martedì 13 dicembre 2016

#SGUARDI POIETICI / A mio padre (Afonso Gatto)

Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s’accenda
di speranze di poveri di cielo,
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.

Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
“Com’è bella la notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena
fin dentro al sonno”. Tu vedevi il mondo
nel plenilunio sporgere a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.

*** Alfonso GATTO, 1909-1976, poeta e scrittore, A mio padre, da Tutte le poesie, Mondadori, 2001. Anche in 'interno poesia', 17 settembre 2015, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Alfonso_Gatto

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