Un soldato tedesco urla al prigioniero: lancialo in aria!
Il prigioniero fa finta di non aver sentito e si affretta a sistemare il bambino sul carro, assieme a tutti gli altri. Allora il soldato si avvicina, gli punta la pistola sotto al mento e ripete: "ti ho detto di lanciarlo in aria, non hai capito? Se non lo fai tu, lo farà il prossimo".
Così il prigioniero è costretto a lanciare per aria il bambino.
In questo modo i soldati tedeschi passavano il tempo ad Auschwitz: facendo il tiro a segno sui bambini ebrei, mentre i prigionieri pregavano che li uccidessero al primo colpo, per evitare inutili sofferenze.
Questa testimonianza di Alberto Sed - sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz - è un pugno nello stomaco.
Il filmato si trova facilmente on line.
Fatelo vedere agli studenti che si proclamano fieramente fascisti. Fate in modo che quei ragazzi vedano gli occhi di Alberto mentre racconta questo episodio. Non è possibile che restino indifferenti. Non è possibile che non comprendano.
L'unica speranza che abbiamo, per il nostro futuro, è mantenere intatta la memoria del passato.
Restiamo Umani
*** Guido SARACENI, docente di filosofia del diritto e informatica giuridica presso l'università di Teramo, facebook, 17 aprile 2021, qui (video qui)
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