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martedì 30 giugno 2020
#SPOT / Qualsiasi annessione (Michelle Bachelet)
Michelle BACHELET, 1951
medico e politica cilena
Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (dal 2018)
#VIGNETTE / Perché non mi hai dato un'educazione come si deve? (Altan)
#SGUARDI POIETICI / Mi manco (Margherita Roncone)
Mi manco.
Quando mi perdo dietro inutili parole.
Quando mi infilo nella testa degli altri
per cercare di coglierne le ragioni.
Quando voglio compiacere per paura di un rifiuto.
Quando pronuncio un sì a denti stretti
mentre con tutto il fiato vorrei urlare no.
Mi manco quando spreco il mio tempo.
Quando mi perdo dietro i sogni degli altri
e trascuro i miei.
Quando covo rancore.
Mi manco quando giro intorno alle situazioni
e non affronto il problema.
Mi manco quando non ascolto il mio respiro
quando metto a tacere il mio intuito
quando non sorrido
quando non mi accetto
quando lascio che altri decidano per me.
Mi manco quando mi dimentico chi sono
e cosa voglio per me stessa
quando divento schiava di abitudini e compromessi.
Mi manco.
Allora torno a prendermi per mano.
E ricomincio a vivere...
*** Margherita RONCONE, Life coach, Mi manco, facebook, 31 marzo 2017, qui
https://www.facebook.com/margheroncone/
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Quando mi perdo dietro inutili parole.
Quando mi infilo nella testa degli altri
per cercare di coglierne le ragioni.
Quando voglio compiacere per paura di un rifiuto.
Quando pronuncio un sì a denti stretti
mentre con tutto il fiato vorrei urlare no.
Mi manco quando spreco il mio tempo.
Quando mi perdo dietro i sogni degli altri
e trascuro i miei.
Quando covo rancore.
Mi manco quando giro intorno alle situazioni
e non affronto il problema.
Mi manco quando non ascolto il mio respiro
quando metto a tacere il mio intuito
quando non sorrido
quando non mi accetto
quando lascio che altri decidano per me.
Mi manco quando mi dimentico chi sono
e cosa voglio per me stessa
quando divento schiava di abitudini e compromessi.
Mi manco.
Allora torno a prendermi per mano.
E ricomincio a vivere...
*** Margherita RONCONE, Life coach, Mi manco, facebook, 31 marzo 2017, qui
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#SPOT / Non mi vesto per provocarti
"Non mi vesto per provocarti
perché la mia vita
non gira attorno al tuo pene.
Fattene una ragione."
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#BREVITER / Questa è l'Italia signori (Mercurio Di Maio)
#VIGNETTE / Società Autostrade convocata al Ministero (Stefano Rolli)
lunedì 29 giugno 2020
#FILASTROCCHE / La casa della nonna (Germana Bruno)
Lo sai cos'è la casa della nonna?
È un posto magico
che sempre in mente torna,
è ciò di cui ognuno ha bisogno,
è dove può avverarsi ogni tuo sogno.
A casa della nonna, come Alice,
mi sento libero e sono felice
e l'orologio ha un'insolita pazienza,
le sue lancette si fanno una vacanza.
La fantasia, in quella bella casa,
ha tanto spazio e non si riposa,
a casa della nonna non esiste
nulla che faccia paura o renda triste.
È l'isola che non c'è quel gran bel posto,
dove un tesoro sta sempre nascosto:
dentro una scatola, un armadio, un cassetto,
trovi segreti senza alcun lucchetto.
La casa dei tuoi nonni, poi, col tempo,
riaffiora, nei ricordi, come un lampo,
magari con sapori e con fragranze
che in quella casa riempivano le stanze.
È un posto magico
che sempre in mente torna,
è ciò di cui ognuno ha bisogno,
è dove può avverarsi ogni tuo sogno.
A casa della nonna, come Alice,
mi sento libero e sono felice
e l'orologio ha un'insolita pazienza,
le sue lancette si fanno una vacanza.
La fantasia, in quella bella casa,
ha tanto spazio e non si riposa,
a casa della nonna non esiste
nulla che faccia paura o renda triste.
È l'isola che non c'è quel gran bel posto,
dove un tesoro sta sempre nascosto:
dentro una scatola, un armadio, un cassetto,
trovi segreti senza alcun lucchetto.
La casa dei tuoi nonni, poi, col tempo,
riaffiora, nei ricordi, come un lampo,
magari con sapori e con fragranze
che in quella casa riempivano le stanze.
*** Germana BRUNO, insegnante e scrittrice, La casa della nonna, facebook, 16 giugno 2020, qui
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#SPOT / Ma loro non lo sanno (Antonio Schiena)
#VIGNETTE / Tre desideri di Di Maio (Natangelo)
#SGUARDI POIETICI / Orizzonte mare (Stefania Contardi)
Là, dove la prospettiva si fonde
e disorienta, chi non si perde,
ritrova la propria collocazione
caduca e divina. Mina,
la vastità acquea, la certezza.
Ridimensiona la pupilla.
La collera cessa. S'annega
l'arroganza. Danza l'umana
piccolezza, svelando fibre
di coscienza, omessa per negligenza reiterata.
È il risveglio di inorganici sensi:
il pensiero, la poesia, il rapimento.
Null'altro che importi al mare.
Null'altro che necessiti il perituro
in ragion del quale, del tempo,
la linea, là vi si confonde.
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e disorienta, chi non si perde,
ritrova la propria collocazione
caduca e divina. Mina,
la vastità acquea, la certezza.
Ridimensiona la pupilla.
La collera cessa. S'annega
l'arroganza. Danza l'umana
piccolezza, svelando fibre
di coscienza, omessa per negligenza reiterata.
È il risveglio di inorganici sensi:
il pensiero, la poesia, il rapimento.
Null'altro che importi al mare.
Null'altro che necessiti il perituro
in ragion del quale, del tempo,
la linea, là vi si confonde.
*** Stefania CONTARDI, scrittrice e poetessa, Orizzonte mare, 2018, facebook, 27 giugno 2020, qui
foto di Stefania Contardi, qui
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#SENZA_TAGLI / Non difendono altro che se stessi (Jonathan Bazzi)
La qualità più interessante di quelli che sostengono che oggi ci si indigni per qualsiasi cosa è che non li trovi mai intenti a occuparsi di questioni di ingiustizia, abuso. Del male.
Tutto si riduce a un gioco dialettico, vengono pagati (se di mestiere producono contenuti editoriali) per andare controcorrente. Ma attenzione: non contro la corrente del mondo – che è piena di esseri umani marginalizzati, stritolati, annichiliti. Vengono pagati per andare contro la corrente di una parte del sistema mediatico. Contro il ‘politicamente corretto’ che hanno soprattutto nelle loro teste, di cui hanno bisogno per farsi notare, dato che basta aprire la porta e scendere in strada per accorgersi di come vanno ancora le cose. Della violenza – di genere, razziale, abilista, xenofoba, di classe – ancora onnipervasiva, sistemica. Assolutamente intonsa, normale.
Questi piccoli cuori affamati non difendono altro che se stessi. Il loro rapporto figura-sfondo.
L’unico ethos che perseguono è il posizionamento. Sbraitano per la paura di scomparire.
*** Jonathan BAZZI, scrittore, facebook, 27 giugno 2020, qui
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#BREVITER / La violenza parte dalle parole (Enrica Orlando)
#VIGNETTE / Perché io dovrei studiare? (GianLo)
domenica 28 giugno 2020
#SGUARDI POIETICI / Quando mia madre dice che merito (Rupi Kaur)
quando mia madre dice che merito
di meglio
per abitudine sbotto in tua difesa
mi ama ancora grido
lei mi guarda con occhi sconfitti
come i genitori guardano i figli
quando sanno che questo è un genere di
dolore
che nemmeno loro sanno curare
e dice
non m’interessa che ti ami
se non riesce a fare un accidente di
concreto
In Mixtura i contributi di Rupi Kaur qui
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di meglio
per abitudine sbotto in tua difesa
mi ama ancora grido
lei mi guarda con occhi sconfitti
come i genitori guardano i figli
quando sanno che questo è un genere di
dolore
che nemmeno loro sanno curare
e dice
non m’interessa che ti ami
se non riesce a fare un accidente di
concreto
*** Rupi KAUR, 1992, scrittrice, poetessa, artista, di origine indiana, Milk and Honey. Parole d'amore, di dolore, di perdita, di rinascita, autopubblicazione 2014, edizioni tre60, 2017, traduzione di Alessandro Storti
https://en.wikipedia.org/wiki/Rupi_KaurIn Mixtura i contributi di Rupi Kaur qui
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#VIDEO / Freeda meets Michela Murgia
#MOSQUITO / Tutti esperti di lingua e di scuola (Tullio De Mauro)
Dobbiamo tenere conto del fatto che in materia di scuola e di lingua molti intellettuali e politici, dato che sono andati a scuola e a scuola ci va la sorellina o la nipotina, e dato che parlano, si sentono autorizzati a sparare panzane a ruota libera. Come se, per il fatto di vivere nel sistema solare, ci sentissimo autorizzati a dare pareri di astrofisica o, causa raffreddore, in materia di batteriologia e virologia. Eppure questo avviene per la scuola e per la lingua.
*** Tullio DE MAURO, 1932-2017, linguista, Educazione linguistica oggi, in I. Tempesta, M. Maggio (a cura di), Linguaggio, mente, parole. Dall'infanzia all'adolescenza, FrancoAngeli, Milano, 2006, citato da Vera Gheno, facebook, 26 giugno 2020, qui
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#FUMETTI / Alle ragazze piace farsi notare (Charles M. Schulz)
#FILASTROCCHE / Sembra ma non è (Germana Bruno)
Sembra brutto e invece è bello,
sembra questo però è quello,
mi pareva quello giusto,
ma era solo un bellimbusto.
A guardarlo mi sembrava
un diamante che brillava,
ma era un pezzo di lamiera
e non brilla quando è sera.
Mi sembrava una farfalla
variopinta e molto bella,
ma era solo carta straccia
che poi mi è sbattuta in faccia.
Sembra a volte, ma non è,
spesso il trucco dietro c'è,
molto bello all'apparenza,
indigesta la sostanza.
Non è sempre come appare,
quel che vedi può ingannare
ed a volte, sai, è un riflesso
di qualcosa che hai in te stesso.
*** Germana BRUNO, insegnante e scrittrice, Sembra ma non è, facebook, 19 giugno 2020, qui
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sembra questo però è quello,
mi pareva quello giusto,
ma era solo un bellimbusto.
A guardarlo mi sembrava
un diamante che brillava,
ma era un pezzo di lamiera
e non brilla quando è sera.
Mi sembrava una farfalla
variopinta e molto bella,
ma era solo carta straccia
che poi mi è sbattuta in faccia.
Sembra a volte, ma non è,
spesso il trucco dietro c'è,
molto bello all'apparenza,
indigesta la sostanza.
Non è sempre come appare,
quel che vedi può ingannare
ed a volte, sai, è un riflesso
di qualcosa che hai in te stesso.
*** Germana BRUNO, insegnante e scrittrice, Sembra ma non è, facebook, 19 giugno 2020, qui
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#VIGNETTE / Salvini, 'basta distanziamento' (Stefano Rolli)
sabato 27 giugno 2020
#SGUARDI POIETICI / Sia benedetta la luce (Franco Arminio)
Sia benedetta la luce
dell'errore, la piccola distrazione
che ti porta le braccia nelle ortiche,
il cuore che ti dura come la fiamma
di un cerino.
Sì, è così breve
e dura la vita, ma è anche il garbo
del mio gatto sul balcone,
il rumore dell'acqua nel lavandino.
Non è il poco o il molto
la soluzione, e neppure il qui
o l'altrove,
è quella grazia che ti distrae
da te stesso, quel gesto
in cui chiedi scusa per un torto.
Sia benedetta la fila dei minuti
che passiamo in mezzo ai vivi,
e poi sia benedetto il resto,
il niente, il nulla, il tempo morto.
dell'errore, la piccola distrazione
che ti porta le braccia nelle ortiche,
il cuore che ti dura come la fiamma
di un cerino.
Sì, è così breve
e dura la vita, ma è anche il garbo
del mio gatto sul balcone,
il rumore dell'acqua nel lavandino.
Non è il poco o il molto
la soluzione, e neppure il qui
o l'altrove,
è quella grazia che ti distrae
da te stesso, quel gesto
in cui chiedi scusa per un torto.
Sia benedetta la fila dei minuti
che passiamo in mezzo ai vivi,
e poi sia benedetto il resto,
il niente, il nulla, il tempo morto.
*** Franco ARMINIO, 1960, poeta, scrittore, paesologo, facebook, 26 giugno 2020, qui
facebook, qui
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#SPOT / Tu esci invece (Gio Evan)
#BREVITER / I parenti delle vittime (Cristiano Ragab)
#VIGNETTE / Quante volte t'ho detto (Fabio Magnasciutti)
venerdì 26 giugno 2020
#SGUARDI POIETICI / Ti vengo a prendere con quel camper (Moka)
Ti vengo a prendere con quel camper
coperto di foglie e nuvole:
dammi la mano e le paranoie.
In fondo alla radice dei tuoi sogni,
dove si nasconde la tigre,
là, nei tuoi occhi io ti vedo.
coperto di foglie e nuvole:
dammi la mano e le paranoie.
In fondo alla radice dei tuoi sogni,
dove si nasconde la tigre,
là, nei tuoi occhi io ti vedo.
*** MOKA (Monica Zanon), 1982, poetessa, In fondo alla radice dei tuoi occhi, da Nella mia selva sgomenta la tigre, Le Mezzelane Casa Editrice, 2018, in 'poesia in rete', 18 giugno 2020, qui
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#VIGNETTE / Scuola, le linee della Azzolina (Vauro)
giovedì 25 giugno 2020
#SPOT / Coerenza regole post-Covid (Stefano Trizzino)
#VIGNETTE / In ginocchio (Vauro)
#SGUARDI POIETICI / Canicola (Oreste Ferrari)
Oggi la mia felicità è l’allodola
che nell’incendio del mattino estivo
dagli abissi del cielo versa il rivo
fresco e giulivo del suo canto,
mentre la terra par che dorma, e intanto
tutto matura, ed io riposo accanto
alla schiera che miete
grave le spighe d’oro vivo
e le vespe irrequiete
ingannano la sete
con il sangue degli ultimi papaveri.
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che nell’incendio del mattino estivo
dagli abissi del cielo versa il rivo
fresco e giulivo del suo canto,
mentre la terra par che dorma, e intanto
tutto matura, ed io riposo accanto
alla schiera che miete
grave le spighe d’oro vivo
e le vespe irrequiete
ingannano la sete
con il sangue degli ultimi papaveri.
*** Oreste FERRARI, 1890-1962, poeta e traduttore, Canicola, da Poesie, Tallone, 1956, in 'il canto delle sirene', 20 giugno 2020, qui
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#CIT / Essere teneri (Rupi Kaur)
*** Rupi KAUR, 1992, scrittrice, poetessa, artista, di origine indiana, Milk and Honey. Parole d'amore, di dolore, di perdita, di rinascita, autopubblicazione 2014, edizioni tre60, 2017, traduzione di Alessandro Storti
https://en.wikipedia.org/wiki/Rupi_KaurIn Mixtura ark #Cit qui
#VIGNETTE / Per lavorare da casa (Fulvio Fontana)
mercoledì 24 giugno 2020
#SPILLI / Non basta 'non', serve 'anti' (Massimo Ferrario)
Ha detto Frank-Walter Steinmeier, presidente della Repubblica tedesca:
"Non basta non essere razzisti. Bisogna essere anche anti-razzisti." (*)
Allo stesso modo potremmo dire che, per cominciare ad essere democratici, non basta non essere fascisti: bisogna essere anti-fascisti.
Come peraltro ci insegnerebbe la Costituzione: se volessimo 'ascoltarla'.
*** Massimo Ferrario, Razzismo e fascismo, non basta, per Mixtura
(*) citato da Paolo Valentino, Walter Lübcke. L’odio neonazi covato 4 anni. Fino all’omicidio, ‘Corriere della Sera ‘, 23 giugno 2020, qui
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#COSE_PASSATE / Macchine da scrivere Olivetti
Olivetti Dora, 1965
° ° °
Olivetti Lettera12, 1979
° ° °
Olivetti M1, 1911
° ° °
Olivetti MP1, 1932
° ° °
Olivetti Studio 42, 1935
° ° °
Olivetti Valentine, 1969
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#BREVITER / Il Coronavirus ha dichiarato (Gianluca Foresi)
#VIGNETTE / Difficile ripartire dopo gli Stati Generali (Natangelo)
#SGUARDI POIETICI / Voglie (Andrea Melis)
Io vorrei che la vita fosse tutta
come il ripieno delle Rossana,
la cremina che unisce i Ringo,
la farcitura dei Grisbì,
la panna del Fior di fragola,
il cuore dell’anguria,
pinoli senza il guscio,
cocco senza la noce.
Io vorrei che la vita fosse tutta
come quel terzo di gelato allo zabaione del Cucciolone,
come i grani già puliti della melagrana,
come la mozzarella nel fondo della pizzetta al taglio,
come l’anima delle liquirizie colorate
vendute nelle sagre di paese.
Io vorrei che la vita fosse tutta
come vino buono, scarpette negli intingoli,
ultime pagine di bei libri,
prime scene di un gran film,
testa di caciotta affumicata,
filetto,
lonza,
midollo senza ossobuco,
polpa di riccio di mare senza riccio,
primi baci,
orgasmi
e ultime carezze.
Io vorrei, insomma, che la vita fosse tutta come te:
un desiderio impossibile
che si avvera di continuo.
*** Andrea MELIS, 1979, Voglie, da Piccole tracce di vita, Feltrinelli, 2018.
In Mixtura i contributi di Andrea Melis qui
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come il ripieno delle Rossana,
la cremina che unisce i Ringo,
la farcitura dei Grisbì,
la panna del Fior di fragola,
il cuore dell’anguria,
pinoli senza il guscio,
cocco senza la noce.
Io vorrei che la vita fosse tutta
come quel terzo di gelato allo zabaione del Cucciolone,
come i grani già puliti della melagrana,
come la mozzarella nel fondo della pizzetta al taglio,
come l’anima delle liquirizie colorate
vendute nelle sagre di paese.
Io vorrei che la vita fosse tutta
come vino buono, scarpette negli intingoli,
ultime pagine di bei libri,
prime scene di un gran film,
testa di caciotta affumicata,
filetto,
lonza,
midollo senza ossobuco,
polpa di riccio di mare senza riccio,
primi baci,
orgasmi
e ultime carezze.
Io vorrei, insomma, che la vita fosse tutta come te:
un desiderio impossibile
che si avvera di continuo.
*** Andrea MELIS, 1979, Voglie, da Piccole tracce di vita, Feltrinelli, 2018.
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#MOSQUITO / Gli Stati e la pandemia (Ezio Mauro)
Con la “democrazia illiberale” battezzata da Orbán sta prendendo corpo un’inedita teoria monocratica dello Stato, con un potere sovraordinato che considera illegittime le interferenze di tutte le potestà concorrenti. Nella teoria politica il potere che fuoriesce dall’equilibrio istituzionale si chiama assolutismo, il potere che cancella i suoi limiti, autoritarismo, il potere che si trasforma in arbitrio, dispotismo, moderna forma di usurpazione. Oggi, qui siamo.
Il messaggio per la nostra epoca è che in tempi speciali serve una forma di governo speciale, capace di istituzionalizzare il dominio e di purificare il comando, liberandolo dall’impaccio delle regole e dei bilanciamenti e affidando il nuovo equilibrio del sistema all’inerzia cieca della necessità, nutrita dalla paura. La conseguenza di questo meccanismo psicopolitico è evidente: la democrazia, dice la lezione di Budapest e delle altre capitali della svolta, non è adatta a governare l’emergenza, funziona solo se deformata e ridotta a guscio vuoto, innervato dalla forzatura autocratica: che aspettiamo? Siamo dunque davanti a un triplice confronto, nella sfida tra gli Stati e la pandemia. La risposta del sistema totalitario cinese, quella autoritaria dei nazionalismi illiberali e quella apparentemente disarmata delle democrazie occidentali. Prendendo l’Italia come campione-pilota di quest’ultimo campo, dobbiamo ammettere che il sistema sanitario ha tenuto faticosamente, il welfare ha dato un’altra prova di civiltà, la risorsa civile di generosità e di solidarietà di medici e infermieri ha fatto il resto. Il governo ha compiuto errori, soprattutto all’inizio. Ma vediamo giorno per giorno che li hanno commessi pressoché tutti i leader democratici, e noi eravamo la cavia occidentale.
*** Ezio MAURO, giornalista e saggista, già direttore di 'la Repubblica', Liberi dal male. Il virus e l'infezione della democrazia, Feltrinelli, 2020
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#BREVITER / Confindustria sta spiegando (Cristiano Ragab)
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