Non c’è felicità pari alla mia.
Ho mangiato poesia.
La bibliotecaria non crede ai suoi occhi.
Ha gli occhi tristi
e cammina con le mani chiuse nel vestito.
Le poesie sono scomparse.
La luce è fioca.
I cani sono sulle scale dello scantinato, stanno salendo.
Gli occhi ruotano le orbite,
le zampe chiare bruciano come stoppia.
La povera bibliotecaria comincia a battere i piedi e a piangere.
Non capisce.
Quando mi inginocchio e le lecco la mano,
urla.
Sono un uomo nuovo.
Le ringhio, abbaio.
Scodinzolo di gioia nel buio libresco.
*** Mark STRAND, 1934-2014, saggista, traduttore, poeta statunitense di origine canadese, Mangiare poesia, da Reasons for Moving, 1968, traduzione di Natàlia Castaldi, in 'ilcantodellesirene', 15 marzo 20918, qui
https://en.wikipedia.org/wiki/Mark_StrandIn Mixtura ark #SguardiPoietici qui
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