martedì 5 marzo 2019

#SPOT / Meglio buonista e puttana (Giulia)

foto di Pierpaolo Farina
via facebook, 2 marzo 2019, qui

Sabato scorso quel cartello, tra i tanti, era passato quasi inosservato durante il corteo milanese «People-Prima le persone» che ha radunato decine di migliaia di persone. Al massimo aveva strappato qualche sorriso. «Meglio buonista e puttana che fascista e salviniana», c’era scritto in quattro fogli bianchi A4 tenuti insieme con il nastro adesivo ed esposti da una ragazza, Giulia, che faceva riferimento agli insulti ricevuti sulla bacheca di Salvini in una precedente occasione. 
Due giorni dopo quel cartello è diventato virale sui social, dopo che a postarlo sul suo profilo Facebook è stato ancora una volta il ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Che gentil signora», ha scritto come commento il leader della Lega. Aprendo così le danze per migliaia di interventi, tutti social.

I commenti
Oltre 34 mila in circa otto ore, buona parte contro la ragazza — associata alla proposta di riaprire le case chiuse —, con tanto di battutacce a sfondo sessuale, offese sessiste ed epiteti vari. Una gogna social, come racconta la stessa giovane su Facebook, con tanto di screenshot dei messaggi ricevuti. Nella raffica di commenti ci sono anche quelli che difendono la ragazza, spiegando che quel cartello si riferisce a un’offesa che proprio i sostenitori leghisti hanno spesso usato nei confronti di chi manifesta opinioni contrarie al ministro dell’Interno e in particolare contro Giulia, già finita sulla bacheca di Salvini in un’altra occasione — quando aveva partecipato a una manifestazione a Milano per i fatti di Macerata — con un cartello e lo slogan «Migranti non lasciateci soli con i fascisti».

La testimonianza
«Giulia era sul nostro carro sabato — raccontano i Sentinelli sul loro profilo social —. 
Giulia per un cartello che recitava “Migranti non lasciateci soli con i fascisti” era già stata additata da Matteo Salvini sulla sua bacheca Facebook. A Giulia arrivò addosso di tutto, dagli insulti sessisti a vere e proprie minacce di violenza fisica. Questa mattina quello che di mestiere fa il ministro degli Interni, che conosce bene cosa ha fatto passare a Giulia, decide di rimandare i suoi sicari in missione. E ovviamente sono ripartiti insulti e minacce. È una cosa inaudita» concludono i Sentinelli, lanciando l’hashtag #NoisiamoconGiulia.

*** Corriere.it, 4 marzo 2019, qui

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