giovedì 7 giugno 2018

#INEDITI / Noi elettori, la conversione a U (Renzo Modiano)

Tutti hanno rilevato che le elezioni del 4 Marzo hanno segnato una svolta drastica rispetto al passato. Nessuna elezione clona le precedenti, qualcosa cambia sempre, ma questa volta il cambiamento è stato epocale. L’evidente novità è la nascita del tripolarismo, ma altri aspetti – causa, o conseguenti al fenomeno - sono apparsi. Gli osservatori li hanno evidenziati, tanti e veri tutti, eppure, in me restava una sensazione di insufficienza, di incompletezza, nel tentativo di spiegare il fenomeno verificato. Mi mancava qualcosa di più ampio, che li comprendesse tutti e persino ne contenesse la genesi. Ora penso di aver trovato ciò che cercavo: è una nuova, drastica, regressione degli elettori nella capacità di comprensione della realtà Politica che vivono. Questa volta i tradizionali meccanismi valutativi adottati dall’elettorato non hanno funzionato come in passato. A mio avviso, ciò spiega, in buona parte, l’accaduto.

Gli italiani, come tutti i popoli del mondo, non sono – e non potranno mai essere - in grado di motivare il proprio voto in base ad approfondite conoscenze storiche, psicologiche, di Politica Economica, ecc., ecc.. Per esempio, intorno alla metà del secolo scorso due Fedi Religiose hanno condizionato fortemente il voto degli italiani: la Chiesa Cattolica e il Partito Comunista. Solo pochi laici decidevano come votare in base a loro libere e autonome valutazioni. Gli italiani erano fortemente influenzati, eterodiretti, dai due Credo, ma grazie al fresco ricordo del fascismo in quei credenti persisteva l’aspirazione alla ricerca di Verità e il desiderio di compiere un’analisi critica della Politica. Quell’aspirazione faceva sentire anche alla massa il dovere di conoscere i fatti cui assisteva e di vagliare attentamente gli attori della Politica. Grazie a quella dose di autonomia di pensiero e di ricerca di onestà, gli italiani hanno espresso per un po’ un voto non totalmente pedissequo, ottuso ed eterodiretto.

Oggi le religioni non ci sono più, ma la conoscenza di ciò che accade avviene sempre più per implosione da fonti poco chiare e superficiali, incontrollabili ed evanescenti. Le sorgenti informative sono del tutto diverse dalla vecchia stampa e dai vecchi media. Oggi si assumono allo stesso modo notizie, vere e false, in quanto apparse per qualche istante in un terminale web. Si digeriscono giudizi viziati, sparati da chi “reinterpreta” i fatti e si assorbono acriticamente persino messaggi suggestivi, subliminali, sapientemente sputati da esperti manipolatori di menti disattente. Si assume per vero ciò che distrattamente si assume. Nessuno invita a verificare e non è più concesso il tempo per pensare con la propria testa. Il predominio della rete ultra veloce, il bombardamento di input faziosi, estremi come frecce, con cui si avvelena l’informazione - quella politica sopra tutto - tolgono ossigeno al ragionamento, negano la verifica e la riflessione. Un articolo di un giornale - anche del Popolo, o dell’Unità - concedeva al lettore di quei giornali partigiani un filo di spazio al contraddittorio, un attimo di ascolto della voce contraria. Oggi si beve tutto alla velocità della luce e ci si allontana sempre più da un vero contraddittorio. I dibattiti televisivi evocano più i combattimenti nel Colosseo di Neroniana memoria che un confronto di idee. Non scorre il sangue, certo, ma neppure vive più il desiderio di confrontarsi seriamente per far capire a chi ascolta come realmente stanno le cose. Insomma, il pensiero è asfittico, e di conseguenza, lo è anche la possibilità di comprendere ciò che accade…. e di trarre le debite conseguenze dai fatti. La telegenia pesa molto di più del senso delle parole che un candidato pronuncia. L’apparenza surclassa la sostanza.

Fino a ieri tutti avrebbero riso di un leader che muta di 180 gradi affermazioni appena espresse, e non una volta per un lapsus, sistematicamente. Chiunque avrebbe irriso chi avesse fatto promesse del tutto irrealizzabili perché fuori della realtà. Il popolo avrebbe reagito risentito contro chi l’avesse incitato a scendere in piazza contro il Presidente della Repubblica per chiederne l’impeachement senza che vi fosse il ben che minimo fondamento all’accusa di tradimento della Patria, che è l’unico motivo per il quale si può richiedere quel drastico provvedimento. Quel leader analfabeta, o in assoluta malafede, e il suo movimento, sarebbero stati spazzati via dalla politica. Invece, ieri, quei personaggi indecenti sono stati ricevuti dal Presidente della Repubblica e hanno avuto l’incarico di formare il Governo. Fino a ieri nessun movimento politico avrebbe candidato al Governo figure del tutto inattendibili e incompetenti, come coloro che hanno dichiarato l’intenzione di chiedere all’Europa la “restituzione” di 250 miliardi di Euro dovuti, ignorando che siffatta richiesta avrebbe significato la dichiarazione di insolvenza del nostro Paese.

Oggi, basta premere il tasto reset e nulla resta delle cazzate che si sono appena dette e fatte. E i politici possono andare a giurare al Quirinale la loro fedeltà ad una Costituzione che non hanno nemmeno fatto la fatica di leggere, o di cui non hanno compreso il significato. 

Io faccio parte dell’esigua minoranza di “laici” che si teneva lontano dalle due Religioni dominanti. Non avrei mai pensato che avrei rimpianto quella cultura invasiva. Invece, ora lo devo fare. Perché il problema ormai non è la vittoria di un partito e la sconfitta di un altro, il problema è la presenza, in Italia, come in tutto il mondo, di un’umanità che non sa più far di conto, ne usare il congiuntivo, modo verbale che esprime il dubbio, le ipotesi e perciò presuppone il pensiero.  L’uomo, oggi, tuttalpiù pensa in binario: Si o NO, come i computer e si fa guidare da immagini e parole volanti, spruzzate sugli innumerevoli strumenti da cui nessuno stacca più gli occhi. E i giovani sono i primi ad annegarvisi, solitari. Ciò fa regredire la capacità di ragionare, di comprendere la realtà e rende ancor più vulnerabili di ieri a ogni forma di fascismo.  Tutto ciò ha pesato nelle elezioni del 4 Marzo. Ciò spiega, a mio avviso, l’indifferenza dell’elettorato italiano verso tutti gli episodi impensabili cui si è assistito, verso la prassi di mala politica che si è vista. Eppure erano fatti evidenti, macroscopici, che un tempo avrebbero generato pesanti reazioni. Questa è un’allarmante situazione, sopra tutto perché il nostro Paese non è il solo a vivere il fenomeno involutivo. La Brexit, l’elezione di Trump negli USA, i regimi para fascisti al potere nell’Europa centrale e persino settentrionale, la crescita dell’estrema destra quasi ovunque evidenziano il processo di regressione che ho detto. Sembra che ovunque prevalga  la stupidità.

*** Renzo MODIANO, 1936, scrittore, già direttore di Personale e Organizzazione in una grande azienda, Noi elettori, la conversione a U, per Mixtura
   

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