mercoledì 18 maggio 2016

#RITAGLI / La 'buona scuola' (Nuccio Ordine)

Senza la disinteressata 'curiositas' sarà difficile immaginare lo sviluppo della creatività e della fantasia. La "buona scuola" non la fanno né le lavagne interattive multimediali, né i tablet, né i presidi manager né i demagogici accordi di poche ore con aziende e studi professionali. (...) La "buona scuola" la fanno solo i "buoni insegnanti". 

*** Nuccio ORDINE, 1958, docente di letteratura italiana, autore di Classici per la vita, La nave di Teseo, 2016, citato da Edoardo Vigna, Quanto ci insegnano quei classici per la vita così poco considerati, 'Sette', 13 maggio 2016


In tema di scuola, in Mixtura, Albert Einstein qui
In Mixtura una mia recensione al libro di Nuccio Ordine qui

2 commenti:

  1. D’accordo che la “buona scuola” non al fanno gli strumenti utilizzati e i buoni insegnanti sono fondamentali, ma non sono d’accordo con la frase La "buona scuola" la fanno solo i "buoni insegnanti".
    Il sistema, il contesto, l’organizzazione in cui ci troviamo a lavorare è fondamentale, mentre la frase La "buona scuola" la fanno solo i "buoni insegnanti" scarica l’intera responsabilità sul singolo.
    Un buon insegnante ha bisogno che l’intera organizzazione abbia un senso, dai colleghi al dirigente scolastico, direi dal Ministero alla segreteria… è fondamentale che uno si senta appoggiato, e capisca che no è il solo a lavorare e pensare in un certo modo.
    Un buona organizzazione valorizza i singoli e li trasforma. Una cattiva organizzazione, malata distrugge chi ci lavora dentro.
    Mi pare l’abc di ogni sistema complesso. Dire che la "buona scuola" la fanno solo i "buoni insegnanti" sbagliato oltre che pericoloso (pericoloso perché mette troppa pressione sui singoli insegnanti e de-responsabilizza chi invece dovrebbe occuparsi del sistema (dirigenti e politici).

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  2. Condivido, Stefano.
    Credo che la 'buona scuola' sia fatta da una 'scuola buona': gli insegnanti sono una parte fondamentale anche nel determinare l'efficacia del 'sistema' in cui sono e agiscono. Ma, ovviamente, non sono tutto: un conto è responsabilizzarli (e compensarli per questo: anche in termini di status sociale, oggi deprimente a causa di una società incivile che non ne considera il ruolo chiave) e un conto è farne il capro espiatorio, al posto del 'sistema'.

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