martedì 31 luglio 2018

#HUMOR / Volevo andare a fare una corsa

via facebook, 31 luglio 208, qui

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#SPOT / It's good to have you (Maria Guadarrama)

Maria GUADARRAMA
artista venezuelano
dal web, qui

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#SCRITTE / Nun so' 'n ladro

Roma, Eur, 24 luglio 2018
via facebook, qui

Dati i tempi ad 'aria compressa'...

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#SPILLI / Ministro dell'Interno, come un fascista qualunque (mf)

Offence best defence
via facebook, MatteoSalvini pagina ufficiale, 29 luglio 2018, qui


«Una t-shirt prodotta da una griffe amata dai movimenti di estrema destra. 
L’ha indossata Matteo Salvini in una foto postata nella serata di domenica sui social network. 
“Offence best defence” (“L’offesa è la miglior difesa”) è la scritta che compare sulla maglietta, commercializzata da Blackbrain (“Mente nera”), che ha in catalogo capi di abbigliamento su cui campeggiano simboli come lo stemma della Decima Mas e il motto delle SS tedesche (Meine Ehre heißt Treue): sulla pagina Facebook dell’azienda compare una foto in cui è lo stesso il ministro dell’Interno a mostrare il capo d’abbigliamento, come fosse protagonista di uno spot pubblicitario.»

(da F.Q.Salvini, spot alla t-shirt della destra nera In catalogo anche la Decima Mas e le SS, 'ilfattoquotidiano.it, 30 luglio 2018, qui)

Come un fascista qualunque. O un bullo di periferia.
Ed è (dovrebbe essere) ministro dell'Interno e vice-premier. (mf)

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#SGUARDI POIETICI / Parole matte (Chiara Carminati)

Poesia è una voce allegra
che fa le capriole
e come l’acqua e il vento fa cantare le parole
Poesia è un orecchio attento
che ascolta e che cattura
è un seme nato dentro che riempie chi lo cura.
Poesia ha parole matte
per ridere e pensare
ci giochi le assapori e poi le fai volare.
Poesia ha parole matte
che dicono in profondo
la storia a molti sensi di come è fatto il mondo.

*** Chiara CARMINATI, 1971, scrittrice, Parole matte, da Poesie per aria, Topipittori, 2009.


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#BREVITER / Fascismo, ieri e oggi (mf)

MasFerrario, facebook, 30 luglio 2018

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#VIDEO / La libertà dei poveri (Ascanio Celestini)


Ascanio CELESTINI, 1975
attore teatrale, scrittore
La libertà dei poveri
video 4min18

I poveri erano così poveri che presero
la loro fame, la misero in bottiglia e
andarono a vendersela.
Se la comprarono i ricchi.
I ricchi che nella vita avevano mangiato
tutto dal caviale ripieno all’ossobucodiculodicane
allo spiedo e volevano
conoscere anche il sapore della fame
dei miseri.
Per un po’ quei poveri tirarono avanti,
ma poi tornarono a essere poveri come
prima.
Allora imbottigliarono la loro sete e
andarono a vendersela.
Se la comprarono i ricchi che nella
vita avevano bevuto tutto, dal Brunello
al Tavernello ma non avevano ancora
assaggiato la sete dei miseri.
Ancora un po’ i poveri tirarono avanti,
ma poco tempo più tardi tornarono
nella povertà.
Allora presero la loro rabbia lamisero
in bottiglia e andarono a vendersela.
Se la comprarono i ricchi.
I ricchi che nella vita si erano sentiti
indispettiti, che avevano avuto un po’
di rodimento di culo, ma la rabbia vera
non l’avevano mai provata. Così se
la comprarono dai poveri che ce n’avevano
tanta.
I poveri tirarono avanti, ma poi vendettero
anche il loro pudore, la loro
vergogna, il loro dolore. Imbottigliarono
la commozione e l’insubordinazione,
la violenza e il riscatto, la rivolta e
la pietà.
Col tempo le cantine dei ricchi si
riempirono di bottiglie. Accanto ai
grandi vini d’annata collezionavano la
fame dei sanculotti della rivoluzione e
la rabbia dei braccianti che occupavano
le terre del Meridione.
Tra gli spumanti e gli champagne
trovavano posto la pazzia dei pellagrosi
nelle campagne o l’orgoglio dell’aristocrazia
operaia che aveva difeso le
fabbriche dai nazisti e s’era guadagnata
i diritti nelle lotte sindacali. Tra novelli
e i passiti c’era il disgusto dei precari
e dei senza casa o la determinazione
dei Zapatisti che marciarono verso
Città del Messico col passamontagna.
Dopo qualche generazione i poveri
s’erano venduti tutto.
I poveri diventarono così poveri che
presero la loro povertà, la misero in
bottiglia e andarono a vendersela.
Se la comprarono i ricchi che volevano
essere così tanto ricchi da possedere
anche la miseria dei miseri.
Quando i poveri restarono senza
niente si armarono.
E non di coltello e forchetta, ma di
pistole e fucili perché la rivoluzione
non è un pranzo di gala, la rivoluzione
è un atto di violenza.
Marciarono verso il palazzo.
Però quando arrivarono sotto il balcone
del podestà si fermarono e rimasero
zitti. Perché senza la rabbia e la fame,
senza l’orgoglio e il disgusto, senza
cultura e coscienza di classe non si
fa la rivoluzione.
Così il podestà scese in cantina, tornò
con una bottiglia e la riconsegnò al
popolo. C’era imbottigliata la libertà
che avevano conquistato i loro nonni,
ma che i padri s’erano già venduta da
un pezzo. Potevano farci un inno o un
partito, un circolo o una bandiera.
La stapparono, ma non riuscirono a
farci niente.
Perché la libertà da sola non serve.
Allora il podestà si cercò in tasca e
trovò una scatola di caramelle alla
menta. La consegnò al popolo. E da
quel momento i poveri furono liberi.
Liberi di succhiare mentine.
(testo riprodotto da 'globalist.it', qui)

#VIGNETTE / Il sogno di molti italiani (Passepartout)

PASSEPARTOUT
testo di Pietro Gorini e disegni di Gianfranco Tartaglia
facebook, 30 luglio 2018, qui

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lunedì 30 luglio 2018

#VIGNETTE / Che aria tira? (Massimo Bucchi)

Massimo BUCCHI, 1941
'la Repubblica', 28 luglio 2018

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#SPOT / Fasci-tweet (Marilena Nardi)

Marilena NARDI, 1966
disegnatrice
facebook, 8 dicembre 2017, qui

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#FUMETTI / Piove!!! (Bill Watterson)

Bill WATTERSON, 1958
fumettista statunitense
Calvin and Hobbes
via facebook, 25 luglio 2018, qui

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#IMMAGINId'IMPATTO / Foresta di bambù, Kyoto (Daniel Kordan)

foto di Daniel KORDAN, 1989
Foresta di bambù a Kyoto
via facebook, 28 luglio 2018, qui

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#SGUARDI POIETICI / Forse si muore oggi - senza morire (Mariangela Gualtieri)

Forse si muore oggi – senza morire.
Si spegne il fuoco al centro.
Sanguinano le bandiere. Generale è la resa.
Ciò che nasce ora crescerà in prigionia.
Reggete ancora porte invisibili dell’alleanza
bastioni di sereno. Puntellate il bene
che si sfalda in briciole in cartoni.
Il popolo è disperso. In seno ad ognuno cresce
il debole recinto della paura – la bestia spaventosa.
A chi chiedere aiuto? E’ desolato deserto il panorama.
Si faccia avanti chi sa fare il pane.
Si faccia avanti chi sa crescere il grano.
Cominciamo da qui.

*** Mariangeloa GUALTIERI, 1951, poetessa e scrittrice, Forse si muore oggi - senza morire, da Bestia di gioia, Einaudi, 2010. Segnalato in 'lapoesiacheserve', 16 luglio 2013, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Mariangela_Gualtieri


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#MOSQUITO / Non vi consegnate a questa gente senz'anima (Charlie Chaplin)

Mi dispiace, ma io non voglio fare l'Imperatore: non è il mio mestiere; non voglio governare né conquistare nessuno. Vorrei aiutare tutti, se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l'un l'altro. In questo mondo c'è posto per tutti. La natura è ricca, è sufficiente per tutti noi; la vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L'avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio, ci ha condotti a passo d'oca a far le cose più abbiette. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà; la scienza ci ha trasformato in cinici; l'avidità ci ha resi duri e cattivi; pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità; più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto. L'aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti; la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell'uomo, reclama la fratellanza universale, l'unione dell'umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente. A coloro che mi odono, io dico: non disperate! L'avidità che ci comanda è solamente un male passeggero, l'amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano. L'odio degli uomini scompare insieme ai dittatori e il potere che hanno tolto al popolo ritornerà al popolo e, qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa. Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare, che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie. Non vi consegnate a questa gente senza un'anima, uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore. Voi non siete macchine, voi non siete bestie: siete uomini!

*** Charlie CHAPLIN, 1889-1977, attore, comico, regista, sceneggiatore, compositore e produttore cinematografico britannico, Il grande dittatore, film statunitense, 1940, personaggio di Adenoid Hynkel, barbiere ebreo


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#SENZA_TAGLI / Libri in vacanza (Enzo Bianchi)

Nelle vacanze i libri sono compagni fidati:
ti parlano quando decidi di leggerli
tacciono quando vuoi stare in silenzio
non sono invadenti e se vedi qualcosa di bello
ti lasciano alzare lo sguardo senza lamentarsi:
ti donano molto e non ti chiedono nulla.

*** Enzo BIANCHI, monaco, fondatore della comunità di Bose e già priore della comunità, saggista, twitter, 29 luglio 2018, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Enzo_Bianchi


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domenica 29 luglio 2018

#CIT / Scrivere (Stefano Benni)

Stefano BENNI, 1947
giornalista, scrittore, poeta
facebook, qui
Achille piè veloce, Feltrinelli, 2003

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#SPOT / Il problema del terzo mondo

via fecabook, 19 giugno 2018, qui

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#STREET_ART / Angelo Pilloni

Angelo PILLONI, 1945
artista sardo
Cossoine, Sassari
facebook, 23 luglio 2018, qui

° ° °

Angelo PILLONI, 1945
artista sardo
San Sperate, Cagliari
facebook, 2 gennaio 2018, qui

° ° °

Angelo PILLONI, 1945
artista sardo
San Sperate, Cagliari
facebook, 2 gennaio 2018, qui

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#SGUARDI POIETICI / Mare, a te (Chiara Carminati)

Mare, a te
quante parole
scritte
mari d’inchiostro nero

Mare, tu
solo parole
zitte
in mari di pensiero

*** Chiara CARMINATI, 1971, scrittrice, Mare, a te, da Poesie per aria, Topipittori, 2009.


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#SPILLI / Istruiti stupidi e stupidi non istruiti (Massimo Ferrario)

«L'istruzione è bellissima, ma quando incontri un istruito stupido cominci a farti delle domande sul tipo di istruzione che dai alle persone, soprattutto della mia età» 
(Beppe GRILLO, video DemoCrisi, 27 luglio 2018, qui).

Vero. 
(1) Ci sono istruiti stupidi. Di ogni età. E sono un dramma. 
(2) Ci sono però anche stupidi non istruiti. E sono una tragedia. 
Perché, essendo stupidi, non capiscono la complessità dei problemi e le conseguenze pericolose delle facili (e illusorie) soluzioni che propongono con dogmatica sicurezza e spavalda sicumera. 
Come il sorteggio dei cittadini per fare politica (a tempo), l’abolizione del Parlamento e la diffusione generalizzata (e sostitutiva) della democrazia diretta come panacea di ogni deficit democratico. 

*** Massimo FERRARIO, Istruiti stupidi e stupidi non istruiti, per Mixtura
Vedi anche Sabino Cassese, Grillo e la democrazia:ma lui sceglie l'idraulico con il sorteggio?, 'Corriere della Sera', 27 luglio 2018, qui


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#VIDEO / L'antiparlamentarismo di Casaleggio (Gianfranco Pasquino)


L'antiparlamentarismo di Casaleggio
Gianfranco Pasquino,1942
politologo, saggista, docente della John Hopkins University
https://it.wikipedia.org/wiki/Gianfranco_Pasquino
video, 2min59

Sono molti coloro che hanno preparato il terreno all’affermazione di Casaleggio che fra qualche lustro il Parlamento non sarà più necessario. L’antiparlamentarismo degli intellettuali e dei commentatori italiani ha una storia che nasce con Prezzolini e giunge fino a chi con grande successo ha definito Casta tutti i parlamentari. C’ è anche un antiparlamentarismo dei governanti che non vogliono il controllo ad opera di un parlamento funzionante. Però, è difficile credere che una piattaforma telematica senza controlli trasparenti garantirà più democraticità e più efficacia di un Parlamento formato con una legge elettorale decente.
(dalla presentazione)

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sabato 28 luglio 2018

#HUMOR / Se sei stufo

via facebook, qui

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#SENZA_TAGLI / Prima che sia troppo tardi (Fabio Sabatini)

Prima di sparare aveva modificato artigianalmente l'arma, il terrorista italiano che ha ferito gravemente la piccola Cirasela. Voleva vedere l'effetto che fa, colpire con una carabina ad aria compressa potenziata la schiena di una bimba rom di 13 mesi.

Una sindaca con un briciolo di dignità avrebbe subito visitato la bimba in ospedale e avrebbe offerto alla sua famiglia una casa decente, per assicurare a Cirasela un vero lettino in cui riposare, libera dalla paura di essere svegliata la mattina dagli operatori del Comune che vogliono sgomberarla e distruggere la sua baracca. La nostra sindaca invece ha giulivamente ignorato la vicenda, e continua a radere al suolo i campi rom senza proporre agli abitanti alcuna soluzione dignitosa. Solo ieri, con lo sgombero del Camping River, sono stati gettati in strada 180 bambini. La più piccola, Alexia, ha 20 giorni.

Un ministro dell'interno con un briciolo di dignità avrebbe tuonato contro l'uso dilagante delle armi ad aria compressa per aggredire i neri e i diversi, e avrebbe annunciato una stretta sulla possibilità di acquistarle, se non altro per salvare la faccia. Il nostro ministro dell'interno invece sobilla ogni giorno l'odio verso le minoranze, e promette la liberalizzazione del commercio di armi da fuoco. Perché i neri e i diversi sia possibile ammazzarli anziché ferirli soltanto, e affinché anche i bianchi possano uccidersi più facilmente tra loro.

In un paese con una informazione dignitosa i giornalisti avrebbero fatto a gara per entrare nel campo rom di via Salone, l'ammasso di baracche in cui vive Cirasela, rivelare le condizioni di vita dei suoi abitanti, raccontarne le storie e le aspirazioni di integrazione, denunciare le discriminazioni di cui sono oggetto. Nel nostro paese una sola giornalista (peraltro bersagliata sui social dagli attivisti di 5 stelle e Lega) ha intervistato gli abitanti del campo, mentre tutti gli altri si sono precipitati nel condominio dello sparatore, raccogliendo testimonianze di odio per i rom e di solidarietà per l'aspirante assassino. Certo, lui ha fatto male a mirare a una bimba, ma loro che portano i figli al parco giochi rendendolo infrequentabile agli italiani perbene se la sono cercata.

Così cresce quella parte del paese che dà libero sfogo a ogni pulsione razzista e non si vergogna di rivendicare la propria disumanità, legittimata dal silenzio assenso delle istituzioni e confortata da un'indulgenza sempre più generalizzata. Questo esercito del rancore assuefatto alla crudeltà più estrema, che ha annusato il sangue e ora invoca altra crudeltà, violenza, soprusi, è una risorsa fondamentale per l'affermazione del fascismo. Dobbiamo contrastarlo in ogni luogo, prima che sia troppo tardi.

*** Fabio SABATINI, professore associato di economia all'università La Sapienza di Roma, facebook, 27 luglio 2018, qui


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#VIGNETTE / Basta! (Marilena Nardi)

Marilena NARDI, 1966
disegnatrice
via facebook, 26 luglio 2018, qui
(data non identificata)


(vedi notizia-articolo qui)

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#BREVITER / Preti e bambine (Marco Calenzano, Elisio Marinelli)


facebook, 27 luglio 2018, qui

° ° °

facebook, 27 luglio 2018, qui

(vedi notizia-articolo qui)

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#SGUARDI POIETICI / L'attesa e il sogno (Nikifòros Vrettàkos)

Guardo l’ora, ma non è ancora tempo.
Giro la chiave nella porta e prendo
il primo libro che non dice nulla.
E all’improvviso, mentre leggo, si fa dolce
l’aria intorno a me: sfuma di azzurro.
Sei entrata nella stanza senza bussare.
Tutto diventa trasparente. Avanzi con un velo
di cielo sul capo.

*** Nikifòros VRETTÀKOS, 1911-1991, poeta greco, L'attesa e il sogno, da L'abisso nel mondo, 1961, in 'Poesia', n. 289, gennaio 2014, 1961, traduzione di Gilda Tentorio.
http://www.treccani.it/enciclopedia/nikiforos-vrettakos/


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#FAVOLE & RACCONTI / In Paradiso, l'Uomo Felice e l'Uomo Arrabbiato (Massimo Ferrario)

Ambedue erano appena arrivati in Paradiso.
Ma non potevano essere più diversi. 

Uno continuava a saltellare, comunicando a tutti quelli che incontrava, la sua gioia incontenibile.
Ripeteva: «Sì, ormai sono morto: ma sono morto felice. E ringrazio ancora mia moglie. » 

L'altro, scuro in volto e barbellante per il freddo che gli gelava le ossa, era su una nuvoletta, tutto per conto suo, e faceva capire a chiunque che non voleva che altri lo raggiungessero; anche se in fondo, con un piccolo salto, chiunque avrebbe potuto raggiungerlo e condividere il suo piccolo spazio di bambagia.

Il tipo tutta-gioia-e-allegria vede l'altro, taciturno e raggomitolato su se stesso.
Lo chiama, ma lui non risponde: con un cenno della mano, gli fa capire di non azzardarsi ad avvicinarsi.
L'Uomo Felice è stupito, ma rispetta la volontà dell'altro, che appare chiaramente arrabbiato.
Gli fa un cenno con la mano, come per dirgli che comunque sarebbe tornato quando magari si fosse calmato: dall'idea del Paradiso che fin da piccolo gli avevano inculcato, non era possibile che ci fossero anime scontente e corrucciate. 

Il giorno seguente, l'Uomo Felice svolazza tra una nuvola e l'altra, curioso di scoprire i segreti del nuovo mondo e di conoscere tante nuove anime. 
Verso sera, mentre decide di riposarsi dopo i lunghi voli della giornata, rivede l'Uomo Arrabbiato che se ne sta sempre solitario sulla sua nuvoletta. Non appare molto più rilassato di come lo aveva trovato nel primo incontro, ma decide di riprovare il contatto.

L'Uomo Arrabbiato però lo anticipa. Si mette a urlare: 
«Non ti provare a salire sulla mia nuvola. Lasciami solo. Non ho nulla da condividere con nessuno e men che meno con te.» 

Il botta e risposta è immediato.
«Ma io che c'entro? Cosa ti ho fatto?»
«Dici a tutti di essere morto felice. Già questo mi infastidisce. Io non sono morto felice. Stavo bene sulla terra e avei continuato a volerci stare.»
«Anch'io, per la verità, non avevo da lamentarmi. Ero in ottima salute, guadagnavo una barca di quattrini, due figli, una moglie per cui stravedevo.»
«Ma allora dovresti rimpiangere la tua vita sulla terra.»
«Sì, per certi versi sì.»
«Quindi mi pare che abbiamo qualcosa in comune: né tu né io volevamo morire. Non c'è mica tanto da essere allegri per quello che ci è capitato. In fondo sia tu che io il Paradiso, giù in terra, lo avevamo già trovato.»

L'uomo che sprizzava gioia da ogni poro della pelle (e dell'anima) annuisce.
E all'uomo che, chiacchierando chiacchierando, ormai stava scemando la rabbia, viene una domanda.
«Ma, scusa, tu come sei morto?»
«Ero felice, te l'ho detto.»
«Sì, ma la felicità mica ti fa morire. Hai detto che godevi di un'ottima salute: quindi, cosa è stato, un infarto?»

L'Uomo Felice sorride.
«Anche di felicità si può morire».
Poi decide di raccontare tutto.
«Ero in ufficio, un venerdì pomeriggio. Avrei dovuto partire per un fine settimana di lavoro: stavo preparando le carte e imprecavo: non capitava spesso, ma qualche volta mi toccava. Avrei voluto stare con mia moglie: era già tutto programmato, i figli dai nonni. E noi avevamo deciso di tornare sposini. Mi arriva una telefonata: il viaggio è saltato, la riunione non si fa più. Sono felice: inforco la macchina e corro a casa. La moglie, di solito, mi corre incontro appena metto le chiavi nella porta. Invece nulla. Entro, chiamo. Nulla. Perdo un po' di tempo: giro il soggiorno, scendo in taverna, salgo nelle camere. La camera matrimoniale è chiusa. Ci entro come una furia. Mia moglie è a letto. Nuda. Sembra dormire. Con le gambe fuori dalle coperte, che cadono molli verso il pavimento. Rigiro tutta la casa: apro ogni armadio, immaginando la solita scena dell'amante nascosto. Salgo in soffitta, perlustro ogni angolo. Riscendo in taverna. Niente. Nessuno. Mi prende una gioia incredibile. Sono felice come mai ero stato. Tanto felice. Mia moglie non mi ha tradito e sta davvero solo dormendo. Sono al settimo cielo. Mi sembra di non resistere a questa felicità. Ed è così, appunto, che muoio.»

L'Uomo Arrabbiato non sa come reagire alla storia appena sentita. 
Da una parte sente la rabbia crescergli ancora di più, dall'altra in qualche modo si rasserena. Insomma, vorrebbe imprecare e ridere nello stesso tempo.
Sceglie di stare zitto.

L'Uomo Felice si aspetta che l'altro ora ricambi raccontando della sua morte.
Ma il silenzio prosegue.

Allora gli pone la domanda esplicita.
«E tu invece, come sei morto?»
L'Uomo Arrabbiato scuote la testa: non si dà pace.
Poi comincia a dire, in continuazione: è incredibile, è incredibile, è incredibile...

L'Uomo Felice attende che l'altro si sfoghi. Poi gli chiede:
«Ma, scusa, incredibile cosa? Mi dici come sei morto?»
«Di freddo, sono morto. Un freddo cane. Ce l'ho ancora tutto nelle ossa.»
«Sei morto di freddo?»
«Bastava che tu lo aprissi...».
L'Uomo Felice strabuzza gli occhi.
«Bastava che io lo aprissi? Ma cosa avrei dovuto aprire? Io poi: che c'entro io?».

L'Uomo Arrabbiato ora era più arrabbiato che mai.
«Se avessi aperto quel maledetto congelatore... giù in taverna... si era incastrata la serratura... ora non saremmo qui».

***Massimo Ferrario, In Paradiso, l'uomo felice e l'uomo arrabbiato, per Mixtura - Riscrittura di una storiella diffusa in internet.


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#VIGNETTE / Buonisti (Charlie Comics)

Charlie COMICS
facebook, 27 luglio 2018, qui

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venerdì 27 luglio 2018

#VIGNETTE / Categorie superate (Walter Leoni)

Walter LEONI, 1975
vignettista
facebook, 24 luglio 2018, qui

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#SCRITTE / Si prega di lasciare libero

via facebook, 3 luglio 2018, qui

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#SPOT / Conflitto cervello-cuore

(autore e fonte non identificati)
via facebook, 10 luglio 2018, qui

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#SGUARDI POIETICI / Oggi ho perso il portafogli (Franco Arminio)

Oggi ho perso il portafogli
ma non ho perso la vita.
Bisogna imparare che i giorni
sono semplici
e dobbiamo pensare che qui non si perde niente,
si trova ogni giorno qualcosa,
dobbiamo pensare che non smettiamo mai di trovare
fino a trovare quella cosa trascurabile
che chiamiamo morte.

*** Franco ARMINIO, poeta, scrittore, paesologo, facebook, 13 luglio 2018, qui


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#SENZA_TAGLI / Il bacio che raccoglie le lacrime (Bruno Mastroianni)

Esterno. Stazione di Perugia. Binario 2. Una signora e una ragazza si abbracciano, si stringono forte. Alla ragazza escono due lacrimoni enormi che non fanno a tempo a solcare le guance perché la signora la bacia prima a destra e poi a sinistra, raccogliendole. Poche volte nella vita ho visto farlo, ma lo so riconoscere: il bacio che raccoglie le lacrime è forse il gesto d’affetto più potente che si possa immaginare. Non so nulla di loro, probabilmente sono madre e figlia, magari solo amiche, forse per loro inizia un distacco importante. A me, guardandole, è venuta la pelle d’oca, perché mi hanno fatto pensare che nella vita diamo importanza a molte (direi troppe) cose, ma forse solo una dovremmo cercare: che ci sia qualcuno che al momento del pianto sappia raccogliere con un bacio le nostre lacrime.
#diariopendolare

*** Bruno MASTROIANNI, filosofo e esperto di comunicazione, facebook, 25 luglio 2018, qui


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#VIDEO / Medici Senza Frontiere, risposte agli 'hater' (Roberto Scaini)


Roberto SCAINI
vie presidente di Medici Senza Frontiere
Risposte agli Hater
a cura di Cecilia Greco, repTv
23 luglio 2018
video 6min08


Cosa succede se si prova a rispondere ai commenti che ogni giorno si moltiplicano sulle pagine dei social network? No Filter ha chiesto a Roberto Scaini, vicepresidente di Medici Senza Frontiere, di selezionare un campione di domande, critiche, fake news, accuse (ma anche complimenti) dai social di Msf e di rispondere davanti alla telecamera.
Roberto Scaini è un medico riminese che partecipa alle missioni di Msf dal 2011. Negli corso anni ha lavorato in diversi contesti di guerra, malnutrizione, epidemie. È stato più volte in Yemen, Siria, Etiopia, Iraq, Sud Sudan, Liberia e in Sierra Leone e Repubblica Democratica del Congo per l’emergenza Ebola. È stato anche medico di bordo su una delle navi MSF di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale.
(dalla presentazione)

#VIGNETTE / Come cresci in fretta (Fogliazza)

FOGLIAZZA (Gianluca Foglia)
facebook, 25 luglio 2018, qui

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giovedì 26 luglio 2018

#SPOT / Smartphone in coppia (Lisa Aisato)

Lisa AISATO, 1981

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#BREVITER / Vaccini (Paolo Pasini)

facebook, 25 luglio 2018, qui

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#FUMETTI / Come una sedia a sdraio (Charles M. Schulz)

Charles M. SCHULZ, 1922-2000
via facebook, 24 luglio 2018, qui

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#SGUARDI POIETICI / Extrasistole (Chiara Carminati)

E' un attimo
ti volti
e porti con te un vuoto, se lo ascolti
non puoi dire cosa muore
e cosa nasce
in questa pace dove
tutto tace.


*** Chiara CARMINATI, 1971, scrittrice, Extrasistole, da Viaggia verso. Poesie nelle tasche dei jeans, Bompiani, 2018. 


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#VIDEO / Schiavi di riserva (Michelangelo Severgnini)


Michelangelo SEVERGNINI
Schiavi di riserva
Scritto, prodotto, girato e montato da Michelangelo Severgnini
youtube, Michelangelo Severgnini, 16 aprile 2018
video 34min48

"In Libia, la schiavitù è stata ripristinata. L'Europa l'ha provocata, l'ha permessa e ne trae beneficio. In caso di necessità, l'UE ha i propri schiavi di riserva appena oltremare".
Questo è il messaggio consegnatoci da 3 ragazzi africani appena sbarcati in Sicilia, dopo aver attraversato il deserto e il mare e soprattutto dopo essere stati usati come schiavi in Libia. La situazione sul terreno, fuori controllo e gestita da diverse bande armate locali, e la mancanza di un governo riconosciuto creano le condizioni perché la schiavitù sia comunemente accettata, diventando una parte reggente del sistema produttivo libico.
Tuttavia, qual è il ruolo dell'UE in questo inferno?
L'Italia ha finanziato le milizie libiche e i centri penitenziari (in realtà colonie di schiavi) con milioni di euro per combattere l'immigrazione.
L'Italia ha venduto armi all'Arabia Saudita (500 milioni di euro negli ultimi 2 anni), ora finite nelle mani dei gruppi armati africani di Libia, Niger e Mali.  L'Italia ha ora dispiegato 500 soldati italiani in Niger per opporsi a queste bande.
L'Italia ha pagato la più grande tangente della storia (oltre 1 miliardo di euro pagati nel 2011 dall'ENI) agli allora primo ministro nigeriano e ministro del petrolio nigeriano per assicurarsi lo sfruttamento di un'area al largo della Nigeria.
È un paradigma condiviso? Ci stiamo preparando ad accettare la schiavitù in tutto il mondo?
(dalla presentazione)

Vedi anche articolo di FQSchiavi di riserva, il documentario di Michelangelo Severgnini sulla condizione dei migranti in Libia, 'FQ Magazine', 25 luglio 2018, qui

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#SENZA_TAGLI / Post-umani (Matteo Saudino)

Il problema, profondo e radicato, della tragedia dei migranti, che fuggono in cerca di vita e trovano la morte in mare, non sono in primis i Salvini, le Le Pen o gli Orban di turno, ma i milioni di italiani ed europei che di fronte a tali immagini non solo non provano un sentimento di dolore, di rabbia e di umana pietas, ma che addirittura pensano che si tratti di immagini false, manipolate, di scene girate apposta per indurre compassione. Siamo ormai oltre il problema politico dei flussi migratori, siamo al trionfo della disumanizzazione.

Il complottismo imperante ci fa perdere la possibilità di costruire legami di umanità, in quanto gli altri sono dipinti come dei soggetti ingannatori, falsi, sempre pronti al tradimento. E allora anche se muoiono è una cosa che non ci riguarda, anzi se la sono cercata e per noi in fondo è meglio.
Quando si arriva a pensare ciò, anche solo per un secondo, significa che la mutazione antropologica verso la post umanità sta procedendo velocemente.

*** Matteo SAUDINO, insegnante di filosofia e storia, Post-umani, facebook, 19 luglio 2018, qui


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#VIGNETTE / Marchionne è morto (Natangelo)

NATANGELO, 1985
facebook, 25 luglio 2018, qui

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mercoledì 25 luglio 2018

#SPOT / Il sistema sta funzionando (Andy Singer)

Andy SINGER, 1965
cartoonist statunitense
(via facebook, 29 giugno 2018, qui)

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#CIT / Chi non odia l'infame (Günther Anders)

Günther ANDERS, 1902-1992
filosofo e scrittore tedesco
copertina di L'odio è antiquato, Bollati Boringhieri, 2006

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#BREVITER / Salvini e i crocefissi (Badu)

via facebook, 24 luglio 2018, qui

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#VIGNETTE / Marchionne (Natangelo, Vauro)

NATANGELO, 1985
'Il Fatto Quotidiano', 24 luglio 2018 (anche facebook, qui)

° ° °

VAURO, 1955
vignettista, scrittore
'Il Fatto Quotidiano', 24 luglio 2018 (anche facebook, qui)


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