venerdì 4 ottobre 2019

#SENZA_TAGLI / Migranti, il cimitero Mediterraneo (Roberto Saviano)

Il 3 ottobre di sei anni fa un barcone di migranti si rovesciò a mezzo miglio dalla costa di Lampedusa. 
Il motore era in avaria, alcune persone a bordo avevano dato fuoco a una coperta per segnalare la loro presenza in mezzo al mare e provare ad attirare i soccorsi. Ma non arrivò nessuno. Il fuoco spaventò i migranti che, spostandosi sulla barca, la destabilizzarono. Il barcone si rovesciò, inghiottendo molti di loro. Furono recuperati 368 cadaveri, tra loro donne, bambini e un neonato partorito durante la traversata e ancora legato alla sua mamma dal cordone ombelicale. Non c'erano abbastanza bare per ospitarli tutti, dovettero arrivare via traghetto dalla Sicilia. Furono disposte nell'hangar dell'aeroporto, l'unico posto abbastanza grande per accoglierle. 

Dopo quel naufragio, venne avviata l'operazione Mare Nostrum, per rafforzare il pattugliamento nel Mediterraneo e prestare soccorso ai migranti. Non una pura operazione militare di controllo delle frontiere, ma anche una missione umanitaria per la salvaguardia della vita. È durata poco più di un anno, poi venne sostituita dall'operazione Triton di Frontex, che aveva posto fine al lato umanitario dell'operazione per occuparsi esclusivamente di pattugliare le frontiere. Per salvare le vite dei naufraghi, invece, scesero in mare le Ong, che per molto tempo hanno aiutato le autorità italiane ed europee a sopperire alle loro mancanze, finché non sono state travolte da un'ondata di fango che ha avuto come effetto quello di affollare ancora di più quel cimitero in cui il Mediterraneo si è trasformato. 

Dal 3 ottobre 2013, 19mila migranti hanno perso la vita nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere le coste europee. Leggo delle iniziative che si stanno svolgendo in decine di città europee per celebrare questa data, in nome della memoria e dell'accoglienza. Tanti pensieri mi affollano la mente, il primo, terribile, è questo: che senso ha celebrare ogni 3 ottobre la memoria dei naufraghi, quando per il resto dell'anno sono abbandonati a morire in acqua e in Libia, e si ostacola il lavoro di chi cerca di salvarli? Poi però capisco che non bisogna cedere, che non bisogna darla vinta a chi istiga all’odio, a chi ci vuole armati gli uni contro gli altri. Quella distesa di bare non la dimenticheremo mai, è un orrore che non deve accadere mai più.

*** Robero SAVIANO, scrittore, facebook, 3 ottobre 2019, qui


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