Gli uomini sono sempre pronti a vantarsi della loro intelligenza e delle loro prodigiose realizzazioni, ma tenendo conto del numero incalcolabile di azioni, operazioni, invenzioni e attività di cui non hanno saputo prevedere, né misurare, né rimediare alle conseguenze profondamente catastrofiche su scala mondiale, non sarebbe altrettanto fondato considerarli cretini presuntuosi? Non si tratta quindi dell’idiozia in senso dostoevskiano o deuleuziano, cioè una propensione all’ingenuità, alla credulità o all’incredulità, alla semplicità, allo sdegno dei concetti astratti, non si tratta della capacità di stupirsi senza cercare spiegazioni, ma della stupidità ordinaria, banale, di fondo: mancanza di intelligenza, di ragionamento, di logica, di senso critico e di umorismo, difficoltà a stabilire collegamenti, cogliere le sottigliezze e andare oltre i pregiudizi, disturbo della comprensione, assenza di riferimenti dovuta all’incultura e all’ignoranza, incapacità di giudicare, riflettere, valutare una situazione e le sue conseguenze, goffaggine nell’espressione, pesantezza di spirito, propensione alla gaffe, alla confusione, perversione del gusto, improprietà varie, paralogismi, insomma ciò che viene anche chiamato, con un termine più sonoro ma più volgare: la coglionaggine.
*** Armand FARRACHI, 1949, scrittore francese, Il trionfo della stupidità. La torta al cioccolato del presidente Donald Trump, Fandango, 2019
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