Cari ragazzi, state cadendo nella trappola che vi stanno tendendo, anche con questa orrenda campagna elettorale, state diventando quelli della ‘guerriglia urbana e basta’ e vi stanno mettendo sulla stessa bilancia dei gruppi nazifasci, senza nessuna differenza. Voi non siete questo, non siete violenza.
Quello che dovete portare in piazza non sono le bombe carta, ma quello che fate nei vostri territori, nei vostri luoghi di aggregazione e cioè la musica, il teatro, i libri, i mercatini bio, le scuole di musica popolari, le squadre di calcio dei migranti, gli aiuti ai terremotati, l’indignazione e l’aiuto ai migranti nelle frontiere, l'indignazione e il sostegno alle migliaia di morti civili, molti di loro bambini, in Siria e in tutte le guerre e... tanto altro.
È questo che dovete portare in piazza, quel lavoro che nessuno vede o non vuole vedere. Non sono giovane, mi ricordo il '77, ero appena adolescente, e ora provo la stessa ansia e angoscia, quella stessa sensazione tremenda che provavo quando Giorgiana Masi, Walter Rossi, Francesco Lorusso hanno perso le loro vite, come per coloro uccisi per mano dei fascisti, quel senso di disgusto, paura misto ad impotenza.
Non voglio che ritorni quel periodo, non voglio che si ricomincino a bruciare i vostri luoghi, riinizino le faide, gli anni di piombo. Antifascisti, antirazzisti, antisessisti si può e si deve, ma senza violenza. Purtroppo stanno utilizzando i nostri soldi con eserciti antisommossa, non per difendere la democrazia, ma per difendere un gruppuscolo di neofascisti illegali, calpestando la legge Scelba e anche per questo la rabbia sale.
Noi siamo tanti ma, in questo modo, stiamo dando troppa voce e visibilità a dei gruppetti che non sono comunque da sottovalutare. Fra qualche mese inizierà il processo ad alcuni ragazzi, tra cui mio figlio, per i tafferugli successi ad un comizio di Salvini, all’epoca il Salvini che andava predicando l’amore per le ruspe e l’odio per i campi rom da bruciare. Erano una trentina di ragazzi inermi e sono stati caricati. Ma il 10 febbraio io e la mia famiglia abbiamo sfilato pacificamente a Macerata, dove l'atmosfera era quella della condivisione, della bellezza, del rispetto reciproco che mai dobbiamo perdere di vista. Perché è questo che ho sempre insegnato ai miei figli, il rispetto per l’altro, l’aiuto ai più deboli e bisognosi e un forte senso di giustizia contro tutte le mafie. Forse queste cose non fanno da tempo o da sempre parte di questa società ma sono le stesse che voi condividete e per questo mi sento di dirvi di cercare di fermare questa spirale di violenza e manifestate/manifestiamo pacificamente... le vostre vite valgono di più.
Una mamma-cittadina antifascista, antirazzista, antisessista preoccupata.
*** Fausta CARLETTI, “Aiutate a fermare la violenza”. Lettera aperta ai centri sociali, 'MicroMega online', 27 febbraio 2018, qui
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