venerdì 26 aprile 2024
#SPILLI / Melonismo in salsa ungherese (Massimo Ferrario)
giovedì 25 aprile 2024
#SPILLI / L'Italia meloniana del 25 aprile (Massimo Ferrario)
«A proposito: tra un giorno è il 25 aprile. È festa nazionale e non andate a scuola. Tu sai che festa è?»
Risposta immediata.
«È la festa della Liberazione.»
Mi compiaccio: allora ne hanno parlato a scuola. E io che ne dubitavo…
Do un segnale di vivo apprezzamento: per lei e per la scuola.
«Perfetto.»
Però non ce la faccio ad accontentarmi.
«Scusa: ma Liberazione da cosa?»
Risposta immediata.
«Dai nazisti.»
Lascio trascorrere qualche secondo guardando la nipotina in faccia con un sorriso. Magari aggiunge qualcosa.
Niente.
«E dai fascisti, no?»
Lei esita.
«Fascisti? Non so: non mi pare ci fosse scritto.»
Chiedo dove doveva essere scritto, ma la fonte fantomatica resta indistinta: un diario, il calendario?
Faccio capire che va bene così.
«Ok, ormai debbo andare. Magari la prossima volta, se vuoi, ne parliamo meglio.»
Il melonismo è entrato a scuola.
Si parla di nazisti, e i fascisti non esistono. Si citano le leggi razziali, e i fascisti non sono nominati: si ammette che sì, sono state una cosa orribile, ma è come fossero cadute addosso agli italiani per volontà del destino cinico e baro.
Italo Bocchino, direttore editoriale del ‘Secolo d’Italia’, ogni settimana presente nei vari talkshow a elevare inni sacri alla provvidenziale Giorgia Meloni, intervistato da ‘Repubblica’’ (23 aprile 2024), nomina la giornata della Liberazione e commenta: «Per fortuna ci ha liberato da quei pazzi dei tedeschi.» Già: ‘la giornata ci ha liberato’. Meglio non ricordare chi l’ha fatto e dimenticare che la Liberazione sarà pur stata ‘da quei pazzi’ dei nazisti, ma è stata anche e soprattutto dai fascisti, loro alleati e al potere in Italia, con una dittatura, per vent’anni.
È l’Italia meloniana del 2024.
Coerentemente e pervicacemente ‘a-fascista’.
Quando non è irrimediabilmente tentata da pulsioni fasciste.
sabato 6 aprile 2024
#SPILLI / Chi produce antisemitismo (Massimo Ferrario)
Il risultato, ad aprile 2024, è sotto gli occhi di chiunque voglia vedere. Oltre 30mila civili palestinesi sterminati, di cui oltre 10mila bambini. Un intero popolo trattato come milioni di topi in gabbia: animali, appunto. Civili che, quando sfuggono ai bombardamenti, muoiono per fame. Ospedali ridotti in macerie e medici, senza farmaci e strumenti, costretti a operare senza anestesia. Aiuti internazionali, alimentari e sanitari, impediti e i pochissimi autorizzati che riescono a bucare la frontiera di Rafah e organizzano la distribuzione di viveri diventano oggetto di stragi di gente affamata che si affolla per rubarsi una misera porzione di viveri. Operatori internazionali di pace uccisi ‘per errore’ (dopo tre bombardamenti consecutivi di droni a mira pianificata sull’autocolonna), mentre trasportano cibo da distribuire, avendo preventivamente concordato con le forze israeliane il percorso che avrebbero seguito. Bambini che, quando non vengono fatti a pezzi, sono resi orfani a migliaia. Ragazzini che, se pure riescono per fortuna a sopravvivere abbandonati a sé stessi, si ritrovano psicologicamente annientati: e se invece ce la fanno a ritrovare per miracolo barlumi di sanità mentale nell’inferno in cui sono stati gettati, sono già sin d’ora orgogliosamente pronti, avendo l’anima perfettamente motivata e il cuore ribollente di vendetta, per entrare a far parte della prossima nuova leva di terroristi della nuova Hamas.
Ci si meraviglia che l’antisemitismo cresca?
Andrebbero ricordati, a caratteri cubitali, almeno tre punti fondamentali.
1) Antisemitismo è essere contro gli ebrei in quanto ebrei.
Insomma è tragicamente silente l’ebraicità in quanto tale diffusa nel mondo: quella organizzata e istituzionale delle comunità dei rabbini. Che sola potrebbe, se si esprimesse, per l’autorevolezza e la rappresentatività della sua voce, dare un potente contributo a contenere il fiume di antisemitismo ogni giorno più impetuoso.
E tacciamo tutti noi, non ebrei, per paura di essere accusati di antisemitismo: anche se siamo (come è ad esempio per il sottoscritto), irrimediabilmente e cocciutamente antirazzisti da sempre, dunque lontani anni luce da qualunque forma di antisemitismo, storico o contemporaneo, e perennemente orripilati dal ‘male assoluto’ che ha preso forma nella Shoah.
Ma così, tacendo, sempre più si inabissa l’umanità. Di ebrei e non ebrei. Di noi tutti esseri umani.
Ed è così che tutti noi ci riveliamo, di fatto, complici di una carneficina premeditata e perseguita con spavalda potenza e chirurgica macelleria: nella sostanza una immonda pulizia etnica che avviene al cospetto del mondo intero.
Un mondo che, quando non è indifferente o intenzionalmente distratto, si accontenta di blaterare retoricamente di ‘principi’ e ‘valori’ che mai verifica e mai pretende applicati nei fatti: nascosto, almeno in Occidente, dietro un doppiopesismo tanto più nauseabondo quanto più ossessivamente ripetuto (Putin iper-denunciato come criminale e invasore e Netanyahu né criminale né invasore).
Un mondo, il nostro occidentale, che si riempie la bocca di parole tuttalpiù di blanda censura o benevolente ammonizione: sempre giustamente ricordando la legittima autodifesa israeliana all’auto-esistenza e giustamente stigmatizzando l’orrendo pogrom del 7 ottobre, ma limitandosi ad alzare sopracciglio e ditino per la risposta di Israele – a sei mesi di distanza e a oltre 30mila civili morti ammazzati - qualificata semplicemente come ‘sproporzionata’: per l'ipocrisia di non chiamarla ‘genocidaria’, quale è nei fatti, al di là di disquisizioni tecnico-giuridiche di chi sa cavillare sul piano del diritto e chiede la verifica ‘oggettiva’ delle intenzioni di chi sta commettendo un assassinio collettivo di simili proporzioni.
Il massimo dell’azione inteventista, da parte di chi ha il potere internazionale di agire e condizionare, è mettere in guardia, ogni giorno. da oltre 30mila morti fa ad oggi, dal non tenere in sufficiente considerazione la salvaguardia della vita dei civili palestinesi. E quindi, per il futuro – dopo ben oltre 30mila morti ammazzati! – invitare Netanyahu, per l’ennesima inutile volta, a ‘fare più attenzione’.
Un insulto all’intelligenza.
Come non fosse evidente che chi ha deciso, e continua a decidere, lo sterminio in atto vuole e persegue proprio lo sterminio degli ‘animali palestinesi’ (copyright Yoav Gallant) e l’unica salvaguardia che accetta è quella che salvaguarda il suo obiettivo ‘über alles’.
A meno che non si crei la seguente condizione, senz’altro impossibile finché la si ritiene tale: subito, finalmente, un’azione chiara, condivisa e forte, di tutto il mondo, ma specie del campo più potente occidentale e soprattutto delle comunità ebraiche organizzate, che isoli davvero, pubblicamente e nettamente, Netanyahu e la politica omicida del suo governo: anche qualificandola appunto come tale, senza alcuna giustificazione possibile.
Se questo non avverrà, non meravigliamoci di quello che, ancora di più terribile, accadrà. E nessuno, ancor più di oggi, domani potrà ritenersi innocente: né ebreo, né non-ebreo.
lunedì 1 aprile 2024
#SPILLI / Da 'Nemici' a 'Contro-parte' (possibilmente 'Con-parte') (Massimo Ferrario)
Pace è una parola astratta. Ma che può essere riempita di concretezza. Il contenuto concreto è solo uno e si chiama 'negoziazione'. Tuttavia, per entrare nella logica del negoziare, occorre che tutti i negoziatori assumano un presupposto: senza questo si resta impallati nel circuito vizioso, perverso e autodistruttivo in cui ci siamo cacciati.
Il presupposto è semplice: e come tutte le cose semplici è difficilissimo. Dobbiamo dire a noi stessi, e soprattutto iniziare a 'sentire' dentro di noi, anche ricostruendo il film che ci ha condotto sin qui con fatti e documenti storici che, messi insieme, hanno la forza dell'oggettività e della verità, che 'anche noi' (Occidente, Nato, Usa, Europa, Ucraina) NON SIAMO INNOCENTI. Cioè 'anche noi' (Occidente, Nato, Usa, Europa, Ucraina) abbiamo commesso ERRORI e la situazione in cui siamo finiti, internazionalmente, è prodotto 'anche' delle nostre colpe e dei nostri errori.
In una parola: dobbiamo smettere di mostrificare o deumanizzare il NEMICO e finalmente renderlo almeno 'CONTRO-PARTE'. Anzi, possibilmente, 'CON-PARTE'.
Perché negoziare, come dovremmo sapere dall'esperienza oltre che dalla teoria, significa darsi reciprocamente la possibilità di un 'win-win' da costruire insieme: non solo pretendendo, ma anche ammettendo e concedendo.
Ci dovrebbe costringere a questo passo l'abisso in cima al quale siamo e dal quale in ogni momento rischiamo di precipitare, magari anche senza volerlo.
Non stiamo esagerando.
Basta chiedersi se mai qualcuno avrebbe potuto immaginare, anche solo qualche mese fa, che nel 2024 in Europa si sarebbe potuto affermare, con serietà e sicurezza, che dobbiamo prepararci alla guerra. Ripeto: PREPARARCI ALLA GUERRA.
Se non è FOLLIA questa...
*** Massimo Ferrario, Da nemici a controparte (possibilmente 'con-parte'), facebook, 31 marzo 2024
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