Non sapevamo mai
quando sarebbe stata
l’ultima volta.
Era importante
non saperlo.
Facevamo l’amore
la penultima volta,
sempre la penultima volta,
tante volte
quanto il tempo ne concedeva.
Andavamo a letto
e accostavamo le teste,
cercando di scoprire
dov’eri andata.
La tua malattia era un terreno
vasto ma, in un modo o nell’altro,
ancora e sempre,
ti trovavamo.
*** Michel FABER, 1960, scrittore olandese, La penultima volta, da Undying. Una storia d’amore, traduzione di Luca Manini, La nave di Teseo, 2017.
Segnalato in 'ipoetisonovici.com', 15 febbraio 2018, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Michel_Faber
Testo originale (The Second-LastTime)
We never knew
when would it be
the last time.
It was important
not to know.
We made love
the second-last time,
always the second-last time,
as many times
as time allowed.
We’d go to bed
and put our heads
together, trying to find
where you had gone.
Your illness was a vast
terrain, but somehow
again and again
we found you.
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