giorno di più, e più forte, ferendo sempre più profondamente l'Altro. Perdendo, in questo modo, qualsiasi possibilità di tornare indietro e di riscoprirsi simili.
Assuefazione, perché si sviluppa una vera e propria necessità psicofisica di ferire. Ci si trasforma in odiatori integrali, alla perenne ricerca famelica di un bersaglio indicato dal leader di turno.
"Attacca!", è il sottotesto di gran parte della comunicazione politica del momento, che sprona quotidianamente i propri adepti a devastare i nemici del giorno.
Fermatevi, ora che siete in tempo. Fermatevi dal ripetere sempre gli stessi slogan: non vi sentite umiliati nell'essere diventati soltanto dei ripetitori?
*** Andrea COLAMEDICI, filosofo, editore di Tlon, facebook, 23 marzo 2019, qui
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lunedì 25 marzo 2019
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