mercoledì 31 gennaio 2018

#HUMOR / Prima gli italiani, e poi (Lucilla Masini)

Lucilla MASINI
facebook, 29 gennaio 2018, qui

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#QUADRI / Felicie Howell, Jonas Lie, Piet Mondrian

Felicie Howell, 1897-1968
artista statunitense
Gramercy Park, New York (1920)
(via pinterest)

° ° °

 
Jonas Lie, 1880-1940
artista norvegese-statunitense
Afterglow, 1913
(via pinterest)

° ° °

Piet Mondrian, 1872-1944
pittore olandese
Woods near Oele, 1908
(via pinterest)
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#SPOT / Il tempo non guarisce

(via facebook, qui)
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#SGUARDI POIETICI / Adesso che non so più niente (Chandra Livia Candiani)

Adesso che non so più niente
che il vuoto è bella dimora
che ho passi senza arsura
che siedo e imparo
a esitare, adesso
che non sei più al centro
e quello che conta non è più
al centro
ma spostato
tra le mani
dove le dita si disarmano
e fanno un gesto limato,
adesso questa categorica bellezza
di rami e cieli
pugnala solo
perché entri luce.

*** Chandra Livia CANDIANI, Adesso che non so più niente, da La bambina pugile. Ovvero La precisione dell’amore, Einaudi, 2014.
Segnalata in 'l'estroverso', 7 luglio 2014, qui


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#RACCONTId'AUTORE / Storia crudele (Stefano Benni)

L’uomo più ricco e potente del mondo aveva paura di tre cose.
Del comunismo.
Degli insetti.
E fin qui difendersi era facile.
Ma soprattutto aveva paura della morte.

Così pagò miliardi per farsi ibernare, e svegliarsi quando la medicina avesse trovato il modo di eliminare la morte.
Passò un tempo molto lungo e un mattino la cella d’ibernazione si illuminò e l’uomo aprì gli occhi.
Buon risveglio, signore - disse una voce metallica dietro un vetro.
- Che anno è? – chiese il signore - fatemi subito uscire.
- Mi dispiace ma non può uscire subito, dobbiamo controllare se tutto va bene, le tecniche di risveglio sono attive da poco tempo e la procedura è lunga.
- Ma voi non sapete chi sono io… sono l’uomo più ricco e conosciuto del mondo.
- Signore, forse lo era molto tempo fa. Ma oggi tutti i suoi amici sono morti, il danaro non esiste più, e lei è un risvegliato qualunque…
- Non tollero che mi si parli così! Questa clinica è mia! Voglio parlare col primario!

Si accese uno schermo e apparvero una grande mantide religiosa e un panciuto calabrone.
- Sono il primario dottoressa Temagno e questo è il capo del programma di riadattamento, il dottor Bombo.
- Ma voi… non siete umani.
- Gli umani sono estinti da duecento anni, signore. Noi invertebrati abbiamo ereditato la terra.
- Nooooooo… - gridò il signore - … odio essere un uomo qualunque... e soprattutto mi fate schifo voi insetti... dio mio, cosa può accadermi di più terribile?
- È molto agitato – disse la dottoressa - compagno Bombovic, gli dia subito un calmante.

*** Stefano BENNI, scrittore, poeta, Storia crudele, facebook, 29 gennaio 2018, qui


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#EX LIBRIS / Mostri, in ognuno di noi (Ilaria Tuti)

«Qualcuno prima o poi dovrà spiegarmi che cos’è un mostro» disse. «Li chiamiamo così, ma intanto restiamo a guardare, non riusciamo a cambiare canale perché sappiamo che sono come noi: umani. È questo che ci cattura, il riconoscere una parte di loro in noi.» 
Marini guardò la foresta immobile. Forse si stava chiedendo che segreti custodisse, di quali altri orrori sarebbe stata, forse, presto testimone. 
«Secondo lei, il mostro è in ognuno di noi?» chiese. Sembrava scettico.
«Ne sono convinta. Se sei fortunato, se il destino ti dà in dote una vita almeno decente, continuerà a dormire fino al tuo ultimo respiro. In loro, invece, è stato alimentato da abusi e traumi.» 
Lo sguardo di Marini tornò a scandagliarle il viso. 
«Crede siano vittime?» domandò, con uno stupore misto ad avversione. Teresa sapeva che le sue convinzioni scatenavano spesso reazioni di rifiuto. Non era facile umanizzare l’orrore, crederlo alieno era rassicurante. 
«Lo sono sempre» rispose, convinta. «Condannati a cibarsi dell’unica cosa in grado di calmare per un po’ la fame violenta che li attanaglia.» 
«E cioè?» 
«Il potere. Il potere assoluto su un altro essere umano.»

*** Ilaria TUTI, scrittrice, Fiori sopra l'inferno, Longanesi, 2018


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martedì 30 gennaio 2018

#HUMOR / Sto ancora aspettando

(via facebook)

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#CIT / Trasportare i sogni in terra (Stefano Benni)

Stefano BENNI, 1947
scrittore 
(via facebook, 25 gennaio 2018, qui)

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#FUMETTI / Quando si cade da cavallo (Charles M. Schulz)

Charles M. SCHULZ, 1922-2000
fumettista statunitense
(via facebook)

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#SGUARDI POIETICI / La farfalla (Pavel Friedman)

L’ultima, proprio l’ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
l’ultima,
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto:
i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere di castagno
nel cortile.
Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.

*** Pavel FRIEDMAN, 1921-1944 (Auschwitz), poeta ebreo cecoslovacco, La farfalla, in 'la dimora del tempo sospeso', 12 agosto 2007, qui


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#VIGNETTE / Non sono indeciso (Altan)

ALTAN
'L'Espresso', 28 gennaio 2018

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#SENZA_TAGLI / Insegnare, gratitudine (Vera Gheno)

Ieri ho fatto tre ore di lezione. Oggi ne ho fatte tre la mattina e tre il pomeriggio. E adesso sono giustamente distrutta.

Eppure, mentre insegno, mi rendo conto di accedere a una dimensione parallela in cui non ho fame, non ho sonno, non mi si secca la gola e mi passa anche il mal di testa. Parlo, ascolto, commento, rido, piango, do consigli, mi prendo consigli, disputo, mi imbarazzo, mi inquieto, sono felice.

E imparo, imparo da tutti coloro che ho davanti. Vedo le loro reazioni, la loro attenzione oppure quando stanno per distrarsi; allora li inseguo e cerco di riportarli da me. Le loro emozioni diventano le mie. Mi sento insieme potentissima e vulnerabile.

Sono così grata di poter fare tutto questo.

*** Vera GHENO, sociolinguista, 'facebook', 27 gennaio 2018, qui


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lunedì 29 gennaio 2018

#SPOT / Tutto quello che non è reciproco (@barbara_895)

(via pinterest)

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#VIGNETTE / La bambola gonfiabile che parla (Beppe Beppetti)

Beppe BEPPETTI
vignettista

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#HUMOR / Io la mattina sono allegro

(via pinterest)
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#COSE_PASSATE / Le 'pattine', Taxi Fiat Multipla Milano

Le 'pattine' di casa
(via pinterest)

° ° °

Taxi Multipla a Milano
(via pinterest)

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#SGUARDI POIETICI / Ti amo come se mangiassi il pane spruzzandolo di sale (Nâzım Hikmet)

Ti amo come se mangiassi il pane spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi
pieno di gioia pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa che si muove in me
quando il crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.

*** Nâzım HIKMET, 1901-1963, poeta, drammaturgo e scrittore turco naturalizzato polacco, da Lettere dal carcere alla moglie Münevver, Mosca, 1959
Segnalato in 'ilcantodellesirene', 20 maggio 2010, qui


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#PIN / Fedeli, leali (MasFerrario)


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#EX LIBRIS / Tragedia, non è più per noi (Giuseppe Conte)

La tragedia fa paura, non è più per noi. Ha da fare con la morte, col mistero, col sacro. Noi, pensava Giona Castelli con in mente tanti romanzi italiani che aveva avuto sul banco della libreria prima della fine, puntiamo sulle piccole cose. Basse. Quotidiane. “Tragedia” per l’uomo di oggi è la sconfitta della propria squadra del cuore, un piatto di pasta scotta, la fuoriuscita di un’emorroide.

*** Giuseppe CONTE, 1945, poeta e scrittore, Sesso e Apocalisse a Istambul, Giunti, 2018
https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Conte_(scrittore)


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domenica 28 gennaio 2018

#HUMOR / Chi ti ama

(via facebook, 22 gennaio 2018, qui)

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#SPOT / Rational Human Being

(via facebook, 16 gennaio 2018, qui)

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#SORRISI_CONTAGIOSI / Etiopia, Uganda

Etiopia
(via pinterest)

° ° °

Uganda
(via pinterest)
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#SGUARDI POIETICI / Un seme di terra (Maurizio Mattiuzza)

E si moriva d’estate, in montagna
bella ciao, con un fazzoletto rosso al collo
magari proprio sul più bello
di una vita ancora tutta da desiderare
o tra le lenzuola fresche di una bella mattina
e si moriva d’inverno,
nascosti alla vita nel fieno
di qualche cascina
con una donna mai vista
a fingere d’essere tua madre
o tua moglie
e si moriva d’autunno, nei fossi
sorpresi di foglie
come cicale curiose del gelo
e si spariva ragazzi, in aprile
d’agosto
fermati e freddati sul posto
o su un vecchio vagone piombato
e poi si è morti di ordigni e di trame
di stragi che adesso
chiamiamo di stato
truffandoci la vista col linguaggio dolciastro
del potere 
con cui strisciamo la notizia della
pace armata
e delle bombe intelligenti
che oggi, a sorpresa, uccidono qualcuno
e ci chiediamo tutti, teleguidati nei salotti bene
di Rai1
quale storia sia davvero questa
che non riusciamo più a chiamare nostra
siamo i ribelli della montagna*
l’otto settembre
Ustica
una finestra in questura
da cui si cade e si muore
revisioni e processi
indagini che non portano mai a niente
e tutto il sangue nel sangue
negli occhi stanchi della gente
che ha stretto di lacrime e lavoro
questo suo seme di terra
da cui è nato un paese che ripudia la guerra


*** Maurizio MATTIUZZA, 1965, poeta, Un seme di terra, da Maurizio Mattiuzza, Gli alberi di Argan, La Vita Felice, 2011. Anche in ‘blanc de ta nuque’ – uno sguardo sulla poesia italiana contemporanea, 22 settembre 2011, qui - (*) Canzone della resistenza italiana, qui



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#SENZA_TAGLI / Imparare a conversare (Bruno Mastroianni)

Diciamocelo, rintuzzare l’altro in quello che riteniamo un suo errore fa piacere; sferzarlo proprio laddove pensiamo di vedere una lacuna dà soddisfazione. Ma davvero fa riflettere o chiarisce qualcosa? Davvero aiuta qualcuno a cambiare la sua posizione (che è l’esito migliore della comunicazione)?

In realtà “blastare” è solo la versione contemporanea (e tecnologicamente avanzata) di un atto tribale. Il campione di una certa visione del mondo colpisce l’altro (che ha un’altra visione) proprio perché si sente forte del consenso di coloro che sono d’accordo con lui. Il risultato è che il blastato (e con lui i suoi “compagni di visione”) se ne vanno dallo scontro continuando a rimanere sulle loro pozioni, anzi spesso ne sono ancora più convinti proprio perché contrastati con scherno o veemenza.

Questa dinamica, ormai tipica sui social, ha come effetto quello di mettere in secondo piano la presenza (o meno) di buone ragioni mentre sbilancia molto sull’appartenenza e sull’adesione a certe convinzioni condivise con altri. Persino gli uomini di scienza o i cosiddetti intellettuali ci cascano: convinti di essere i titolari della razionalità e forti di un consenso sulla scientificità che sentono di meritare, spesso rintuzzano gli interlocutori senza lo sforzo di capire le loro domande (soprattutto quando implicite e mal poste) prima di farsi capire. In questo modo si comportano esattamente come ogni gruppo di opinioni omogenee che non cerca alcun confronto ed è dedito solo a confermare le proprie certezze.

Il risultato finale è che lo scambio di idee è quasi assente, il progresso culturale praticamente nullo, la divulgazione di conoscenze attendibili vicina allo zero.

Un effetto invece c’è: l’aumento della sfiducia nei rapporti umani e sociali. Quest’ultima è la malattia più grave che sta affliggendo l’Occidente. Non a caso ne vediamo chiaramente i sintomi: sensazione di fragilità, gruppi omogenei sempre più chiusi, mancato riconoscimento delle competenze, istinto di difesa di ciò che è proprio, ricorso a posizioni estreme per difendere e difendersi.

La cosa interessante è che mentre si “blastano” inutilmente, i presunti “ignoranti” prendono decisioni che hanno effetti politici e sociali su tutti gli altri, anche sui “detentori della ragione”. Il problema infatti non è di ignoranza. L’ignoranza c’è sempre stata ed è stata molto più grave in epoche precedenti. La differenza è che prima non aveva diritto di parola: a possedere e popolare i mezzi di comunicazione era un’élite che poteva selezionare temi, modi, tempi ecc.

Ora che tutti hanno possibilità di intervenire su tutto e di condividere il loro pensiero senza filtri, rende quella della conoscenza sostanzialmente una sfida di comunicazione. Non si può più pensare di conoscere e far conoscere (dentro c’è l’informazione come la divulgazione scientifica) se non in modalità adatte alla conversazione attuale: se tutti vi possono accedere, allora bisogna accettare che il modo di discutere si adegui a quell’accesso universale.

In sostanza: abbiamo fatto la conversazione globale libera, dobbiamo ancora “fare” i liberi conversatori (semicit.).

*** Bruno MASTROIANNI, filosofo, esperto di comunicazione, 'facebook', 4 gennaio 2018, qui


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#RITAGLI / Ecco perché nessuno mi chiede di fare il ministro della Sanità (Gino Strada)

Se qualcuno venisse a propormi di fare il ministro della Sanità, risponderei che il mio programma è molto semplice: faccio una sanità d'eccellenza, spendendo la metà di quello che si spende oggi, eliminando il conflitto di interesse introdotto nella mia professione dalla casta politica: il pagamento a prestazione. Il nostro sistema sanitario era uno dei migliori al mondo, la casta, con la complicità dei medici, lo ha rovinato. L'interesse del medico è che la gente stia male, per fare più prestazioni. Ma nove milioni di persone non hanno più accesso alla sanità. Io eliminerei tutto questo. Ecco perché nessuno mi ha mai chiesto di fare il ministro della Sanità.

*** Gino STRADA, 1948, medico, fondatore di Emergency, intervistato da Paolo Gallori, 'la Repubblica', 21 dicembre 2012, qui



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sabato 27 gennaio 2018

#SPOT / Mi piacciono le persone (Raffaele Iovino)

Raffaele IOVINO
twitter, 2 marzo 2017, qui

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#NATURA_MORTA / Balthus, Édouard Manet, Vincent Van Gogh

BALTHUS, 1908-2001
artista francese di origine polacca
(via pinterest)

° ° °

Édouard MANET, 1832-1883
pittore francese
(via pinterest)

° ° °


Vincent VAN GOGH, 1853-1890
pittore olandese
(via pinterest)

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#SCRITTE / Non mi avranno

(dal web)
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#SGUARDI POIETICI / Non ho più che lo stento d'una vita (Carlo Betocchi)

Non ho più che lo stento d’una vita
che sta passando, e perduto il suo fiore
mette spine e non foglie, e a malapena
respira. Eppure, senza acredine.
C’è quell’amore nascosto, in me,
quanto più miserevole pudico,
quel sentore di terra, che resiste,
come nei campi spogli: una ricchezza
creata, non mia, inestinguibile.
Nemmeno più coltivabile, forse, ma vera
esistenza; così come pare sperduta
nel cosmo, con la sua gravità, le sue leggi,
il suo magnetismo morente, che lo Spirito
non dimentica, anzi numera.
Non guardatemi, che son vecchio,
ma nel mio mutismo pietroso ascoltate
come gorgheggia, com’è fiero l'amore.

*** Carlo BETOCCHI, 1899-1986, poeta e scrittore, Non ho più che lo stento d'una vita, da Un passo, un altro passo, Mondadori, 1967, segnalato in 'larecherche.it', 24 agosto agosto 2015, qui


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#MOSQUITO / Fascismo, come il cancro (Umberto Saba)

Tutto il processo del fascismo – manifestarsi della sua vera natura quando è già tardi per un efficace intervento chirurgico; sua impossibilità di morire se non assieme alla vittima alla quale si è abbarbicato; tendenza a riprodursi in luoghi lontani dalla sua prima sede; disperate sofferenze che genera in quelli che ne sono colpiti; guasti profondi che si rivelano all'esame necroscopico dei corpi (o paesi) sui quali abbia totalitariamente imperato – tutto, dico, il suo processo ha sorprendenti somiglianze con quello del cancro.

*** Umberto SABA, 1883-1957, poeta, scrittore, aforista, Scorciatoie e raccontini, 1946, Einaudi, citato in 'aforismario.net', qui



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#SPOT / 27 gennaio (Zerocalcare)

ZEROCALCARE, 1983
calendario 'internazionale', gennaio 2018

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venerdì 26 gennaio 2018

#SPOT / Sei o nove

(dal web)

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#HUMOR / Prima volevo dire

(dal web)

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#SCRITTE / Firmato, la mamma

(dal web)

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#SGUARDI POIETICI / E' al bene che dobbiamo andare (Franco Arminio)

È al bene che dobbiamo andare,
alla nostra chiesa in fondo alla carne 
dove si prega, dove si trema
e si sta vicini al cielo,
è da lì che nascono i baci,
è lì che il bene silenzioso impera.

*** Franco ARMINIO, 1960, poeta, scrittore, paesologo, 'facebook', 16 gennaio  2018, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Arminio



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#SENZA_TAGLI / Democrazia, spiegata a un marziano (Matteo Saudino)

La democrazia è quel sistema politico in cui, nove volte su dieci, i cittadini più poveri eleggono chi diminuisce le tasse ai ricchi, aumenta l'età pensionabile ai lavoratori, taglia le spese scolastiche, privatizza la sanità, precarizza il lavoro e aumenta le spese militari.
Il tutto, ovviamente, in nome degli interessi della nazione.

*** Matteo SAUDINO, insegnante di filosofia e storia, La democrazia spiegata a un marziano, 'facebook', 22 gennaio 2018, qui


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#MOSQUITO / Chi legge e chi non legge (Umberto Eco)

Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5.000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… Perché la lettura è un’immortalità all’indietro.

*** Umberto ECO, 1932-2016, semiologo, filosofo, saggista, scrittore, Perché i libri allungano la vita, 'l'Espresso',  rubrica 'La bustina di Minerva', 2 giugno 1991


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giovedì 25 gennaio 2018

#SPOT / Non iniziò con le camere a gas

via facebook, qui

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#HUMOR / Sto da Dio

(via pinterest)
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#SCRITTE / Non fate entrare il gatto

via facebook, qui
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#VIGNETTE / Posso aiutarti?

(dalla rete, autore non identificato)

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#SGUARDI POIETICI / Il mondo si è suicidato (Franco Arminio)

Il mondo si è suicidato
I ricchi hanno messo la corda,
i poveri il collo.

Furbizia e vanità
nella fossa comune 
dell'attualità.

*** Franco ARMINIO, 1960, poeta, scrittore, paesologo, tweet 18 gennaio 2018, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Arminio


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#MOSQUITO / Dalla bellezza condivisa al lusso esclusivo (Luigi Zoja)

Quanto all’arte, siamo passati da società semplici, che permettevano a chiunque un certo accesso alla bellezza, a una società globalizzata che l’ha resa praticamente inaccessibile. È vero, molti pagano un biglietto e possono ammirare i capolavori. In che modo, però? Tutti in fila, in modo scolastico, e per un istante. Solo i super ricchi, che comprano le opere, possono accedervi davvero. Così, dalla bellezza condivisa si passa al lusso esclusivo, che suscita invidia. Nel termine ‘esclusivo’ c’è qualcosa di immorale: significa ‘caccio via gli altri’. E ‘lusso’, in latino, vuoi dire ‘fuori posto’; pensiamo per esempio a una spalla lussata. (...)

[D: Dove troveremo la bellezza che ci è necessaria per vivere?] 
Essendo un valore nascosto, una qualità divina che si allontana, il nostro occhio dovrà andarla a cercare, con pazienza, in piccoli episodi quotidiani, nell’arte moderna mescolata alla bruttezza, nel cinema neorealista che filmava in bianco e nero con grande capacità estetica. Occorre non avere fretta. C’era bellezza nel violinista americano che per un’ora ha suonato uno Stradivari nella metropolitana. Pagato di solito mille dollari al minuto, ne ha guadagnati 30: il problema era la fretta della gente. Uno dei massimi responsabili dell’intossicazione del XX secolo è stato Filippo Tommaso Marinetti, con i suoi inni alla velocità. Purtroppo ha fatto molti proseliti, anche a sinistra. 

*** Luigi ZOJA, 1943, psicoanalista, autore di Giustizia e Bellezza, Bollati Boringhieri, 2007, intervistato da Carlo Grande, ‘D la Repubblica delle Donne’, 4 agosto 2007.


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#VIGNETTE / Se gli scappa 'Lager'... (ellekappa)

ellekappa
'la Repubblica', 23 gennaio 2018

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