giovedì 8 gennaio 2015

#EXLIBRIS #RITAGLI / Dio, vita democratica, religione

Finché si proclama e si agisce in proprio nome, la finitezza costituisce per ciascuno un argine alla pulsione di onnipotenza, ma nel Nome di Dio ogni limite svanisce, ogni capriccio si ammanta di dovere assoluto e di obbedienza all’Altissimo, ogni straccio di opinione si tinge del non negoziabile del fanatismo. 
(…)
Lo spazio della vita democratica deve essere ateo esattamente come ateo è il laboratorio della ricerca e sperimentazione scientifica. “Cittadino Primo Console, non ho avuto bisogno di questa ipotesi”, risponde Laplace a Napoleone, che l’aveva apostrofato in tono intimidatorio: “non capisco come non abbiate dato spazio all’azione del Creatore”. Il singolo scienziato può anche essere credente, ma prima di entrare tra le provette o nel sincrotrone appende la sua fede all’attaccapanni, perché in laboratorio valgono solo ipotesi scientifiche ed esperimenti tesi a metterle alla prova. Analogamente il cittadino: non appena esce dalla dimensione dell’individuo privato per partecipare della sovranità nella sfera pubblica, deve lasciare a casa Dio e la fede, per dia-logare con i propri con-cittadini solo sulla base di ciò che li ac-comuna, fatti accertati + logica + valori repubblicani. La parola “Dio” e la parola-di-Dio non devono mai risuonare, neppure in filigrana, nel discorso pubblico, nelle agorà mediatiche, nelle istituzioni. “Non nominare il nome di Dio” è il primo comandamento della convivenza democratica, poiché il pronunciarlo non è mai “invano”, ma già attentato alla democrazia. 
*** Paolo FLORES D'ARCAIS, filosofo, direttore di ‘MicroMega’, "La democrazia ha bisogno di Dio": Falso!, Laterza, 2013



La religione è più profonda di Dio. È una visione del mondo per cui un valore intrinseco e oggettivo permea tutte le cose; l'universo e le sue creature suscitano meraviglia, la vita umana ha uno scopo e il cosmo ha un ordine. Credere in un dio è solo una delle manifestazioni possibili di questa visione del mondo.
*** Ronald DWORKIN, 1931-2013, filosofo e giurista statunitense, Religione senza Dio, Il Mulino, 2014, citato da Corrado Augias, I dubbi di fronte alle certezze degli altri, rubrica 'lettere', 'la Repubblica', 7 gennaio 2015

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