sabato 18 aprile 2015

#RITAGLI #LINK / Marchionne, indietro agli anni 50 (M. Landini)

[D: Perché l’accordo che propone Marchionne è per lei così negativo?]
Perché è la conferma che è definitivamente cancellato il contratto nazionale e i due livelli di contrattazione. Si completa il disegno cominciato nel 2010 e si sancisce che il salario è totalmente variabile e non incide, come avviene negli aumenti contrattati nazionalmente, sulla paga base, su Tfr, ferie, scatti.
È un bene che finalmente si parli di possibili aumenti salariali anche in Fca, dove si guadagnano 750 euro l’anno in meno rispetto al contratto dei metalmeccanici, ma i sindacati che aderiscono alla proposta di Marchionne devono essere consapevoli che stanno accompagnando il processo di cancellazione del contratto nazionale. 

[D: Perché dice che ci sarà un congelamento del salario di base?]
Da quello che abbiamo letto, visto che siamo stati esclusi dal confronto, la novità assoluta è che il salario è variabile e le cifre sono ipotetiche. In tutti i contratti ci sono degli aumenti contrattati che vanno a incidere sui vari istituti della retribuzione, come ferie, indennità, Tfr. Questa proposta, unilaterale, introduce una logica che prima non c’era: il salario si contratta da una sola parte, in azienda. 

[D: I lavoratori non potrebbero guadagnarci?]
La prestazione di chi lavora è fissa, ed è stata aumentata con l’abolizione della pausa di dieci minuti e la saturazione dei tempi di lavoro. In Fca si lavora di più e per più tempo ma alla fine, quell’operaio che va a lavorare tutti i giorni, non sa se avrà un aumento o no, perché gli aumenti fissi non ci saranno più. Deve sperare che le cose vadano bene. Se le cose andranno male si dovrà accontentare di 330 euro lordi l’anno, che sono 25 euro al mese.  (...)

[D: Cosa proponete?]
Che in Fca ci sia un problema salariale è evidente. Chiederemo quindi che ci siano gli aumenti certi in paga base a partire dai 750 euro di scarto con il contratto metalmeccanici. In secondo luogo, bisogna riunificare i contratti: 280 contratti diversi sono una follia. Servono alcuni grandi contratti, come l’industria e fare in modo che i lavoratori possano liberamente votare. E poi, bisogna chiedere al governo di defiscalizzare non gli aumenti legati agli utili o alla produttività ma gli aumenti dati a tutti i lavoratori nei contratti nazionali.

*** Maurizio LANDINI, segretario Fiom, intervistato da Salvatore Cannavò, estratto da «Marchionne riporta gli operai agli anni ‘50», 'Il Fatto Quotidiano', 18 aprile 2015.

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L'articolo integrale al blog 'triskel182', QUI

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