sabato 5 novembre 2016

#SENZA_TAGLI / Campagna Usa, il momento della nausea (Federico Rampini)

"L'elezione del disgusto". Lo sospettavamo da tempo ma ora ce lo conferma l'ultimo sondaggio del New York Times: gli elettori sono proprio schifati da questa campagna. Ma la nausea è equamente ripartita? Non proprio, a quanto parte nelle rilevazioni sul livello di "entusiasmo" se la cavano meglio i repubblicani dei democratici. A conferma che alcune constituency cruciali per Hillary - neri, Millennial - rischiano di avere una bassa affluenza alle urne. In controtendenza positiva: gli ispanici stanno votando più che in passato.
Poiché nello sforzo finale bisogna soprattutto combattere l'assenteismo tra i propri ranghi, può essere utile ricordare i grandi numeri di questa elezione: nel 2012 votarono circa 127 milioni di elettori cioè un modesto 55% degli aventi diritto. E qui è utile introdurre delle distinzioni rispetto ai sistemi elettorali che prevalgono in Europa. Gli "aventi diritto" teoricamente sarebbero tutti i cittadini americani maggiorenni. Però, però. Anzitutto, chi ha subito una condanna penale spesso viene anche punito con la privazione del diritto di voto. E nel paese che ha il record di popolazione carceraria, sono numeri grossi. Poi, a differenza che in Italia e altri paesi europei, qui oltre ad essere cittadino, maggiorenne, bisogna iscriversi al registro elettorale, precisando la propria appartenenza (democratico, repubblicano, indipendente: peraltro questa affiliazione non impedisce di votare per chi si vuole). E' un piccolo passaggio burocratico, ma non tutti lo fanno anche perché significa spesso recarsi in un ufficio pubblico, tipicamente lo stesso che rilascia patenti di guida, fare file, perdere ore di lavoro ecc. ecc.

*** Federico RAMPINI, giornalista, saggista, Campagna Usa, il momento della nausea, blog 'estremo occidente', 4 ottobre 2016, qui


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