Manca meno di una settimana al voto che domenica prossima deciderà le sorti della Riforma Costituzionale, le cui linee guida sono state dapprima suggerite dalla banca JP Morgan Chase e in seguito recepite dall’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, implementate dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e dalla ministra per le Riforme Costituzionali Maria Elena Boschi e imposte a un esautorato e acquiescente Parlamento.
Questo singolare iter configura un irrituale stravolgimento dei ruoli istituzionali. Come dicono infatti i loro stessi nomi, dovrebbe essere il legislativo a fare le leggi, mentre all’esecutivo spetterebbe il dovere di eseguirle e farle eseguire. Quanto al presidente della Repubblica, la formula del suo giuramento gli imporrebbe di “osservare lealmente la Costituzione” vigente, pena l’accusa di attentato alla stessa (articolo 90). Nessun ruolo legislativo, nemmeno consultivo, è invece previsto dalla Costituzione per le banche.
L’irrituale inversione dei ruoli istituzionali è continuata anche durante la campagna referendaria, alla quale hanno partecipato iperattivamente e personalmente l’ex presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio, la Banca d'Italia e persino il presidente degli Stati Uniti e la stampa estera: tutti e tutte, ovviamente, schierati e schierate a favore del Sì, visto che quella che viene sottoposta a referendum è appunto la riforma Morgan-Napolitano-Renzi.
Basterebbe questa premessa per spingere a votare No non soltanto alla Riforma Costituzionale, ma anche e soprattutto allo stravolgimento del sistema democratico perseguito da una simile cospirazione di poteri istituzionali deviati e poteri economici devianti, potenzialmente e attualmente eversivi. Ma oltre che per una motivazione di principio, la Riforma Costituzionale va rifiutata anche per un giudizio di merito, riguardante ciascuno dei punti salienti enumerati esplicitamente sulla scheda referendaria. (...)
1) Superamento del bicameralismo paritario (...)
2) Riduzione del numero dei parlamentari (...)
3) Contenimento dei costi delle istituzioni (...)
4) Soppressione del Cnel (...)
5) Revisione del titolo V della parte II della costituzione (...)
*** Piergiorgio ODIFREDDI, logico, matematico, saggista, Il mio No ad una controriforma eversiva, 'Micromega on line', 30 novembre 2016
LINK articolo integrale qui
In Mixtura altri 4 contributi di Piergiorgio Odifreddi qui
Nessun commento:
Posta un commento