lunedì 11 marzo 2019

#SENZA_TAGLI / Riprendiamoci le parole (Andrea Colamedici)

Oggi essere cattivi va di moda e la bontà sembra monotona. L'ufficio stampa del lato oscuro è stato molto più creativo e capace di quello dei buoni, e i risultati sono evidenti.

Davanti alla noia contemporanea, all'assenza di futuro e di senso, la bontà non regge il confronto con la cattiveria: "cattivo" viene da captivus, che significa "prigioniero". Per chi non vuole impegnarsi, essere prigionieri di se stessi è molto più facile e soddisfacente che essere liberi tra gli altri. 

E ci si difende dagli inviti alla bontà accusando gli altri di essere "buonisti", "politicamente corretti", "radical chic". Ma queste parole non sarebbero mai state considerate da un filosofo greco delle offese. Lo diventano oggi, quando l'egoismo ha preso il posto dell'altruismo. Sono buonista? E cioè tollerante, accogliente, aperto all'ascolto dell'altro e disposto a mettere l'ignoto prima di me? Sì. Sono politicamente corretto? E cioè coerente con le mie idee, rispettoso di quelle degli altri, attento a non ferire senza motivo? Sì. Sono radical chic? E cioè voglio cambiare le strutture sociali e il sistema di valori della realtà e al contempo amo la bellezza, l'eleganza e il buon vivere? Sì. 

Riprendiamoci le parole.

*** Andrea COLAMEDICI, filosofo, editore di Tlon, facebook, 9 marzo 2019, qui


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